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Giornale di Taranto - FASE 2 bis/ I sindaci pugliesi uniti per frenare movida e assalti alle spiagge libere chiedono sostegno
Lunedì, 25 Maggio 2020 14:42

FASE 2 bis/ I sindaci pugliesi uniti per frenare movida e assalti alle spiagge libere chiedono sostegno In evidenza

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“La movida che abbiamo visto nell'ultimo fine settimana è un fatto certamente preoccupante. Rischiamo  di vanificare tutti gli sforzi fatti”. A dirlo, il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, pur riconoscendo che “non possiamo nemmeno pensare di impedire ai cittadini di vivere le proprie libertà e alle attività produttive di ripartire, né di mettere un vigile o un ausiliario al seguito di ciascun bagnante”. “Siamo molto in affanno per la mancanza di attenzione e di risorse da parte del Governo - aggiunge - chiediamo quanto meno che, per il tramite della Prefettura, tutti gli enti che hanno competenza sulle spiagge pubbliche, si rendano disponibili a sburocratizzare pareri e autorizzazioni, o non saremo in grado di assumere alcuna iniziativa concreta nei tempi utili per la stagione estiva”. Melucci stamattina ha partecipato al confronto tra i sindaci e il prefetto  di Taranto per discutere delle misure organizzative per consentire ai cittadini di fruire in sicurezza dei lidi balneari pubblici. Questo, viene precisato, “alla luce dell'ordinanza regionale emessa sul punto nella giornata di domenica scorsa e delle linee guida del Governo sull'impiego dei cosiddetti assistenti civici”. “Occorre ancora richiamare tutti a un grande senso di responsabilità e al rispetto delle buone regole anti Covid-19”, avverte. E annuncia che “anche tra mille difficoltà di tipo operativo e finanziario, i comuni rivieraschi stanno lavorando a uno schema di delibera condiviso, a una cartellonistica omogenea, alla delimitazione degli spazi pubblici e a una convenzione generale con Protezione Civile e associazioni di volontariato”. 

Il sindaco di Pulsano: lidi pubblici chiusi per altri 7 giorni 

 

 

Il sindaco di Pulsano, Francesco Lupoli, ha vietato con ordinanza l’accesso sulle spiagge libere e pubbliche del Comune del Tarantino per altri sette giorni, sino a domenica prossima. Le spiagge in Puglia, come da ordinanza regionale, sono aperte da oggi, ma il sindaco di Pulsano ha messo nel suo territorio altri sette giorni di divieto per due motivi. Anzitutto, ha spiegato, per poter organizzare tutti i servizi e le relative misure di sicurezza, non essendoci stato tempo di farlo in quanto l’ordinanza della Regione Puglia è di venerdì scorso. In secondo luogo, il sindaco è rimasto negativamente colpito dagli assembramenti che ha visto lungo le spiagge libere del suo Comune - uno dei più rinomati e affollati della costa orientale  tarantina - nelle giornate di sabato e di ieri. E perciò vuole evitare che si ripetano.  “Io - ha dichiarato il sindaco Lupoli - le spiagge libere, se non per sport o per pesca, le tengo ancora chiuse. Non le apro. Se qualcuno vuole andarci a fare il bagno, deve sapere che rischia la sanzione. La responsabilità penale da oggi, con l’ordinanza regionale, è la mia. Ecco perché le tengo ancora chiuse”. “C’è gente, purtroppo - ha detto il sindaco di Pulsano -, che non riconosce l’autorità nella Polizia locale, figuriamoci nelle associazioni di volontariato. Io, quindi, prima di aprire, metterò cartelli con le misure da adottare, sia generiche che specifiche”. “Il distanziamento fisico sulle spiagge lo faremo noi - ha annunciato il sindaco di Pulsano -. Picchetteremo tutte le spiagge libere, individueremo corridoi e distanze, individueremo le vie di accesso alla spiaggia”.

 

“Non posso da oggi dire “liberi tutti” - afferma Lupoli -, no, io imporrò. Individueremo piazzole e aree solarium in questa settimana e vi daremo così le condizioni migliori. Se aprissi già oggi le spiagge libere, sarebbe un delirio perché ci sono stati comportamenti senza dignità”. Per il sindaco di Pulsano, “sabato e domenica sono accadute cose abbastanza gravi che non possono essere taciute, nè nascoste. Molti hanno fatto un giro sulla litoranea e quello che è accaduto credo sia sotto gli occhi di tutti. Polizia locale e Carabinieri sono scesi su diversi spiagge ed hanno elevato delle sanzioni. Lo squallore cui si è assistito, è assurdo”. “Anche mio figlio di otto anni - ha proseguito il sindaco di Pulsano - è rimasto sorpreso ed ha detto: papà, ma si sapeva che dopo il Covid sarebbe accaduto questo. Ma mio figlio ha otto anni e non conosce le differenze di fondo che noi dovremmo invece conoscere. È vero - ha sostenuto ancora il sindaco di Pulsano - che dopo 70 giorni di clausura ci hanno dato la possibilità di uscire, di prendere un caffè, di mangiare una pizza fuori, ma la mancanza di attenzione da parte di tutti noi è scandalosa, con persone che usano la mascherina come se fosse un ornamento, mettendola come una collana. Ma qui  se aumentano anche di poco i contagi, si rischia di richiudere di nuovo tutto”. Il sindaco ha infine annunciato che “anche  il Comune di Pulsano è tra i Comuni dove si farà un’analisi sugli asintomatici per vedere se hanno contratto il virus. Verrà interessato un campione della popolazione di Pulsano, se ne occuperà l’Asl e penso che sia una cosa di fondamentale importanza”.

Il sindaco di Giovinazzo: altro che volontari qui ci vuole l’esercito vero 

 

“Per i controlli anti-assembramento servono le forze dell’ordine, l’idea di creare un esercito di volontari, buttandoli in pasto al caos di questi giorni, è veramente inaccettabile”: lo ha dichiarato il sindaco di Giovinazzo, Tommaso De Palma, commentando la decisione del Governo di mettere in campo 60.000 volontari per affiancare le forze dell’ordine nei controlli, soprattutto sulla movida. De Palma ha scritto una lettera aperta al ministro Francesco Boccia, precisando che quello attualmente in atto tra il Governo e gli enti locali è “un dialogo tra sordi”. Il primo cittadino si è detto “atterrito” di fronte alla recente scelta, ribadendo la necessità di mettere in campo l’Esercito. E, nell’eventualità in cui il Governo volesse proseguire in tale direzione, propone di utilizzare i percettori del reddito di cittadinanza, “un esercito di cittadini che sono in attesa delle proposte di lavoro mai arrivate. Ogni comune da qualche settimana ha finalmente potuto conoscere i fruitori del reddito di cittadinanza sul proprio territorio e quindi potrebbe al limite utilizzarli per "piazzarli" per strada e nei posti di aggregazione”. De Palma si dice però preoccupato del fatto che gli assistenti civici non potranno elargire neanche un verbale”, perché - a suo dire - “senza i verbali e le sanzioni, purtroppo in tanti non capiscono quello che avrebbero il dovere di fare”. “Mi spiace che il presidente Anci, Antonio Decaro, abbia condiviso questa iniziativa, che tra l'altro in tanti Comuni (compreso il nostro) stavamo già ipotizzando senza bisogno di tanto spolvero mediatico - ha aggiunto -  Ma a noi servono le forze dell'ordine, quelle con le stellette per capirsi, quelle con le divise, con i mezzi e soprattutto con il potere di fare qualcosa di concreto”. 

Il sindaco di Polignano: pronto ad assumere misure severe 

 

 -“Se non ci saranno cambiamenti e se le attività non collaboreranno nel far rispettare il Decreto del presidente del Consiglio, mi vedrò costretto ad adottare misure di contrasto più severe”: lo annuncia il sindaco di Polignano (e coordinatore di Anci Puglia), Domenico Vitto, al termine di un week end caratterizzato dalla presenza di migliaia di persone nella cittadina turistica del barese, molte delle quali non hanno rispettato i divieti di assembramento. Nel primo week end di vera libertà sono state tante le persone che non hanno voluto rinunciare alla tradizionale passeggiata nei vicoli del centro storico. Tante le persone segnalate senza mascherine e anche i capannelli di gente che non rispettava la distanza di sicurezza. “Quello che sta succedendo a Polignano in queste ore è di una gravità inaudita - ha detto domenica sera Vitto, commentando le segnalazioni inoltrate dai cittadini - Le forze dell'ordine fanno il possibile, ma senza la collaborazione dei cittadini non è facile. Nelle prossime ore sentirò il prefetto e il questore per chiedere maggiori risorse per poter controllare il territorio. Se in questo momento commettiamo errori, ce ne accorgeremo tra diverse settimane e forse sarà troppo tardi. L'appello al senso civico evidentemente non è servito e questo mi addolora”. Il sindaco ha annunciato che potrebbero essere emesse misure più restrittive di quelle del Governo, per limitare gli assembramenti. 

 

 

 

 

 

 

 

  "È certamente utile, per i Comuni, l'iniziativa di arruolamento volontario di 60.000 assistenti civici per aiutare nella gestione dell'emergenza epidemiologica". Lo riferisce all'Agi il sindaco di Lecce, Carlo Salvemini, commentando l'iniziativa che riguarda l'impiego della Guardia civica per far rispettare le prescrizioni della Fase 2.

Il sindaci di Lecce e di Bari :utile l’impiego della guardia civica 

 

"Come ha giustamente ricordato Antonio Decaro a nome di Anci, il corpo della Protezione civile - sostiene ancora Salvemini - si è rivelato fondamentale per fare fronte ai tanti servizi attivati in questi mesi. Quindi ben vengano quindi i circa nuovi 100 volontari che potrebbero decidere di impegnarsi a Lecce per darci una mano: ne abbiamo comunque tanto bisogno. È bene però precisare, per evitare incomprensioni future, che i controlli sull'osservanza del divieto di assembramenti di persone in luoghi pubblici o aperti al pubblico - sottolinea il sindaco di Lecce - non può essere delegata a questi nostri concittadini volontari. Perché trasferiremmo loro una responsabilità che realisticamente non possono assumersi. Sul punto c'è da essere chiari: nel momento in cui si è deciso di correre il rischio della ripresa delle attività economiche, produttive e sociali non è immaginabile controllare i movimenti, tutti autorizzati, di 60 milioni di italiani nelle rispettive città. Le nostre forze di polizia non sono nelle condizioni di essere ovunque nello stesso momento. Stiamo vivendo una fase dell'emergenza - osserva ancora Salvemini -, al pari di tanti altri Paesi, che fa leva da una parte su informazione, sensibilizzazione, raccomandazione alla cittadinanza e dall'altra sulla responsabilità individuale. Che potrà durare fino a quando la curva epidemiologica ce lo consentirà, speriamo a lungo. Chiamare agenti in divisa o volontari in pettorina a fare rispettare il divieto di assembramenti è come voler svuotare il mare con un cucchiaio. Del resto, come istituzioni, abbiamo anche la responsabilità di dover dare un messaggio chiaro al Paese. Se stabiliamo sostegni alle attività economiche e produttive e incentivi al turismo, se programmiamo riapertura mobilità regionale e frontiere nazionali, se promuoviamo il messaggio di venire in vacanza in Italia, non possiamo mostrarci impauriti - ravvisa infine il sindaco Carlo Salvemini - che piazze, strade, spiagge si riempiano di vita. Pensiamo forse che i turisti verrebbero in Italia per rimanere chiusi in albergo?" 

 

“Non sono ronde, ma distributori di buona educazione. Serviranno nei parchi o nei mercati per contare gli ingressi, e sapere quante persone ci sono all’interno. Li useremo per distribuire generi alimentari e farmaci”. In un intervista a la Repubblica il sindaco di Bari nonché presidente dell’Anci Antonio Decaro spiega come intende utilizzare l’esercito dei volontari (60mila) che il governo ha arruolato e messo a disposizione dei Comuni italiani e da reclutare in qualità di assistenti civici tra i tanti disoccupati, cassintegrati e tra chi dispone del reddito di cittadinanza.