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Giornale di Taranto - LAVORO/ ArcelorMittal chiede 13 settimane di cassa integrazione per un massimo di 8140 dipendenti
Martedì, 20 Ottobre 2020 23:09

LAVORO/ ArcelorMittal chiede 13 settimane di cassa integrazione per un massimo di 8140 dipendenti In evidenza

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ArcelorMittal ha chiesto tredici settimane di cassa integrazione ordinaria a partire dal 16 novembre per un numero massimo di 8.140 dipendenti di Taranto tra operai, impiegati e quadri. Per domani alle 11 l'azienda ha convocato i sindacati per discutere della nuova cig. A causa dell'emergenza Covid 19, scrive il direttore del personale di ArcelorMittal, Arturo Ferrucci, l'azienda "continua ad avere riflessi in termini di calo commesse e ritiro degli ordini prodotti". Inoltre, "il parziale blocco di parte delle attività produttive, manifatturiere e distributive e commerciali" hanno reso "difficilissimo anche la chiusura degli ordini e delle fatturazioni visto il drastico calo registrato in questi mesi dei volumi e di conseguenza delle attività produttive". ArcelorMittal dichiara che "nonostante gli sforzi profusi per reperire nuove ed alternative occasioni di lavoro, tutt'ora in corso, si trova nella condizione di dover procedete ad una riduzione della propria attività produttiva". 

 

Nella comunicazione ai sindacati, ArcelorMittal parla di durata “presumibile” a proposito delle nuove 13 settimane di cig, ma Antonio Talò, segretario Uilm, dice ad AGI che "probabilmente la cassa integrazione ordinaria sarà sostituita dalla cassa integrazione Covid come è già accaduto altre volte". ArcelorMittal, nelle ultime settimane, aveva fatto rientrare al lavoro dalla cassa integrazione circa 3-400 persone a seguito della rimessa in marcia di alcuni reparti, tra cui quello della produzione lamiere, è la stessa produzione, dicono i sindacati citando quanto dichiarato dall’ad Lucia Morselli, è risalita di circa un 20 per cento. Rimangono però le criticità come dimostra ora questa nuova richiesta di cassa. A Taranto, per crisi di mercato, la cassa integrazione è già in atto da luglio 2019 ed è andata avanti, con proroghe per 13 settimane alla volta, sino a metà marzo 2020 quando è poi subentrata la cassa integrazione Covid, tuttora in corso. Aumentato anche il numero massimo chiesto. Si è passati infatti da una richiesta di 1200 dipendenti per la cassa ordinaria (anche se usata per molti meno addetti) ad una di 8100 dipendenti per la cassa Covid, di fatto però usata nei momenti di punta per circa 4mila unità.