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Giornale di Taranto - CORONAVIRUS/ Asl Taranto “nella seconda fase più contagi tra le donne”
Martedì, 23 Febbraio 2021 08:00

CORONAVIRUS/ Asl Taranto “nella seconda fase più contagi tra le donne” In evidenza

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 In provincia di Taranto, per quanto riguarda la diffusione del Covid, se nella prima fase si registrava “tra i contagiati una prevalenza degli uomini sulle donne (54,8% contro 45,2%), nella seconda fase si evidenzia un’inversione di rotta, con una prevalenza delle donne sugli uomini (52,9% contro 47,1%)”. Lo ha detto oggi Asl Taranto presentando con la direzione generale un rapporto ai sindacati Cgil, Cisl e Uil (confederazioni e federazioni di categoria) che avevano sollecitato un incontro per in punto di situazione.

 

Asl ha inoltre spiegato che “il confronto della distribuzione dei casi positivi per età, indica un abbassamento dell’età mediana che passa dai 57 anni della prima fase ai 48 anni della seconda fase”. Per Asl, “si tratta di un dato che, nonostante sia in linea con la media nazionale e regionale, non va sottovalutato, soprattutto dal punto di vista della prevenzione, che deve riguardare tutta la popolazione, in quanto nessuna fascia può considerarsi esente dal contagio”. Nel rapporto illustrato oggi si analizzano anche “i dati relativi all’aumento dei contagi che ha interessato l’intera regione sino alla data del 21 febbraio 2021, evidenziando che il tasso del numero dei casi confermati ogni 10.000 abitanti, colloca la provincia di Taranto sotto le province di Foggia, Bari e Bat e prima della province di Brindisi e Lecce, che presentano il minor numero di casi”. Asl Taranto ha inoltre fatto il punto anche sulla “gestione delle prestazioni sanitarie”  e sulle “misure adottate durante la pandemia” in relazione a liste di attesa e centro unico prenotazioni (cup). “Dopo una prima fase di blocco delle prestazioni, queste - ha detto Asl ai sindacati - sono state pian piano riattivate, dando la precedenza alle prenotazioni con codici di priorità U (urgenti entro 72 ore) e B (breve entro 10 giorni), seguite poi dagli altri codici di priorità D (differibili entro 30 giorni per le visite e 60 giorni per gli accertamenti specialistici) e P (programmabili entro 120 giorni)”. “Per rispondere tempestivamente alle richieste di prestazioni ambulatoriali, screening e di ricovero ospedaliero non erogate durante l’emergenza epidemiologica e ridurre le liste d’attesa, sono state predisposte varie misure, tra cui il piano aziendale recupero liste di attesa” ha detto infine Asl ai sindacati.