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Giornale di Taranto - CORONAVIRUS/ Nuove audizioni del prefetto su ArcelorMittal decisione prevista nelle prossime ore. I sindacati “la salute di lavoratori e famiglie viene prima della produzione” . I parlamentari 5S al prefetto “stabilimento al minimo tecnico”
Mercoledì, 25 Marzo 2020 11:24

CORONAVIRUS/ Nuove audizioni del prefetto su ArcelorMittal decisione prevista nelle prossime ore. I sindacati “la salute di lavoratori e famiglie viene prima della produzione” . I parlamentari 5S al prefetto “stabilimento al minimo tecnico” In evidenza

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 Dopo aver ascoltato, in call conference, nella giornata di ieri sia i sindacati confederali che quelli metalmeccanici, il prefetto di Taranto, Demetrio Martino, effettuerà questa mattina nuove audizioni in relazione alla situazione di ArcelorMittal, l’ex Ilva, in ordine all’applicazione del Dpcm del 22 marzo su attività produttive e Coronavirus. C’è la possibilità che l’attivita della fabbrica dell’acciaio sia sospesa o ulteriormente ridotta rispetto alle riduzioni fatte già da ArcelorMittal con la fermata di una serie di impianti. In mattinata, il prefetto ascolterà Confindustria Taranto, ArcelorMittal, Spesal Asl Taranto e il custode giudiziario della fabbrica, Barbara Valenzano (gli impianti, di proprietà Ilva con ArcelorMittal gestore in fitto, sono infatti sotto sequestro da luglio 2012 con facoltà d’uso). Una decisione sul siderurgico e sulle aziende collegate è dunque attesa nelle prossime ore.

 

 Il prefetto, in una comunicazione inviata ad alcuni ministeri, “non esclude di dover procedere alla sospensione dell’attività produttiva” in base all’articolo 1 della lettera G del Dpcm 22 marzo 2020. A tale sospensione, precisa, “conseguirà analogo provvedimento per le imprese dell’indotto”. Il prefetto scrive che “particolare rilievo assume la comunicazione prodotta dalla società ArcelorMittal, gestore degli impianti ex Ilva, con la quale ha sostenuto, in relazione alla tipologia di impianto connotato da ciclo continuo, la legittimità della prosecuzione dell’attivita produttiva che al momento impiega circa 4000 dipendenti (50 per cento dell’ordinaria forza lavoro).  Collegate alla continuità della ex Ilva - dice il prefetto di Taranto - le comunicazioni fatte pervenire da alcune aziende dell’indotto”. Il prefetto annuncia inoltre di aver incaricato i Vigili del Fuoco “per una valutazione tecnica sualla effettiva necessità di mantenere la produzione attuale, quale misura indispensabile per non compromettere la sicurezza e la funzionalità degli impianti”. Ieri sera, al termine dell’audizione delle sigle metalmeccaniche Fim Cisl, Fiom Cgil, Uilm e Usb, queste hanno congiuntamente dichiarato che “il prefetto ha ribadito che un eventuale assetto di marcia sarà consentito solo per preservare gli impianti insieme alla incolumità dei lavoratori”. “Per quanto ci riguarda - hanno sostenuto le federazioni metalmeccaniche - la salute dei lavoratori e delle loro famiglie viene prima della produzione”. 

 I parlamentari M5S De Giorgi, Cassese e Vianello al prefetto “la produzione va ridotta”

 

 

 I parlamentari M5S di Taranto chiedono che lo stabilimento siderurgico ArcelorMittal di Taranto, ex Ilva, sia messo al minimo tecnico a causa del Coronavirus. In una lettera al prefetto di Taranto, Demetrio Martino, che oltretutto ha in valutazione il caso del siderurgico, i deputati Rosalba De Giorgi, Giampaolo Cassese e Giovanni Vianello affermano: “Crediamo che la proposta delle sigle sindacali metalmeccaniche, riguardo la possibilità che la fabbrica di Taranto entri in regime di comandata, quindi passando al minimo tecnico anche a livello di personale, sia un provvedimento necessario affinché venga scongiurata la condizione di “pregiudizio di impianti e di pericolo di incidenti” prevista nel Dpcm del 22 marzo scorso”. Inoltre, scrivono i parlamentari M5S al prefetto di Taranto, questo può “permettere la riduzione di possibilità del contagio tra i lavoratori, le rispettive famiglie e comunità dislocate in due regioni”. “Sebbene sia diminuita la forza lavoro a seguito dei confronti con i sindacati nelle scorse settimane, la stessa forza lavoro attualmente impiegata in fabbrica - dicono i deputati De Giorgi, Cassese e Vianello - è ancora composta da diverse migliaia di lavoratori. Tale circostanza - secondo i parlamentari - rappresenta appunto un potenziale rischio di contagio da Covid 19”. “Ci accodiamo a quello che potrebbe essere definito un comune sentire - dicono i parlamentari al prefetto -. Oggi, data l’emergenza sanitaria che tutti a più livelli siamo chiamati ad affrontare, la produzione dello stabilimento siderurgico di Taranto non rappresenta un bene necessario ai fini della sopravvivenza del Paese”. “Abbiamo anche appreso - rilevano ancora i parlamentari M5S - che presso lo stabilimento di Taranto sono in fase di installazione i cosiddetti ‘termoscanner’ per la misurazione della temperatura corporea di tutti i dipendenti, tuttavia la suddetta strumentazione non può rilevare i soggetti asintomatici”.