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Giornale di Taranto - RIPARTENZE/ Il Sud che resiste tra paure e speranze
Domenica, 19 Aprile 2020 13:04

RIPARTENZE/ Il Sud che resiste tra paure e speranze In evidenza

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I casi di contagio continuano ad essere contenuti, così come quello dei decessi, mentre un vero e proprio allarme per i posti in terapia intensiva, comunque aumentati, fino ad oggi fortunatamente non è mai scattato. Fino ad oggi, appunto.

    Sul fronte della lotta al coronavirus, dopo la prima ondata di rientri tra l'8 e il 10 marzo, al Sud ora la preoccupazione arriva dal possibile allentamento delle misure, invocato a gran voce dal governatore del Veneto, Luca Zaia, che chiede alcune aperture già da subito, e dal presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, che comunque vincola il tutto alle decisioni degli scienziati.

 

Vincenzo De Luca, presidente della Campania, è stato il primo a "bocciare" le dichiarazioni di Zaia sulla fine del lockdown. "In questo momento - sottolinea - dobbiamo avere un grande senso di responsabilità. Se dovessimo avere corse in avanti nelle regioni dove c'è il contagio forte, la Campania chiuderà i suoi confini. Faremo un'ordinanza per vietare l'ingresso dei cittadini provenienti da quelli regioni".

    Sulla stessa lunghezza d'onda la governatrice della Calabria, Jole Santelli, esponente di Forza Italia: "Non ci faremo certo prendere dalla fretta adesso, e a De Luca che dice di voler chiudere oggi dico che i confini calabresi sono chiusi dal 7 marzo, ancora prima che lo facesse il Governo, perché abbiamo cercato di evitare l’esodo dei fuori sede e da allora le cose non sono cambiate perciò “qui è ancora tutto blindato. Per il futuro valuteremo in base ai dati e in Calabria procederemo con gradualità, in quanto non possiamo correre rischi”. Da questa mattina, intanto, in Calabria sono consentite alcune attività, come la manutenzione degli stabilimenti balneari, l’apertura dei laboratori di pasticceria nei giorni festivi, con il servizio a domicilio, e ci si potrà spostare fuori dal proprio Comune per lavorare nei campi.

 

Altra regione che già da oltre un mese ha deciso di chiudere i propri confini è la Basilicata, guidata da Vito Bardi, che in alcuni degli ultimi giorni ha fatto anche registrare zero contagi. Ma Bardi guarda anche alla ripresa: "Laddove ci sono le condizioni sanitarie,  e in Basilicata al momento ci sono, siamo pronti per aprire in totale sicurezza. Ovviamente non tutto - dice - ma alcuni asset che decideremo con il Governo, se ci sono le condizioni bisogna aprirli. La priorità va data all'agricoltura che non ha mai chiuso, ma anche all'automotive e quindi alla Fca di Melfi e a tutto il suo indotto. E poi l'artigianato, anch'esso importantissimo". Per Bardi "bisogna poi pensare al turismo. L'Italia, prima potenza turistica al mondo, non può buttare a mare un'intera stagione. Come ripartire debbono dircelo i tecnici". 

    Diversa la posizione di Mihele Emiliano, presidente in Puglia, che in un'intervista ha definito simpatico De Luca (" ma non è il momento di regolare i conti con il Nord") e oggi ha reso noto che negli ultimi sei giorni lavorativi sono stati emessi mandati di pagamento per circa 140 milioni, “La Regione Puglia c'è – afferma - c'è per chi ha bisogno, c'è per chi ha paura di non farcela, c'è per contrastare questa emergenza che non è solo sanitaria, ma ha impatti sul tessuto economico e sociale. L'ho già detto e lo ripeto: adesso c'è bisogno di concretezza”.

 

“Abbiamo fatto una riunione con tutte le regioni italiane prima che Bonaccini andasse a quest’incontro col presidente del Consiglio ed io avevo raccomandato di non esagerare in entusiasmi. Nel senso che in quasi tutte le regioni italiane c’è in calo consistente dei contagi, ma non possiamo dire di aver raggiunto una situazione di sicurezza. La data che gli scienziati ci hanno suggerito, quella del 4 di maggio, per ricominciare, è una data corretta sulla dobbiamo prepararci con attenzione e senza scatenare il caos”. Lo ha detto il presidente della Regione Puglia,  Michele Emiliano, in una intervista a Tgcom24 commentando gli esiti della cabina di regia a Palazzo Chigi per la Fase 2. 

 

 Circa la linea manifestata da altre Regioni, tra cui la Campania, che non escluderebbe misure severe come la chiusura dei confini regionali a chi arriva da altri territori, Emiliano ha detto di essere “ammiratore di De Luca, che utilizzata delle iperboli, delle esagerazioni. Però evidentemente - ha chiarito Emiliano - le utilizza per rendere chiari i concetti, non perché quelle parole corrispondano ad una effettiva disponibilità perché, dal punto di vista giuridico, i presidenti di Regioni non possono chiudere i confini”. “Però è evidente - ha aggiunto il governatore della Puglia - che chi, sino a qualche settimana fa, auspicava la totale chiusura, il totale fermo del Paese ed era spaventato di qualsiasi cosa, adesso, improvvisamente, si rende conto che il peso del lockdown è forte e quindi le sollecitazioni che subisce da parte delle imprese hanno cambiato radicalmente il modo di pensare. Io penso - ha aggiunto Emiliano - che un po’ più di equilibrio sia necessario, anche se comprendo governatori di regioni che sono state travolte da questa vicenda ed evidentemente soffrono in modo particolare. Hanno la nostra totale solidarietà anche quando sono preoccupati del sistema economico. Però - ha concluso Emiliano - i ragionamenti che facevamo solo qualche giorno fa sulla necessità di dare priorità alla tutela della salute, secondo me rimangono intatti e dobbiamo seguire questa strada”. 

Il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, componente della cabina di regia per la cosiddetta "Fase 2", sceglie una via di mezzo e annuncia una nuova ordinanza per le prossime ore: "Siamo nel momento più difficile - afferma - e bisogna conciliare, da un lato, l'esigenza di riaprire gradualmente e dare un segnale di fiducia al popolo siciliano, e dall'altro avere la prudenza di non vanificare quanto fatto".

    I governatori del Sud, insomma, guardano soprattutto al contenimento dei contagi, ma non trascurano affatto le condizioni di una economia quasi al collasso e che ha bisogno, con urgenza, di rimettere in moto i motori.