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Giornale di Taranto - DEPOSITATO IL RICORSO/ ArcelorMittal chiede la sospensiva della sentenza con cui il TAR ordina la chiusura degli impianti
Giovedì, 18 Febbraio 2021 16:26

DEPOSITATO IL RICORSO/ ArcelorMittal chiede la sospensiva della sentenza con cui il TAR ordina la chiusura degli impianti In evidenza

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Col ricorso in appello al Consiglio di Stato, ArcelorMittal Italia ha chiesto direttamente al presidente la sospensiva della sentenza con cui il Tar di Lecce ha stabilito che gli impianti dell’area a caldo dell’Ilva di Taranto siano spenti in 60 giorni perché inquinanti. In alternativa, ArcelorMittal ha chiesto che la sospensiva sia decisa dal collegio giudicante ma con termini dimezzati, cioè 10 giorni anziché 20. Lo apprende AGI. I termini dimezzati sarebbero motivati con l’esigenza di chiarire subito le sorti dello stabilimento siderurgico,  ritenuto dalla legge di interesse strategico per l’economia nazionale. 

 

Anche perché - si osserva - spegnere altiforni e acciaierie in 60 giorni come ha sentenziato il Tar, implica che una serie di preparativi organizzativi e tecnici siano effettuati nelle settimane precedenti. Ci sarebbe, inoltre, stando a quanto si apprende, la possibilità che il presidente della sezione del Consiglio di Stato investito del caso, dia la sospensiva in via immediata ma la subordini poi all’ulteriore vaglio del collegio. Il ricorso di ArcelorMittal è stato già annunciato sabato scorso, a poche ore dalla sentenza del Tar.

    L’appello, a quanto si apprende, si baserebbe molto sulle relazioni di Ispra, Istituto deputato alla vigilanza sulle Autorizzazioni integrate ambientali. A tal riguardo, fonti legali vicine al dossier hanno già fatto presente che “Ispra, unico ente deputato alla verifica del rispetto delle prescrizioni Aia vigenti sullo stabilimento AMI di Taranto, ha confermato il rispetto delle prescrizioni Aia e ha affermato che non vi è una dimostrabile correlazione tra gli eventi odorigeni di febbraio 2020 e le attività produttive di AMI”, sigla di Am Investco Italy, società di ArcelorMittal. 

 

 L’esclusione, al riguardo, è stata fatta dopo una ispezione di Ispra in fabbrica, compiuta “con l’obiettivo di verificare se nei giorni 23 e 24 febbraio 2020, cioè in concomitanza con gli eventi odorigeni, vi fossero state situazioni tali da potersi considerare quali violazioni rispetto alle prescrizioni Aia cui la società è soggetta”.

    L’ordinanza relativa allo spegnimento degli impianti è stata firmata dal sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci. Ordinanza di febbraio 2019 che, al termine di un giudizio andato avanti per quasi un anno, il Tar Lecce ha confermato rigettando le impugnazioni presentate da ArcelorMittal e da Ilva in amministrazione straordinaria. Il provvedimento di Melucci si rifà ad emissioni inquinanti sia di febbraio che precedenti, di agosto 2019.

    Per le fonti legali, “non solo il gestore AMI, ma neppure il ministero dell’Ambiente ed Ispra hanno individuato una correlazione tra gli eventi dei giorni 23 e 24 febbraio 2020 e il ciclo produttivo dello stabilimento siderurgico”. Ciò nonostante, hanno detto le fonti, nella sentenza del Tar Lecce del 13 febbraio 2021 si tralascia “la valenza tecnica delle affermazioni di Ispra  come quelle del ministero Ambiente”. Argomento, questo, che viene ora ripreso e ulteriormente puntualizzato nell’appello al Consiglio di Stato. Infine, è ancora in fase di predisposizione l’appello di Ilva in amministrazione straordinaria. Anche la società che detiene la proprietà degli impianti chiederà infatti al Consiglio di Stato, così come ha fatto il gestore, di sospendere la sentenza del Tar.