Riceviamo e pubblichiamo un intervento a firma di Luca Fusaro il quale partendo dai dati raccolti e messi a confronto solleva una serie i interrogativi.
Mi chiamo Luca Fusaro, sono dottore magistrale in Economia Applicata ed esperto di elaborazione grafica di dati statistici. Attualmente mi occupo di analizzare i dati sul Covid-19 a livello provinciale, regionale e nazionale utilizzando i dati del Ministero della Salute. Ho collaborato con vari giornali in Calabria, Umbria, Liguria ed Emilia Romagna.
Per verificare la positività al Covid-19 la tecnica utilizzata è l’analisi dei tamponi. Ad ogni soggetto trovato positivo vengono effettuati più tamponi (con due tamponi negativi si è dichiarati guariti). Dal 23 aprile il Ministero della Salute introduce, nel suo report giornaliero, una nuova colonna chiamata casi testati. I casi testati si riferiscono alle singole persone testate e sono quei tamponi utilizzati per verificare la prima positività di un soggetto.
In Puglia, alla data del 6 maggio, i casi testati riportati dal Ministero della Salute risultano essere 68.760 e i tamponi 70.944.
Il 7 maggio risultano 51.638 casi testati e 72.796 tamponi.
Tra il 6 e il 7 maggio troviamo una riduzione di ben 17.122 casi testati.
Alla data del 16 maggio, il Ministero della Salute riporta 61.942 casi testati e 89.611 tamponi effettuati. Com’è possibile che il totale delle persone testate fino al 6 maggio risulta superiore a quello del 16 maggio? Come mai i casi testati fino al 7 maggio risultano essere inferiori a quelli del giorno precedente?
dott. Luca Fusaro