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Giornale di Taranto - IL RICHIAMO/ Coldiretti di Taranto “bisogna riportare l’agroalimentare al centro della politica economica anche attraverso il potenziamento del porto”
Martedì, 04 Febbraio 2020 19:16

IL RICHIAMO/ Coldiretti di Taranto “bisogna riportare l’agroalimentare al centro della politica economica anche attraverso il potenziamento del porto” In evidenza

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Riportare l’agricoltura e l’agroalimentare al centro delle politiche economiche e di sviluppo della provincia di Taranto, anche attraverso il potenziamento del porto di Taranto. E’ quanto chiede la Coldiretti ionica, in occasione della visita del Ministro delle Infrastrutture e Trasporti Paola De Micheli allo scalo portuale di Taranto.

“Le esportazioni di prodotti agroalimentari della provincia ionica pagano a caro prezzo il gap della logistica – fa notare Aldo Raffaele De Sario, direttore Coldiretti Taranto - e scontano il peso della burocrazia, di prezzi decisamente più alti, di reti che non funzionano. Sono necessari e urgenti investimenti mirati a potenziare i trasporti delle produzioni agroalimentari, partendo proprio dal porto di Taranto”.

Un porto, “che va irrobustito, reso competitivo e logisticamente strumentale alle esigenze delle aziende agricole attraverso strutture di stoccaggio dei prodotti ortofrutticoli”, commenta Alfonso Cavallo, presidente Coldiretti Taranto.

Nel 2018 le merci movimentate nel porto di Taranto, così come segnalato dalla stessa Coldiretti Taranto - sono state pari a 4.951.895 tonnellate con una flessione del 13,3% rispetto all’anno precedente, quando la movimentazione era stata pari a 5.711.268 di tonnellate. “L’infrastruttura logistica ha perso 759.373 tonnellate, una performance negativa che l’agroalimentare ionico e, soprattutto, il segmento ortofrutticolo non può permettersi”, dice il presidente Cavallo con dati alla mano.

Nella classifica italiana delle province che esportano prodotti agroalimentari la provincia di Taranto si posiziona solo al 69esimo posto, pur segnando un aumento del 2,6% delle esportazioni, passate da 104 milioni di euro a 107 milioni di euro di valore di prodotti esportati nel 2018 rispetto all’anno precedente.

“Se l’Italia non investe nelle vie di trasporto, l’ortofrutta spagnola continuerà ad arrivare, arrecando danno alle produzioni ortofrutticole tarantine. Un chilo di agrumi di Palagiano per arrivare a Bruxelles deve percorrere chilometri e da Murcia a sud della Spagna a Bruxelles circa 2mila chilometri. Dalla Puglia il viaggio dura 48 ore, da Murcia solo 36 ore”, insiste Cavallo.

Tra il 2013 e il 2019, per le note vicende che hanno interessato l’Ilva, è stato perso Pil (Prodotto Interno Lordo) per 23 miliardi di euro, l'equivalente cumulato di 1,35 punti percentuali di ricchezza italiana, secondo l'aggiornamento dell'analisi econometrica compiuta dalla Svimez per “Il Sole 24 Ore”.

“Il settore ortofrutticolo, oltre agli scambi storici e consolidati verso la Germania, deve essere aiutato a imporsi in Francia, Polonia, Regno Unito e Svizzera, oltre che in Benelux, Scandinavia, Spagna, Albania, Grecia e nei paesi extra Ue. La specializzazione strutturale dell’orticoltura della provincia di Taranto, legata alla spiccata vocazione pedoclimatica, alla flessibilità e alla tradizione imprenditoriale - conclude Coldiretti Taranto - consente di proporre un’ampissima gamma di prodotti e si manifesta anche in termini di performance produttive che vanno promosse sui mercati italiani e mondiali”