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Giornale di Taranto - CORONAVIRUS-FASE 2/ Confindustria Puglia, un piano condiviso per la ripartenza
Mercoledì, 08 Aprile 2020 10:31

CORONAVIRUS-FASE 2/ Confindustria Puglia, un piano condiviso per la ripartenza In evidenza

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 Rimettere in moto dopo Pasqua la Puglia che produce, riaprire le imprese, farlo ovviamente con gradualità e con un piano condiviso e guidato. Lo dichiara in un colloquio con AGI il presidente di Confindustria Puglia, Domenico De Bartolomeo, dando voce alle imprese della regione nei giorni del Coronavirus. “Abbiamo un certo numero di imprese - spiega De Bartolomeo - che si sono rivolte alle Prefetture perché fanno parte e sono integrate in filiere produttive e industriali che stanno andando avanti in quanto autorizzate, ed altre imprese che chiedono di ripartire per alcune esigenze. Ma al di là di questa specificità - osserva - direi che ormai il sentimento diffuso è che si aspetta, dopo Pasqua, un programma di riapertura”. “Mi sembra maturo il tempo della valutazione di una riapertura. Inizialmente non c’era questa spinta, ma adesso si, e viene non solo dalle aziende ma anche dai lavoratori. Perché - prosegue il presidente di Confindustria Puglia - con i tempi dell’economia,  pensare un altro mese così, mi sembra una cosa davvero complicata”. Secondo il presidente degli industriali pugliesi, “occorre pensare ad una ripartenza graduale, per settori. Anche perché tranne le aree più colpite dell’Italia, dove sarà magari necessario fare valutazioni diverse, in Puglia penso che si possa e si debba ricominciare con un piano organizzato, in sicurezza. È ovvio che dobbiamo garantire il rispetto delle misure di salvaguardia e noi imprenditori dobbiamo fare la nostra parte”. 

 

Per De Bartolomeo, non c’è, in questa fase, un settore produttivo o un’area territoriale che più di altri spinge per riaprire: “la pressione - sostiene - è abbastanza omogenea e tranne il settore agroalimentare e agroindustriale che non ha mai chiuso, l’edilizia e l’industria chiedono di riprendere. Un discorso a parte è dato invece dal turismo, dove servirà fare qualche valutazione in più”. “Quasi tutte le strutture sono chiuse - sostiene il presidente di Confindustria Puglia -, la stagione è andata ed ad agosto è impensabile che si possa andare avanti come se nulla fosse accaduto o recuperare. Senza trascurare che c’è un’area importante, che va dalle comunioni ai matrimoni per finire agli eventi, che è ormai off limits”. “Insisto comunque - afferma De Bartolomeo - nel chiedere un punto di situazione subito dopo Pasqua, un aggiornamento di situazione, vedere settore per settore affidandosi ad una cabina di regia, ad una task force, che guidi il tutto. Stiamo confrontandoci con la Regione Puglia e parlando anche di altro oltrechè di emergenza sanitaria”. “Ricorso alla cassa integrazione Covid 19? Nell’ultima videoconferenza fatta attraverso Skype, ho chiesto numeri al riguardo - conclude De Bartolomeo - ma non ci sono ancora. Credo che abbiamo bisogno ancora di alcuni giorni, arrivare almeno alla metà del mese, per capire quale è stato in Puglia il ricorso alla cassa integrazione per Coronavirus. In quella videoconferenza Skype, ho posto il problema di avviare la ripresa delle aziende  devo riconoscere che questa necessità è stata compresa da tutti”. 

Appello di Paolo Campagna (Ance) ai sindaci e al presidente della Provincia “serve un piano post emergenza”

 

“Siamo in una strana “guerra” che ci impone più responsabilità del previsto ed è per questo che mi appello a tutti i sindaci del territorio e al presidente della Provincia affinché elaborino al più presto con noi un piano di interventi per il post emergenza che sarà l’unica vera possibilità di rilancio di parte della nostra economia”. Lo chiede alle istituzioni il presidente di Ance Taranto (Associazione costruttori edili di Confindustria), Paolo Campagna, per superare lo stallo dell’economia e dell’edilizia causato dal coronavirus.  “Bisognerà anche cominciare a pensare alle giuste scelte - afferma Campagna -, alle misure fino a ieri non considerate da adottare per sostenere le imprese e gli investimenti, semplificando procedimenti ed incentivando concretamente gli operatori attraverso la leva della fiscalità locale”.

 

Secondo il presidente di Ance Taranto, “il punto debole rischia di essere la macchina delle istituzioni territoriali, che, malgrado le risorse annunciate dal Governo, potrebbe trovarsi nell’impossibilità di mettere in atto i programmi di spesa indispensabili per il dopo pandemia”. Ance Taranto  evidenzia poi la parte del decreto “Cura Italia” dove è lo  Stato “a spronare le pubbliche amministrazioni ad “adottare ogni misura organizzativa idonea ad assicurare ragionevole durata e celere conclusione dei procedimenti”.  Le amministrazioni pubbliche, insomma - rileva Campagna -, utilizzino questo tempo di difficoltà per attrezzare al meglio i propri uffici e dare gli opportuni riferimenti operativi ai tecnici, come richiesto unitariamente dagli ordini professionali”. Per Ance Taranto, “anche in modalità smart working, occorre in questa fase concentrare ogni sforzo e velocizzare i passaggi interni dei procedimenti al fine di essere pronti al riavvio delle attività con gli esiti ed i provvedimenti per cittadini ed imprese”. “Ci sono pratiche ferme da anni - conclude Campagna -, iter da completare e progettazioni da chiudere, gare d’appalto da indire, procedimenti edilizi da sbloccare e Conferenze di Servizi da tenersi in remoto con le quali assumere, senza indugi, le decisioni che ci dovranno servire per ripartire”

Cesareo (Federmeccanica) “più stiamo fermi, più perdiamo clienti e quote di mercato”

 

“Su circa 500 dipendenti del gruppo, attualmente siamo in 300 al lavoro, con tutte le cautele imposte dal Coronavirus, e circa 200 in cassa integrazione”. Lo dichiara, in un colloquio con AGI, l’imprenditore Vincenzo Cesareo, già presidente di Confindustria Taranto e consigliere nazionale Federmeccanica. “Stanno continuando a lavorare - spiega Cesareo - Comes e Marra, che rientrano nei codici Ateco, mentre c’è un momentaneo stop per un’altra nostra azienda, Nuova Gamma. Le attività che stanno andando avanti sono quelle del Mose di Venezia, in Danimarca, dove peraltro non siamo riusciti a far rientrare le persone in Italia, e della manutenzione di alcune centrali”.

 

“Abbiamo invece fermato le attività a Genova con Fincantieri ed altre in Inghilterra” afferma Cesareo. “Lo smart working - prosegue - lo abbiamo potuto fare in misura ridotto ma abbiamo comunque adeguato sedi e uffici per lavorare al meglio nel rispetto della sicurezza”. “Credo, come molti altri imprenditori - sostiene Cesareo -, che dopo Pasqua si debba fare un punto di situazione e vedere come ripartire con tutte le cautele del caso. Anche perché più stiamo fermi, più perdiamo clienti e quote di mercato. Le ripercussioni - rileva Cesareo - ci sono già. Partiamo dalla contrazione del fatturato per finire ai nuovi costi: mascherine, dispositivi di protezione individuale, mezzi di trasporto aggiuntivi per i dipendenti. Eppoi aggiungerei l’impatto, per niente irrilevante, della psicosi. Perché se non sei tranquillo, sereno, è evidente che non sei nemmeno nelle condizioni di poter lavorare bene”. “Le nuove misure del Governo verso le imprese? Un Paese come l’Italia fortemente indebitato - sostiene l’ex presidente di Confindustria Taranto - è evidente che non poteva permettersi null’altro. Quindi dico bene ma a condizione di restituirlo nei tempi giusti. È impensabile che le imprese possano recuperare lavoro e fatturato che hanno perso in una botta, perciò dico che quel debito va adesso restituito con calma. In ogni caso - conclude Cesareo - le misure del Governo non mi sembrano malvage”.