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Giornale di Taranto - IL PIANO/ 600 milioni di lavori nel triennio 2020/2023 per cambiare il volto di Taranto
Venerdì, 27 Dicembre 2019 19:38

IL PIANO/ 600 milioni di lavori nel triennio 2020/2023 per cambiare il volto di Taranto In evidenza

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Presentato oggi dal sindaco Melucci e dall’assessore Occhinegro

 

 


Quasi 600 milioni di lavori, 596 per l’esattezza, nel triennio 2020-2023 per cambiare il volto di Taranto ed avviare una importante opera di riqualificazione e rigenerazione urbana. Il piano è stato presentato oggi a Palazzo di Città dal sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, e dall’assessore ai Lavori pubblici, Ubaldo Occhinegro. “Stiamo seminando la rinascita”: questo il filo conduttore del piano che attinge a varie fonti finanziarie tra progetto per la città vecchia, Contratto istituzionale di sviluppo, Strategia di sviluppo urbano sostenibile (Sisus), fondi comunali e altri finanziamenti. Per rendere partecipi i cittadini, i primi cartelli con la scritta “Stiamo seminando la rinascita” sono già comparsi nei luoghi che saranno oggetto di intervento. È il caso del lungomare di via Garibaldi, sul Mar Piccolo, nella città vecchia. I cantieri - è stato detto - partiranno il prossimo anno ed hanno l’obiettivo di “disegnare” una nuova Taranto anche in vista dei Giochi del Mediterraneo che la città pugliese ospiterà nel 2026. Si tratta di una manifestazione sportiva sul modello delle Olimpiadi, con le stesse discipline, e l’unica particolarità che possono parteciparvi solo gli atleti delle Nazioni che si affacciano sul Mediterraneo.

 

Nello specifico, il piano presentato oggi prevede per la città vecchia di Taranto la riqualificazione del lungomare di via Garibaldi, waterfront Giardini, la creazione di un’area polifunzionale sul lungomare via Garibaldi e la riqualificazione di via Nuova e postierla via Nuova (si tratta di una scalinata che collega la parte a mare del centro storico di Taranto con via Duomo che è situata più in alto). Previsti inoltre, sempre nel centro storico, un intervento per il cantiere Maggese con la rifunzionalizzazione dell’ex chiesa di San Gaetano, la ristrutturazione e rifunzionalizzazione di Palazzo Amati per un centro di animazione sociale, la ristrutturazione e rifunzionalizzazione di Palazzo Troilo per un hub per l’arte e  l’intervento a Palazzo Carducci per la realizzazione di una casa museo. Va detto che la città vecchia è destinataria di un  importante finanziamento Cipe di 90 milioni deliberato quando Dario Franceschini era ministro dei Beni culturali nel Governo Gentiloni, risorse sbloccate qualche tempo fa da Mise e Mibact. Ma accanto alle risorse pubbliche, saranno investiti anche fondi privati ed è il caso dei progetti di social housing.

 

Altri interventi riguardano il rione Tamburi, noto per la sua vicinanza al siderurgico ex Ilva, ora ArcelorMittal, e per questo sottoposto da decenni ad un pesante impatto ambientale e di inquinamento che ne ha compromesso la vivibilità oltre a degradare in modo significativo diversi spazi urbani. Per il quartiere Tamburi, gli interventi, che si rifanno a risorse Cipe e del Contratto di sviluppo per Taranto, prevedono, tra l’altro, la demolizione di 216 alloggi parcheggio di proprietà dell’Arca (sono i vecchi istituti autonomi delle case popolari) perché fatiscenti e la costruzione di 126 alloggi in social housing e di 86 unità di edilizia economica e popolare. Ci sono poi interventi per una complessiva riqualificazione urbana del quartiere Tamburi tra strade, piazze, parcheggi, marciapiedi e pubblica illuminazione, la creazione di un lungomare terrazzato sul Mar Piccolo e il potenziamento degli impianti sportivi. Nel centro urbano di Taranto, invece, il piano prevede la ristrutturazione dello storico palazzo Archita, il restauro della villa Peripato, la creazione di nuovo parcheggio nell’area ex Arena Artiglieria (si tratta di un cinema all’aperto, su un’area militare, che ha funzionato sino ad un po’ di anni fa), il restauro della masseria Solito per ubicarvi il museo dei tarantini illustri e la riqualificazione della biblioteca comunale Acclavio. E ancora, la costruzione di un nuovo parco delle arti e della musica nell’area ex Baraccamenti Cattolica (anche questa è una area ex militare) vicino all’Arsenale della Marina e, infine, la riqualificazione e valorizzazione dei giardini terrazzati del lungomare Vittorio Emanuele che si affaccia sulla rada di Mar Grande.