Il personale del comparto sanità Asl Taranto ha indetto lo stato di agitazione su iniziativa dei sindacati funzione pubblica Cgil, Cisl, Uil, della Confsal e della rsu Asl Taranto. Le sigle avranno il 30 aprile un incontro col prefetto di Taranto, Demetrio Martino. I problemi evidenziati vanno dalla mancata retribuzione al personale di alcune attività svolte in oltre un anno di Covid alle carenze presenti nell’organico. In una conferenza stampa, i sindacati hanno spiegato le ragioni della protesta. “Chiediamo oggi alla Regione Puglia, e il 30 aprile lo chiederemo al prefetto, rispetto per i lavoratori - dice Gianfranco Infesta della rsu - Dal 2020, il personale affronta una pandemia senza vedersi riconoscere dei diritti. Il personale viene addirittura offeso sui social e non vede una risposta del management e della Regione Puglia”. “Abbiamo attività emergenziale Covid che risalgono a maggio 2020 e che ancora non sono state retribuite a tutte il personale e delle attività aggiuntive per le vaccinazioni - sostiene Lorenzo Caldararo, della Cgil - Ma la cosa seria e grave è che noi vogliamo confrontarci con la Regione e con l’Asl Taranto per parlare del futuro della sanità. Non possiamo continuare dopo 14 mesi a discutere ancora di emergenza”. Per Massimo Ferri, della Cisl, “il dato delle indennità ai lavoratori è solo il sintomo. Abbiamo in realtà una organizzazione che non è rispondente alla drammaticità e alla tempistica che questa emergenza richiede”.
“Abbiamo risposte insufficienti - prosegue Ferri - da parte della Regione, anche rispetto alle convocazioni. Per un problema emergenziale, i sindacati sono stati convocati fra 15 giorni, quando magari il quadro epidemiologico sarà mutato. Il cuore della nostra richiesta è avere la partecipazione dei lavoratori della sanità e dei sindacati all’interno delle decisioni organizzative”.
Lo stato di agitazione del personale - rileva Emiliano Messina della Uil - "serve a stimolare la Regione Puglia, la politica, e speriamo stavolta l’Asl, a dare risposte chiare e concrete, altrimenti programmeremo giorni in cui fisseremo avanzamenti della nostra iniziativa rispetto ai sit in”. Secondo Fabio Andrisano, della Confsal, “abbiamo più volte sollecitato un intervento verso i dipendenti ma siamo stati ignorati. È sotto gli occhi di tutti che l’offerta sanitaria è stata triplicata, in questi ultimi mesi abbiamo attivato lo screening della popolazione e la vaccinazione di massa, ma sulla questione del personale noi lavoriamo con un organico identico a 5 anni fa”.