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Giornale di Taranto - ENERGIA/ I porti pugliesi valutano rinnovabili, gnl e rigassificatori offshore
Martedì, 08 Marzo 2022 06:40

ENERGIA/ I porti pugliesi valutano rinnovabili, gnl e rigassificatori offshore In evidenza

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Tra fonti rinnovabili, terminali GNL ed eventualmente anche rigassificatori off shore, i porti pugliesi valutano la possibilità di diversificare il mix dell’approvvigionamento energetico. Lo hanno detto oggi in Regione Puglia, in commissione Bilancio e programmazione, i presidenti delle Autorità di sistema portuale del Mar Adriatico meridionale, Ugo Patroni Griffi, e del Mar Ionio, Sergio Prete.     La prima ha competenza sugli scali di Bari e Brindisi, la seconda, invece, su quello di Taranto. Per Prete, esistono delle “opzioni di produzioni energetiche con attenzione alle rinnovabili e carburanti alternativi”. “Sul Gnl - ha rilevato Prete - c’è un forte interesse a dotarsi da parte di molti porti italiani. Si sta già lavorando perché esistono già navi alimentate con gas”. 

 

 Inoltre, “si sta verificando la fattibilità di iniziare con piccoli impianti retroportuali”. Per un rigassificatore nel porto di Taranto, Prete ha ricordato che c’é già stata “una proposta nel 2008, che però ha visto la bocciatura del progetto alla luce del nuovo impulso dato al porto”.

    Prete ha poi evidenziato che “l’Autorità  portuale di Taranto è coinvolta da una strategia regionale per l’impianto offshore eolico che metterà in rete un certo numero di megawatt per lo sviluppo di capacità produttiva da fonti rinnovabili. I progetti nel porto di Taranto - ha aggiunto - vedono la realizzazione di una stazione di servizio utilizzando le condotte esistenti per poter rifornire i camion e i mezzi che lavorano all’interno del porto e piccole imbarcazioni. Sulla fornitura alle navi ancora il ragionamento è embrionale, ma si è propensi a creare impianti da fonti rinnovabili all’interno del porto” ha concluso Prete. Per il presidente Patroni Griffi, “la Puglia sarebbe una regione che avrebbe la disponibilità ad ospitare gli impianti offshore, dove il gas arriverebbe già liquido e verrebbe rigassificato e rimesso poi nel metanodotto”.

 

 A giudizio del presidente dell’Authority del Mar Adriatico meridionale, “sono molti i porti italiani che si sono candidati per ospitare questi impianti e garantiscono un buon livello occupazionale di manodopera locale”. 

    Secondo Patroni Griffi, “tutti i porti potrebbero essere candidati perché si tratterebbe di una condotta da collegare al metanodotto. Meno plausibili - secondo Patroni Griffi - sarebbero invece gli impianti onshore che risultano essere sostenibili solo se sono prossimi al porto o prossimi alla tubatura dove è già avvenuta la rigassificazione del prodotto”. Per il presidente della commissione della Regione Puglia, Fabiano Amati, del Pd, “è possibile realizzare impianti offshore che per capacità risultano equivalenti a quelli nelle aree portuali, allo stato già occupate da altri programmi come le zone franche doganali”.

    “L’ipotesi Cerano a Brindisi - ha sostenuto Amati -  sarebbe plausibile solo qualora si realizzasse un nuovo molo, ma tale idea risulta più dispendiosa da un punto di vista ambientale ed economico. Mi pare a questo punto che assieme ai depositi di GNL previsti sia a Brindisi che a Taranto, possiamo candidarci per ospitare impianti offshore di rigassificazione, su cui non si evidenziano problemi di sorta, come riferito in Commissione dai presidenti delle Autorità portuali pugliesi”, ha concluso Amati.