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Giornale di Taranto - RUSH FINALE/ Trattativa Governo-ArcelorMittal, siamo allo snodo ma non si vede accelerazione, oggi la protesta dell’indotto
Giovedì, 30 Gennaio 2020 12:03

RUSH FINALE/ Trattativa Governo-ArcelorMittal, siamo allo snodo ma non si vede accelerazione, oggi la protesta dell’indotto In evidenza

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Manca ormai solo un giorno al 31 gennaio e la stretta finale che si aspettava sulla trattativa per l’ex Ilva, al momento non si vede ancora. Attesa un’accelerazione. O un intervento del Governo. E mentre a Taranto oggi scoppia di nuovo la “grana” dell’indotto-appalto che protesta per i ritardati pagamenti delle fatture, ArcelorMittal da un lato e dall’altro amministrazione straordinaria di Ilva e negoziatore incaricato dal Governo (Francesco Caio, presidente Saipem), affiancati dai rispettivi staff legali, restano distanti su molti punti. Il preaccordo raggiunto il 20 dicembre al Tribunale di Milano e servito a spostare l’udienza al 7 febbraio, si fatica a riempirlo di contenuti. Si è comunque al lavoro per produrre un nuovo documento entro domani (una “versione 2” del preaccordo di dicembre), nel quale attestare la continuità del negoziato, che rimane molto complesso. In questo senso la scadenza del 31 gennaio sarebbe uno step intermedio in attesa di sviluppi. Secondo alcune fonti vicine al dossier, in questo momento i nodi potrebbero sciogliersi se interviene il Governo e decide che fare rispetto alla posizione di Mittal.

 

Capacità produttiva della nuova Ilva, esuberi nella forza lavoro (oggi 10700 totali di cui 8200 a Taranto), ammortizzatori sociali, ruolo delle banche, loro partecipazione all’operazione, ingresso dello Stato attraverso Mef e partecipate: ecco tutti i fronti ancora aperti e non certo pochi o semplici. Senza trascurare che deve ancora aprirsi la trattativa con i sindacati, che da giorni rivendicano di essere informati e coinvolti. E intanto difendono l’accordo al Mise di settembre 2018. Nello specifico, sugli esuberi, per esempio, ArcelorMittal ne chiede 3700 (1000 in meno rispetto alla proposta formulata a dicembre ma respinta da sindacati e Mise) e dovrebbero essere strutturali. Il Governo punta invece ad esuberi congiunturali, da gestire con la cassa integrazione e da far successivamente rientrare, e sarebbero intorno a 2000. Sulla produzione, tra altiforni tradizionali e nuovi forni elettrici, si traguarderebbe a regime una produzione di 8 milioni di tonnellate con un livello di 6,5 il prossimo anno. Sei milioni è già il livello autorizzato dall’Aia per il siderurgico di Taranto ma lo stabilimento, per una serie di problemi impiantistici e congiunturali, oltreché di mercato, è ben lontano dal raggiungerlo, tant’è che l’anno scorso si è stati sotto i 5 milioni di tonnellate. Una ripartenza per quest’anno comunque ci sarà.

 

ArcelorMittal ha infatti comunicato ai sindacati che la produzione di ghisa, che viene poi trasformata in acciaio, salira da 11.500 tonnellate al giorno a 12.500-13.000. E l’ad Lucia Morselli ha qualche giorno fa spronato la sua nuova squadra di manager, operativa da lunedì, a dare il massimo. “Dobbiamo ringraziare Mittal per l’immensa fiducia che ci ha dato e sottolineo immensa - ha dichiarato l’ad -, ora dobbiamo ricambiarla. Dobbiamo migliorare seriamente e rapidamente la situazione - ha aggiunto Morselli -, produrre e vendere. I risultati che riusciremo ad ottenere, saranno tutto merito vostro e delle persone che lavorano con voi”.Sul fronte indotto-appalto, invece, Confindustria Taranto e le imprese si sono autoconvocate per oggi alle 10 sotto la direzione del siderurgico. Obiettivo, rilanciare che i pagamenti, a fronte di fatture emesse, non stanno avvenendo. “Le imprese hanno bisogno di certezze e hanno bisogno soprattutto di comunicare all’esterno la loro situazione attuale che è critica”, dichiara il presidente di Confindustria Taranto, Antonio Marinaro. Circa le somme rivendicate per lavori e forniture, Marinaro indica la mancata copertura di un periodo che va “dai 2 ai 3 mesi. Parliamo di 30-40 milioni, più o meno nell’ordine di 15-20 milioni al mese”. Riguarderebbero lo scaduto di novembre e dicembre. A novembre, per l’arretrato progresso, imprese e trasportatori avevano effettuato per una decina di giorni un presidio all’esterno della portineria C, poi rientrato con lo sblocco dei pagamenti. Confindustria Taranto ha aperto da alcuni giorni un canale di comunicazione con l’ad Morselli ed è in attesa di risposte.

 

 ArcelorMittal ha infatti comunicato ai sindacati che la produzione di ghisa, che viene poi trasformata in acciaio, salira da 11.500 tonnellate al giorno a 12.500-13.000. E l’ad Lucia Morselli ha qualche giorno fa spronato la sua nuova squadra di manager, operativa da lunedì, a dare il massimo. “Dobbiamo ringraziare Mittal per l’immensa fiducia che ci ha dato e sottolineo immensa - ha dichiarato l’ad -, ora dobbiamo ricambiarla. Dobbiamo migliorare seriamente e rapidamente la situazione - ha aggiunto Morselli -, produrre e vendere. I risultati che riusciremo ad ottenere, saranno tutto merito vostro e delle persone che lavorano con voi”.Sul fronte indotto-appalto, invece, Confindustria Taranto e le imprese si sono autoconvocate per oggi alle 10 sotto la direzione del siderurgico. Obiettivo, rilanciare che i pagamenti, a fronte di fatture emesse, non stanno avvenendo. “Le imprese hanno bisogno di certezze e hanno bisogno soprattutto di comunicare all’esterno la loro situazione attuale che è critica”, dichiara il presidente di Confindustria Taranto, Antonio Marinaro. Circa le somme rivendicate per lavori e forniture, Marinaro indica la mancata copertura di un periodo che va “dai 2 ai 3 mesi. Parliamo di 30-40 milioni, più o meno nell’ordine di 15-20 milioni al mese”. Riguarderebbero lo scaduto di novembre e dicembre. A novembre, per l’arretrato progresso, imprese e trasportatori avevano effettuato per una decina di giorni un presidio all’esterno della portineria C, poi rientrato con lo sblocco dei pagamenti. Confindustria Taranto ha aperto da alcuni giorni un canale di comunicazione con l’ad Morselli ed è in attesa di risposte.