Cookie Consent by Free Privacy Policy Generator
Preferenze sui cookie
Giornale di Taranto - INCERTEZZE/ Il presidente di Confindustria Taranto sull’ex Ilva “il Governo ci dica quali risorse intende usare”
Giovedì, 03 Marzo 2022 06:33

INCERTEZZE/ Il presidente di Confindustria Taranto sull’ex Ilva “il Governo ci dica quali risorse intende usare” In evidenza

Scritto da 
Vota questo articolo
(0 Voti)

“Abbiamo preso atto più volte della volontà di Acciaierie d’Italia di continuare ad investire su Taranto con una fabbrica competitiva e sostenibile, ma la realtà ci riporta ad una situazione simile a quella in cui i giocatori in campo attendono l’uno la mossa dell’altro prima di entrare in partita. E’ evidente che mancano le risorse necessarie, oltre quelle già investite dall’azienda nello stabilimento di Taranto”. Lo dichiara, a proposito dell’ex Ilva, Salvatore Toma, presidente di Confindustria Taranto, dopo che il Parlamento, approvando definitivamente il decreto Milleproroghe, ha cancellato l’articolo 21 che prevedeva di trasferire 575 milioni dalle bonifiche dei siti inquinati (di competenza di Ilva in amministrazione straordinaria) alla futura decarbonizzazione della produzione di acciaio (in capo ad Acciaierie d’Italia). 

 

“Ci rivolgiamo al Governo - sostiene - affinché dica a chiare lettere quali sono le prospettive, cosa si intende fare dello stabilimento e dell’immenso capitale umano che vi opera e quali sono, se ci sono, i progetti per Taranto. Il Governo ci dica quali risorse intende utilizzare - afferma Confindustria Taranto - ma occorre saperlo al più presto, perché la posta in gioco è altissima e la tensione fra le imprese è alle stelle. Noi - rileva il presidente Toma -abbiamo auspicato, fin dall’insediamento mio e della nuova squadra, che si avviasse finalmente un serio processo di ambientalizzazione e ammodernamento della fabbrica che potesse renderla ancora più performante e competitiva, perché è questo che le imprese ci chiedono da tempo. Abbiamo, in questo senso, richiesto più volte il nostro coinvolgimento nei tavoli di discussione, senza rivendicare protagonismi ma processi di condivisione, ma anche questa istanza non ha avuto risposte - afferma Toma -.  E’ un passaggio – quello del rilancio della fabbrica in chiave ecosostenibile - che ci metterebbe nelle condizioni di poter finalmente programmare una seria e reale ripresa per la città, ovvero il potenziamento, assieme a tutti gli attori istituzionali ed economici in campo, di tutti quei segmenti produttivi finora non sufficientemente sviluppati. Certo, i progetti di sviluppo alternativo ci sono e viaggiano autonomamente, ma non possiamo ragionare di sviluppo tralasciando una presenza così importante, dietro la quale ci sono migliaia di lavoratori, famiglie, imprese”.

    Secondo Confindustria Taranto, “i tempi lunghi ipotizzati da Bernabè sono purtroppo una conferma ai nostri timori: abbiamo alle spalle anni di stop and go, frenate e false ripartenze. E non vorremmo ritrovarci, di qui a breve, con un nulla di fatto che ci riporta al 2012, quando il futuro era sparito dall’orizzonte e la città, sul fronte socio-economico, era diventata una bomba pronta ad esplodere. Sarebbe - conclude Confindustria Taranto - un fallimento: non solo della città, ma dell’intero Sistema Paese che nessuno di noi, dopo dieci anni di sofferenze, si può permettere”.