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Lunedì, 15 Febbraio 2021 17:15

LA SENTENZA/ Il presidente dell’Ordine dei medici “nessuno scambio con la salute” In evidenza

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No ad uno scambio tra più risorse economiche per potenziare la sanità a Taranto a fronte del manitenimento del siderurgico ArcelorMittal, ex Ilva. Lo dichiara Cosimo Nume, presidente dell'Ordine dei medici di Taranto, dopo la sentenza di sabato scorso del Tar Lecce che ha ordinato all’azienda di spegnere entro 60 giorni dalla data del provvedimento gli impianti dell’area a caldo del siderurgico perché inquinanti così come chiesto dal sindaco di Taranto con una propria ordinanza.

    “Fra le molte reazioni alla nota sentenza del Tar Lecce sulla chiusura dell’area a caldo dello stabilimento siderurgico di Taranto, tutte pienamente legittime e comprensibili, abbiamo riascoltato - afferma Nume - la proposta di rendere disponibili ulteriori risorse economiche per affrontare l'emergenza sanitaria connessa all'impatto delle emissioni inquinanti, cui sembrerebbe sottendere tuttora un’ottica eminentemente risarcitoria per i danni alla salute.Più volte questo ordine - continua il presidente dei medici di Taranto - ha avuto occasione di ribadire che, in termini strettamente sanitari, un danno alla salute non deve essere compensato quanto piuttosto prevenuto, adottando tutte le misure che il principio di precauzione impone a qualunque attività antropica che presenti rischi per l’integrità psicofisica dei cittadini. Rimaniamo fermi in questa convinzione - sostiene Nume - chiedendo che si abbia cura in primo luogo di attivare, predisporre e rendere operative, da parte di quanti ne hanno responsabilità a qualunque livello, tutte le procedure che escludano per il futuro altro nocumento ai lavoratori e ai cittadini di Taranto. Tutto il resto - conclude - non è neppure politica, arte antica e nobile, ma molto più probabilmente una pervicace miopia con cui si guarda al complesso problema senza alcuna capacità di trovarne le soluzioni”. 

Giornalista1

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