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Giornale di Taranto - PIANETA ITALIA/ Arresto dell’ex senatore De Gregorio, coinvolto anche un militare tarantino: eseguite 9 misure cautelari
Mercoledì, 03 Giugno 2020 13:23

PIANETA ITALIA/ Arresto dell’ex senatore De Gregorio, coinvolto anche un militare tarantino: eseguite 9 misure cautelari In evidenza

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 Si chiama “Pianeta Italia” l'inchiesta della Squadra Mobile di Roma coordinata dalla DDA di Roma che ha portato alla luce un sistema di società create per riciclare denaro ed estorsioni a locali del centro. Con l'esecuzione di 9 misure cautelari per estorsione, riciclaggio e autoriciclaggio, e il sequestro di 5 società e oltre 470mila euro. E tra i provvedimenti eseguiti dalla Squadra Mobile della Questura capitolina c'è anche l'arresto e il trasferimento in carcere dell'ex senatore Sergio De Gregorio, 59 anni. Custodia cautelare in carcere anche per Antonio Fracella, di Nardò (Lecce), 41 anni, ex appartenente alla Marina militare; Vito Frascella, 40 anni, nativo di Taranto e anche lui ex appartenente alla Marina;  Giuseppina De Iudicibus, 56 anni, di Napoli; Michela Miorelli, 43 anni, di Rovereto, pregiudicata per reati tributari, truffa e bancarotta fraudolenta; Schena Pietro, 43 anni, di Roma. Arresti domiciliari invece per Vito Meliota, 37 anni, di Conversano (Bari); obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria per Michelina Vitucci, 44 anni, di Bari. Irreperibile e attivamente ricercato è Corrado Di Stefano, 68 anni, di Roma, già da tempo all’estero, destinatario della misura cautelare degli arresti domiciliari.

   Gli indagati sono ritenuti, a vario titolo e in concorso tra loro, responsabili di estorsione aggravata, autoriciclaggio e riciclaggio. 

 

In particolare De Gregorio, Schena, Fracella, Di Stefano, Frascella accusati di estorsione aggravata nei confronti del titolare del bar “Enjoy” di Via Chiana; poi De Gregorio, Schena, Frascella e Di Stefano di autoriciclaggio, avendo, al fine di ostacolarne la riconducibilità, impiegato il profitto derivante dall’estorsione investendolo nelle società Apron srl e Italia Global Service srl; Meliota, insieme ad altri non identificati, di estorsione aggravata nei confronti del titolare del bar “Surma” di Via Flavia 66; Miorelli di autoriciclaggio, per aver impiegato parte dei proventi derivanti da attività criminose nelle società Pianeta Italia  srl e Ittica Italiana srl; De Gregorio, Schena, Fracella, Vitucci, Frascella e De Iudicibus di riciclaggio dei proventi derivanti dalle condotte fraudolente della Miorelli all’interno delle società Pianeta Italia srl, Italia  GlobaL Service srl e APron srl; ancora De Gregorio, con Schena, Fracella, Vitucci, Frascella e De Iudicibus di riciclaggio dei proventi derivanti dalle condotte fraudolente della Miorelli, facendoli confluire nei conti della società Italia Global  Service srl; De Gregorio, Schena, Frascella e Vitucci di riciclaggio dei proventi derivanti dalle condotte fraudolente della Miorelli, facendoli confluire nei conti delle società Pianeta Italia srl e Italia Comunicazione sr L; De Gregorio, Schena, Frascella, De Iudicibus e Vitucci di riciclaggio dei proventi derivanti dalle condotte fraudolente della Miorelli, facendoli confluire nei conti della società Pianeta italia  srl; De Gregorio, Schena e De Iudicibus di riciclaggio dei proventi derivanti dalle condotte fraudolente della Miorelli, facendoli confluire nei conti della società della società Ittica Italiana srl.

 

 Le attività di indagine, condotte dalla I Sezione Criminalità Organizzata della Squadra Mobile di Roma, coordinate dai magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia si sono protratte per circa due anni ed hanno consentito di delineare il coinvolgimento degli indagati - il cui punto di riferimento è proprio l’ex senatore De Gregorio attorno al quale ruotano le dinamiche criminali del gruppo – nelle vicende estorsive in danno di due bar della capitale e nel reimpiego di oltre 470mila euro all’interno di società a loro facenti capo. Nell’aprile 2016, infatti, il gestore del bar “Enjoy” di Via Chiana denuncia una patita estorsione di 80.000 euro. I riscontri effettuati mediante le intercettazioni telefoniche ed ambientali, la visione delle telecamere di videosorveglianza e le dichiarazioni rese dalle parti, hanno consentito di ricostruire la dinamica dell’estorsione, posta in essere attraverso una serie di minacce, tra cui quella di far apporre i sigilli al locale. È lo Schena, ritenuto braccio destro dell'ex senatore, ad inviare presso il bar sia Frascella che Fracella, all’epoca militari in servizio nella Marina italiana, per esigere dal gestore la restituzione di 80.000 mila euro, asseritamente dovuti al Di Stefano da una terza persona. Sul posto è presente anche De Gregorio, che, preoccupato del possibile coinvolgimento nell’indagine per l’estorsione, mette a punto una strategia difensiva e consiglia a Di Stefano di sporgere querela nei confronti del gestore del bar di Via Chiana, per la sottrazione degli 80.000 euro. Pochi giorni dopo l’estorsione, peraltro, la medesima somma viene investita da Di Stefano nelle società Italia Global Service s.r.l. e Apron S.R.L, gestite occultamente da De Gregorio, Schena e Frascella. L’estorsione e il successivo autoriciclaggio del profitto da essa derivante  vengono mascherate, sempre su consiglio dell'ex senatore, attraverso il riconoscimento a Di Stefano di una quota societaria dell’Italia Global Service srl, all’interno della quale possiede una quota anche la Pianeta Italia srl (nella cui compagine societaria risultano Vitucci Michelina, moglie di Frascella e la figlia di Schena). Nelle intenzioni degli indagati, infatti, si cerca di far apparire l’estorsione come un semplice tentativo di aiutare il socio Di Stefano a recuperare un credito.

 

 L’estorsione nei confronti del bar “Surma” di via Flavia, invece, ha inizio dalla cessione da parte di Vito Meliota della licenza dello stesso bar, con la contestuale sottoscrizione di una clausola risolutiva espressa che gli consente di recuperare tale licenza in caso di inadempimento dell’acquirente. Ed è a seguito del mancato versamento di alcune rate che Meliota, supportato da Schena che ha interesse a subentrare nell’affare anche per conto di De Gregorio, inizia a minacciare il gestore del “Surma” per riottenere la licenza. È lo stesso gestore, nelle dichiarazioni rese, a tratteggiare le minacce ricevute: “Vito è venuto da me e mi ha minacciato e in una circostanza addirittura mi ha aspettato sotto casa”(...) “per pochi giorni ho deciso di chiudere il locale e dopo una settimana sono tornato e ho trovato una catena chiusa con un lucchetto (...) ho consultato gli altri soci ma abbiamo capito che era meglio evitare altre ripercussioni ed andare via mollando tutto (...). In diverse occasioni, infatti, sia Vito che alcuni suoi amici mi avevano consigliato di lasciare il locale e andare via”. Nel gennaio 2017 e dopo aver sottoscritto, dietro minaccia di Meliota - accertano le indagini della Mobile - e a condizioni assolutamente svantaggiose, un mandato di mediazione per la vendita della licenza del bar, il gestore del “Surma” lascia definitivamente il locale. La licenza viene poi monetizzata da Meliota, attraverso la vendita alla neo costituita società Pianeta Italia Food srl, riconducibile sia allo stesso Meliota che all'ex senatore, che anche in questo caso è a conoscenza di tutta la vicenda e si adopera per gestire le questioni pratiche legate alla costituzione della società e alla intestazione delle quote.    Le attività di indagine e in particolare gli accertamenti bancari sulle varie società facenti capo direttamente o indirettamente agli indagati, hanno consentito di risalire all’ingente flusso di denaro transitato sui conti correnti delle stesse e quindi ricostruire le contestate operazioni di autoriciclaggio e riciclaggio. Tra le società coinvolte, vi è anche la Italia Comunicazione srl che gestisce il magazine online Pianeta Italia News, “periodico di attualità, politica, cultura e sport” all’epoca dei fatti diretto da Maria Palma, moglie di De Gregorio.

 

Figura chiave nelle operazioni di autoriciclaggio e successivo riciclaggio è per gli investigatori romani quella di Michela Miorelli, commercialista con affari a Milano che, nella primavera del 2016 entra in contatto con De Gregorio e gli altri. È dai conti di Miorelli, infatti, che tra maggio e novembre 2016 partono senza alcuna reale causale oltre 390mila euro – ritenuti provento dei reati tributari, di truffa e bancarotta fraudolenta per i quali viene indagata e poi condannata dal Tribunale di Milano nel 2019 – e finiscono sui conti correnti intestati alle società Pianeta Italia srl e Ittica Italiana srl, riconducibili al gruppo. Nel dicembre 2016, però, la perquisizione eseguita presso l’ufficio della Miorelli all’interno di uno studio legale romano mette in allarme l’ex senatore che, per timore di esser coinvolto direttamente o indirettamente nell’indagine milanese, si preoccupa quindi di cercare una linea difensiva che possa giustificare le interazioni economiche con la stessa Miorelli, raccomandando agli altri di eliminare ogni traccia e contatto che potesse portare alla stessa e suggerendo anche cosa dichiarare in caso di accertamenti. I timori nei confronti dell’indagine milanese emergono chiaramente dalle conversazioni telefoniche tra gli indagati, nelle quali De Gregorio insiste sul pericolo derivante da una analisi approfondita dei flussi finanziari da parte della Guardia di Finanza e sulla conseguente contestazione del riciclaggio “alle persone fisiche” e non solo alle società. Le preoccupazioni dell’ex senatore sono legate infatti alle operazioni di riciclaggio compiute a partire dal maggio 2016 e attraverso le quali vengono reimpiegate - con il solo fine di ostacolare l’identificazione della provenienza dai conti della Miorelli e garantirsi vantaggi personali - le somme versate da questa sui conti correnti della Pianeta Italia srl e della Ittica Italiana srl, riconducibili agli indagati. In particolare, gli accertamenti bancari hanno consentito di accertare che la Miorelli effettua due bonifici per un totale di 195.200 euro su un conto corrente intestato alla Pianeta Italia srl. La Pianeta Italia srl emette quindi un assegno circolare per l’importo di 66.200 euro in favore della neo costituita Italia Global Service srl e dispone un bonifico di 48.800 euro in favore della Apron srl, occultamente gestita - secondo l'esito delle indagini - da De Gregorio. Per questa operazione risultano indagati l'ex senatore, Schena, Frascella, Vitucci, Fracella e De Iudicibus.

 

 Inoltre, la Miorelli effettua un bonifico di 70.000 euro in favore della società Pianeta italia srl, la quale successivamente trasferisce circa 41.000 euro alla Italia Global Service. Di questi, 13.500 vengono prelevati in contanti, 3000 vengono utilizzati per pagare biglietti aerei e 5000 vengono impiegati per pagare una fattura a Italia Comunicazione srl, altra società controllata da De Gregorio. E per questa operazione risultano indagati l'ex senatore, Schena, Frascella, Fracella, Vitucci e De Iudicibus.    E ancora: Miorelli effettua un bonifico con causale fittizia su un conto corrente intestato alla Pianeta Italia srl. Di questi, circa 29.000 euro vengono impiegati quali giro fondi a favore di Pianeta Italia, 5.000 euro per un bonifico a favore della Italia Global Service srl e 1.000 per la ricarica di una carta intestata a Vitucci. Anche per queste operazioni ricorrono i nomi, da indagati, di De Gregorio, Schena, Frascella, Fracella, De Iudicibus e Vitucci. Segnalata poi l'operazione che vede Miorelli effettuataria di due bonifici in favore della Pianeta Italia srl per un totale di 80.000 euro, cui seguono una serie di attività tra le quali un bonifico a Italia Comunicazione srl, l’emissione di una serie di assegni circolari e un bonifico in favore di Merigrazia Ponte, compagna di Schena. E per questo passaggio risultano indagati De Gregrio, Schena, Frascella, Vitucci e Fracella.      C'è poi l'operazione fatta da Miorelli di 6 bonifici, per un totale di 35.500 euro su un conto corrente intestato alla Ittica Italiana srl, appositamente acceso per farvi confluire tali somme e ostacolare pertanto l’identificazione della loro provenienza delittuosa. Per giustificare il flusso di denaro, anche in questo caso De Gregorio elabora - a detta degli investigatori - una articolata strategia difensiva, emersa dalle intercettazioni telefoniche, con De Iudicibus, amministratore unico della società Ittica Italiana.    L’ex senatore, infatti, suggerisce una versione dei fatti che vede la Miorelli interessata all’apertura in Portogallo di un allevamento di pesce attraverso la società Ittica Italiana, per la quale si sarebbe avvalsa della sua consulenza e di quella dello Schena. Le somme, dunque, secondo la versione creata ad arte dall'ex senatore, sarebbero servite per le spese e i viaggi in Portogallo effettuati per verificare la fattibilità dell’affare, che poi sarebbe saltato. Per questa operazione, con De Gregorio risultano indagati Schena e De Iudicibus. Con l’esecuzione delle ordinanze restrittive della libertà personale, anche esecuzione del decreto di sequestro preventivo delle quote sociali, dei conti correnti e del complesso aziendale dei beni che sono nel patrimonio aziendale di APRON srl, Italia Global Service srl, Pianeta Italia srl, Italia Comunicazione srl, ITTICA ITALIANA srl.