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Giornale di Taranto - ALTA TENSIONE/ I lavoratori dell’indotto ArcelorMittal protestano davanti alla Prefettura di Taranto
Lunedì, 01 Marzo 2021 08:17

ALTA TENSIONE/ I lavoratori dell’indotto ArcelorMittal protestano davanti alla Prefettura di Taranto In evidenza

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I lavoratori dell’indotto-appalto ArcelorMittal, ex Ilva di Taranto, manifesteranno questa mattina dalle 8 sotto il palazzo della prefettura di Taranto per evidenziare la criticità della loro situazione. La manifestazione è promossa dai sindacati Fim Cisl, Fiom Cgil, Uilm e Usb. Le sigle sindacali hanno chiesto al prefetto di Taranto, Demetrio Martino, un incontro lo scorso 24 febbraio. Non avendo ricevuto risposta al riguardo, affermano, hanno promosso il presidio di protesta di oggi, che avverrà, assicurano, nel rispetto delle regole anti Covid sul distanziamento tra persone.

    L’indotto-appalto vale un centinaio di imprese, almeno quelle ciclicamente coinvolte nel sistema del siderurgico, e 3-4mila addetti. Obiettivo del presidio, è quello di essere ricevuti oggi dal prefetto per segnalargli le difficoltà dell’indotto-appalto siderurgico che, come già accaduto diverse volte sinora, è di nuovo non pagato o pagato in ritardo rispetto allo scaduto fatture, dal committente ArcelorMittal. L’ultimo dato parla, per le sole aziende associate a Confindustria Taranto - quindi un dato parziale -  di un credito di circa 25 milioni delle imprese verso la fabbrica, comprensivo anche dello scaduto di febbraio. 

 

 La questione dei mancati pagamenti di ArcelorMittal è esplosa già a novembre 2019, quando all’esterno della fabbrica ci fu un presidio di protesta tra imprenditori e trasportatori. A dicembre 2019 fu poi raggiunto un accordo e la situazione sembrò normalizzarsi. In realtà, nella primavera 2020 la crisi dei mancati pagamenti è di nuovo emersa e per cercare di venirne a capo, ArcelorMittal istituì con le associazioni delle imprese periodiche video call per fare il punto della situazione. In questa fase sono stati assicurati pagamenti molto parziali rispetto al credito vantato dalle aziende, tant’è che le pressioni di queste ultime hanno poi spinto il governo a istituire una cabina di regia affidata agli allora sottosegretari Mario Turco e Alessandra Todde. Si era a settembre 2020 e lo scaduto ammontava a circa 40 milioni. Il lavoro della cabina di regia, insediata nella prefettura di Taranto, ha ripristinato i pagamenti ma tra gennaio e febbraio 2021 si è tornati alla stessa crisi.

    “Ci sono aziende che non pagano gli stipendi e che vanno per acconti” dicono i sindacati. La nuova stretta di ArcelorMittal è confermata anche da diverse aziende. Per quest’ultime, la committente non starebbe pagando perché attenderebbe che Invitalia versi i primi 400 milioni legati all’ingresso dello Stato nel capitale dell’azienda. Questo consentirebbe ad ArcelorMittal di “respirare” essendo a corto di liquidità, si segnala dal fronte imprese. I 400 milioni sono previsti dall’accordo ArcelorMittal-Invitalia del 10 dicembre scorso, approvato nelle scorse settimane dalla Ue. Oggi pomeriggio Confindustria Taranto farà un punto specifico con gli stessi sindacati.