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Giornale di Taranto - MILLEPROROGHE/ Pioggia di emendamenti contro la norma sullo spostamento dei fondi per le bonifiche delle aree inquinate di Taranto
Domenica, 06 Febbraio 2022 16:02

MILLEPROROGHE/ Pioggia di emendamenti contro la norma sullo spostamento dei fondi per le bonifiche delle aree inquinate di Taranto In evidenza

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I rappresentanti di quasi tutti i partiti hanno presentato alla Camera emendamenti che chiedono la soppressione dell’articolo 21 del decreto Milleproroghe che da domani approda in Aula per la discussione. L’articolo 21 è quello che riguarda l’ex Ilva, ora Acciaierie d’Italia, la società tra ArcelorMittal e Invitalia per conto dello Stato, e prevede il trasferimento di 575 milioni di euro dalla bonifica dei siti inquinati, a carico di Ilva in amministrazione straordinaria (as), ai futuri impianti per produrre acciaio in modo decarbonizzato nel siderurgico di Taranto. Tranne Lega, Fratelli d’Italia e Coraggio Italia, emendamenti per cancellare in toto il disposto dell’articolo 21 del Milleproroghe e affermare la centralità delle bonifiche e della relativa provvista finanziaria, sono stati presentati da deputati di Pd, M5S, Italia Viva e Forza Italia. A questi si aggiungono diversi altri parlamentari tra Misto ed altri gruppi politici. Tutto questo si unisce alle forti proteste espresse nelle scorse settimane a Taranto, dove si ritiene penalizzante l’ipotizzato trasferimento dei fondi.

 

Per il Pd, la richiesta di sopprimere l’articolo 21 viene dai deputati Boccia, Braga, Ubaldo Pagano, Lacarra. Per M5S, l’emendamento per l’abrogazione porta la firma dei parlamentari Cassese, L’Abbate, Galizia, Alemanno, Donno, Brescia, De Lorenzis, Giuliano, Masi, Scagliusi, Ruggiero, Aresta, Lovecchio, Palmisano, Faro, Sut, Maraia, Orrico. Per Italia Viva per la cancellazione sono Fregolent, Del Barba e Marco Di Maio. Sulla stessa linea si aggiungono i forzisti D’Attis, Elvira Savino, Giannone e Rospi. Da segnalare, inoltre, gli emendamenti contrari all’articolo 21 di Muroni, Fusacchia, Fioramonti, Cecconi, Lombardo, di De Giorgi (Misto), di Labriola (Forza Italia), di Ermellino (Misto-Centro Democratico), nonchè dei deputati Vianello, Forciniti, Trano, Colletti, Cabras, Corda, Paolo Nicolò Romano, Raduzzi, Maniero, Testamento, Leda Volpi, Spessotto, Giuliodori, Vallascas, Costanzo, Sapia. Nella relazione che accompagna il Dl Milleproroghe (la norma per l’ex Ilva è quella relativa alle imprese strategiche di interesse nazionale), si afferma che le somme in questione, rientrate in Italia dall’estero (dove i Riva le avevano portate) anche a seguito dell’azione della Procura di Milano, erano, in origine, 1.157 milioni di euro. Tale somma, con la sottoscrizione di un prestito obbligazionario da parte di Ilva in as in base ad un decreto del 2015, ha costituito per la stessa Ilva in as un “patrimonio destinato”.

 

Nella relazione al Milleproroghe si evidenzia  che il “patrimonio destinato”, alla data del 31 marzo 2021, “ammontava ancora a euro 878 milioni, al netto dei rimborsi corrisposti a tale data al gestore dello stabilimento a fronte degli interventi ambientali”. “Per converso - si legge ancora nella relazione - non risultavano esborsi per quanto attiene agli interventi che il medesimo decreto del presidente del Consiglio dei ministri pone in capo ad Ilva in amministrazione straordinaria, né ulteriori progetti da parte della struttura commissariale di Ilva in amministrazione straordinaria”. Tracciato questo quadro, il dl Milleproroghe all’art. 21 dispone quindi che tenendo conto delle somme già allocate per gli interventi ambientali ad opera del gestore ArcelorMittal (e stimando per gli interventi previsti dal decreto del presidente del Consiglio direttamente in capo ad Ilva in as, un fabbisogno di circa 100 milioni di euro), residuano ancora 575 milioni, “che possono essere utilmente impiegate per interventi di decarbonizzazione ed elettrificazione del ciclo produttivo dello stabilimento siderurgico di Taranto, nel quadro degli obiettivi nazionali ed eurounitari di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra ed in coerenza con i più generali obiettivi di risanamento e ammodernamento del sito di Taranto”. Per il Milleproroghe, si mantiene così “inalterata la prioritaria finalità dei fondi del patrimonio in questione”. E anche per il vice ministro Mise, Gilberto Pichetto Fratin, in un’audizione del 14 gennaio alla commissione Attività produttive della Camera, “l’articolo 21 del decreto Milleproroghe  aggiungerebbe un’ulteriore finalizzazione ambientale quale è la decarbonizzazione i cui effetti positivi per l’ambiente si devono sommare a quelli per le bonifiche”. Infine, in una audizione alla Camera dello scorso 17 gennaio, i commissari di Ilva in amministrazione straordinaria - Francesco Ardito, Antonio Lupo ed Alessandro Danovi - hanno invece sostenuto che il Milleproroghe modifica l’uso del “patrimonio destinato” e dichiarato che le  somme sono andate a due tipologie di interventi: piano di misura per le attività di tutela ambientale e sanitaria in base al Dpcm del 2017 e interventi di bonifica e messa in sicurezza di aree in parte in capo all’attuale gestore della fabbrica, Acciaierie d’Italia, e in parte escluse. Per i commissari, infine, diversi sono ancora gli interventi di bonifica da farsi che rischiano lo stop in assenza di risorse.