Le agenzie battono la notizia nel primo pomeriggio. Convocato dal prefetto di Taranto, per le 11 di domani, così come avevano chiesto sindacati e Confindustria, il tavolo sulla situazione di crisi dell’indotto-appalto siderurgico ArcelorMittal. Poi il colpo di scena, il tavolo è rinviato a data da destinarsi. Che è successo? Come mai questo improvviso dietro front? La necessità di rendere Taranto centrale nella trattativa non piace a qualcuno? Le risposte arriveranno nelle prossime ore e non potranno prescindere dalla fase cruciale della trattativa tra Governo e ArcelarMittal e dalla posizione estremamente critica nei confronti dell’azienda assunta da sindacati, imprese e Comune di Taranto.
L’incontro era stato chiesto lunedì scorso al prefetto Demetrio Martino da Confindustria Taranto e sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil.
Il prefetto di Taranto, Demetrio Martino, ha convocato alle 11 di domani in Prefettura il tavolo di crisi sull’indotto-appalto di ArcelorMittal, ex Ilva. Il tavolo era stato chiesto lunedì scorso da Confindustria Taranto e dai sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil per verificare insieme ad ArcelorMittal lo stato dei pagamenti. A tutt’oggi, Confindustria Taranto lamenta ritardi nei pagamenti e la corresponsione alle imprese di somme che non equivalgono allo scaduto fatture maturato ma solo ad acconti. Ieri però, in un incontro con i sindacati metalmeccanici Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm, ArcelorMittal ha annunciato che da gennaio a oggi ha versato 20 milioni all’indotto di Taranto e che altri 6 milioni sono in arrivo tra questa settimana e la prossima. ArcelorMittal ha anche annunciato l’avvio da oggi di un numero telefonico dedicato a cui gli imprenditori che lavorano col siderurgico possono rivolgersi per segnalare i loro problemi.