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Giornale di Taranto - CORONAVIRUS/ Emiliano “ancora insufficienti i dispositivi arrivati dalla Protezione civile molto al di sotto del fabbisogno giornaliero”
Sabato, 28 Marzo 2020 21:48

CORONAVIRUS/ Emiliano “ancora insufficienti i dispositivi arrivati dalla Protezione civile molto al di sotto del fabbisogno giornaliero” In evidenza

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 1.335 mascherine ffp3, 62.740 macherine ffp2, 112.600 mascherine chirurgiche e 36.000 mascherine TNT (di tipo Montrasio non a uso chirurgico), zero tute e zero ventilatori meccanici per le terapie intensive. Sono i quantitativi di dispositivi di protezione individuale (dpi) arrivati, da ieri a oggi 28 marzo, in Puglia dal Dipartimento della Protezione civile di Roma per affrontare l'emergenza sanitaria da Coronavirus. A fronte di un fabbisogno giornaliero che rimane, secondo quanto calcolato dalla Protezione civile regionale, di 33.500 mascherine ffp3  e altrettante ffp2, 21.350 tute e 408 ventilatori meccanici. “Anche oggi il fabbisogno di dpi non è stato coperto dagli invii della Protezione civile nazionale", ha commentato il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano. "Nel pomeriggio, dalle ore 16 in poi, siamo stati impegnati - ha proseguito il governatore pugliese - in una lunghissima riunione in videoconferenza con Roma per stabilire i criteri di ripartizione dei dpi tra le regioni. È stato concordato un criterio che tenga conto del numero complessivo del personale socio-sanitario, comprensivo quindi di tutto il personale degli ospedali pubblici, privati ed ecclesiastici, ma anche di tutti i medici di famiglia, i pediatri di libera scelta, i medici della continuità assistenziale e tutto il personale socio-sanitario coinvolto nella gestione delle oltre 130 strutture per la cura degli anziani". "Questo criterio - ha aggiunto Emilaino - dovrebbe mitigare gli effetti disastrosi del criterio che fino ad oggi la Protezione civile si è data, senza condividerlo con le Regioni, di ripartire i dpi secondo il numero dei contagiati. Abbiamo anche precisatoche il criterio suddetto va corretto, calibrandolo al numero della popolazione, per evitare  - ha concluso  Emiliano - che le regioni con il minor numero di dipendenti vengano penalizzate rispetto ad altre a parità di abitanti”.