Mercoledì, 23 Ottobre 2013 05:59
La nuova stagione del Crest, la sesta al TaTÀ. Il Presidente Clara Cottino, si chiede: Fino a quando il TaTÀ un teatro abitato? In evidenza
Scritto da Giornalista1
«Con acrobazie e con amore diamo avvio a questa nuova stagione, con passione abbiamo scelto gli spettacoli e tutte le attività che ancora una volta gemmeranno da essi. I sei titoli in abbonamento per “Periferie” confermano il nostro lucido progetto di portare a Taranto il teatro di qualità, una drammaturgia che si nutre dei problemi della contemporaneità, non per farne inchiesta o scandalo, ma con poesia, con arte». Al cospetto della stampa locale, lunedì 21 ottobre, nel foyer del teatro di via Deledda, la direzione artistica del Crest, Clara Cottino e Gaetano Colella, ha presentato la stagione 2013/14, la sesta al TaTÀ. Oltre ai cartelloni delle rassegne di teatro “Periferie” e di pomeridiane domenicali per famiglie “favole&TAmburi“, prossimi al via, è stata illustrata la variegata offerta di teatro per le scuole (“Scena futura” e “La scena dei ragazzi Più“) e di attività di promozione e formazione.
Il Presidente Clara Cottino, si chiede: Fino a quando il TaTÀ un teatro abitato?
Stagione teatrale 13/14, la n. 6 del teatro TaTÀ, a 36 anni di vita del Crest di Taranto.
Numeri. Numeri da giocarsi al lotto, perché solo una vincita di lotteria può salvare lo
spettacolo pugliese. Può salvarci dall’insipienza, dall’insofferenza della pubblica
amministrazione a tutti i livelli, più perniciosa dei tagli della economia e della spending
review.
Progetti interessanti, innovativi, utilmente operativi, pluripremiati in tante sedi, che
hanno reso l’immagine di una Puglia felix per lo spettacolo, naufragano, si incagliano
nella palude della burocrazia italiana, pugliese, tarantina, poggibonsina. In tutto il
mondo/paese trionfa un’amministrazione autoreferenziale. Ci sono le eccezioni,
persone che lodiamo e sosteniamo. Ma la palude avanza.
Con acrobazie e con amore diamo avvio a questa nuova stagione, con passione
abbiamo scelto gli spettacoli e tutte le attività che ancora una volta gemmeranno da
essi. I sei titoli in abbonamento per “Periferie” confermano il nostro lucido progetto di
portare a Taranto il teatro di qualità, una drammaturgia che si nutre dei problemi della
contemporaneità, non per farne inchiesta o scandalo, ma con poesia, con arte.
Pensiamo, ad esempio, al tema della violenza sulla donna, della violenza domestica, che
vedremo trattato per mano di Valter Malosti nello scespiriano “Lo stupro di Lucrezia”, di
César Brie in “Indolore” e di Rafael Spregelburd in “Lucido” messo in scena da
Costanzo/Rustioni. Pensiamo al tema della “caduta”, la caduta all’inferno di chi aveva
soldi e potere e non li ha più, di chi aveva un lavoro e non lo ha più, trattato da Paolo
Sorrentino il cui romanzo ha ispirato Iaia Forte e il suo “Hanno tutti ragione”, e poi da
Michele Santeramo in “La rivincita” a cui la regia di Leo Muscato regala leggerezza. Ed
ancora Babilonia Teatri con “Pinocchio”, uno spettacolo nato con Gli Amici di Luca, una
compagnia teatrale costituita da persone uscite dal coma.
Agli spettacoli in abbonamento si affiancano poi due nuovi progetti, non potevamo
ignorare quanto il dramma Taranto-Ilva – ambiente-lavoro-salute - abbia scosso e
coinvolto l’intera Italia, ispirando anche la giovane produzione teatrale, quella under35,
per spettacoli che parlano di Taranto, di noi tutti infine. Con il progetto “Ossigenarsi a
Taranto” presenteremo nella stessa serata due diverse produzioni: “L’eremita
contemporaneo - Made in Ilva” degli Instabili Vaganti e “My personal Tarànto” di
Isabella Mongelli.
Il lavoro sarà al centro anche di “La memoria che resta”, il progetto che realizzeremo
con Armamaxa teatro (di Enrico Messina e Micaela Sapienza) per Re|mix, nuova tappa
del percorso della rete una.net. Un laboratorio e due spettacoli: “Croce e fisarmonica” in
matinée per gli Istituti Superiori e “Braccianti” in serale, per approfondire il rapporto tra
le nostre compagnie, ma anche per sviluppare insieme nuove riflessioni ed esiti teatrali
sulle trasformazioni del lavoro nella nostra terra: braccianti, metalmezzadri, operai.
Aria diversa per i bambini, cui la rassegna domenicale “favole&TAmburi” regalerà favole
e storie a piene mani: Cenerentola, Pinocchio, Biancaneve, Re Leone, Sposa sirena,
L’uccello di fuoco, e molto altro; come i giochi di animazione per ingannare l’attesa nel
foyer, a cura delle animatrici di TaTÀ Junior, alle quali anche quest’anno sarà affidato il
servizio “Il TaTÀ si fa tata”, che consente ai genitori di partecipare agli spettacoli serali e
ai loro figli di giocare… all’ora della nanna.
Molte compagnie presenteranno i loro spettacoli anche nell’ambito della rassegna
destinata alle scuole a cura del TPP e del Crest, alla quale speriamo davvero possa
affiancarsi quella promossa dal Comune di Taranto. L’entusiasmo e l’impegno con cui le
scuole hanno risposto negli ultimi anni non meritano il drastico taglio di repliche
paventato.
Agli studenti degli Istituti Superiori è dedicata “Scena futura”, che vede in replica alcune
delle compagnie di Periferie, ma registra anche il ritorno a Taranto con il suo nuovo
spettacolo su Giovanni Pascoli di Gabriele Duma, attore, musicista e regista nostro
emigrato.
Ancora una volta ci saranno i laboratori di formazione per i diversi livelli: dall’approccio
curioso alla formazione di giovani professionisti. La novità è costituita dalla scelta della
goldoniana “La bottega del caffè” quale paradigma formativo da studiare, conoscere,
tradire.
Questo e altro ancora, perché il TaTÀ è davvero un teatro abitato, abitato
quotidianamente da clara, sandra, angela, gaetano, francesca, tore, cinzia, cristina, vito,
leopoldo, giovanni, nicoletta, delia, carla, luana, walter e da quanti collaborano con noi.
Fino a quando? Certamente finchè ci sarà il progetto della Regione Puglia ed il
finanziamento Fesr. Poi, magari altre istituzioni scopriranno che esistiamo.
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