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Sabato, 20 Luglio 2019 06:42

Industria/ È Antonio Marinaro il nuovo Presidente di Confindustria Taranto. In evidenza

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il video con la cronaca e le interviste. Clicca su:

https://www.youtube.com/watch?v=1dPQNgx5oqk&feature=share

Sostituisce Vincenzo Cesareo.

La Relazione di Antonio Marinaro neo Presidente di Confindustria Taranto.

Cari tutti, 

grazie ancora per aver voluto che oggi fossi qui.

La mia visione della Confindustria dei prossimi anni sarà rivolta alla salvaguardia del lavoro svolto e già consolidato e al potenziamento dei percorsi già avviati

Ancor di più, tuttavia, sarà importante guardare in prospettiva con elementi di innovazione. 

Creare consenso e condivisione attorno alle idee ed ai progetti sarà uno dei leit motiv di questa Presidenza: questa tendenza andrà perseguita e ampliata in virtù della nuova squadra che si andrà ad insediare ed alle nuove proposte che saranno avanzate per i prossimi anni.

Una squadra che vi presenterò a breve.

L’importanza di una rete di relazioni sul territorio

Fra gli elementi caratterizzanti l’azione di questa presidenza ci sarà la forte attenzione rivolta ai soci quali interlocutori principali per garantire la crescita delle imprese ed allo stesso tempo il “peso” contrattuale che ci impegneremo a far raggiungere a questa Confindustria nel territorio, rispetto agli altri attori territoriali e rispetto alle istituzioni centrali.

Importante sarà pertanto avviare una rete di relazioni con Comune, Provincia e Associazioni di categoria ma anche altre realtà -economiche e non- che insistono sul territorio. Favoriremo la condivisione, le inclusioni, e, laddove ne dovessero ricorrere le condizioni, i percorsi comuni.

Importante sarà individuare e cercare di perseguire obiettivi condivisi, che di volta in volta potranno arrivare dalla stessa base associativa a seconda del contesto in cui ci troveremo ad operare ma che sicuramente già fin d’ora possono essere individuate, in funzione della loro evidente priorità, come linee di azione da mantenere costantemente nel tempo.

Mi riferisco in particolare:

1. alle azioni di rebranding -quindi restyling dell’immagine del territorio, oggi mediaticamente riconducibile solo alle vicende del centro siderurgico- perché in un territorio attrattivo anche le imprese diventano più competitive e lavorano in condizioni di migliore favore;

2. alla rivitalizzazione del tessuto produttivo (in cui ricadono anche altri settori quali il commercio, l’artigianato, la cultura e il turismo, e qui ritorna la necessità di rafforzamento della rete di relazioni con gli altri stakeholders );

3. all’affermazione di un ruolo di collante fra le istanze dei vari attori territoriali, riposizionando l’impresa e il concetto di impresa come possibile “soluzione” di riferimento delle suddette istanze;

4. alla promozione dei percorsi di diversificazione produttiva con particolare attenzione all'aspetto ambientale e alla possibilità di sviluppare progetti di economia circolare,

5. alla incentivazione dei processi di aggregazione, soprattutto tra piccole imprese, attorno a progetti condivisi di innovazione tecnologica, sostenibilità ambientale, internazionalizzazione.

L’associazione dovrà rappresentare un luogo utile per aumentare le occasioni e le opportunità per le imprese. Il luogo in cui spingerle alla competizione sui mercati e stimolarne la crescita. In questo processo le pmi saranno le principali protagoniste. Importante sarà inoltre continuare l’azione di Confindustria di conoscenza delle imprese nella provincia. Intenzione di questa Presidenza è di intensificare i momenti di ascolto e di confronto con le varie componenti del sistema associativoriservando uguale interesse a tutti i settori merceologici rappresentati.

Riposizionare le imprese al centro della scena economica

superando le correnti antindustrialiste

Le imprese creano ricchezza e quindi devono tornare al centro della scena economica; per far questo avranno bisogno di una P.A. che le sostenga e di un contesto territoriale a loro favorevole nel sistema di relazioni con le committenze esterne. 

Recentemente proprio il nostro Presidente Boccia si è chiesto: se si 
ritiene che 
l’industria non sia un valore per questo Paese, come si pensa di creare posti di lavoro?” Una domanda sicuramente retorica che però dobbiamo sempre porre ai nostri interlocutori ogni qual volta si mette in discussione il ruolo delle imprese sul territorio.

 La valorizzazione del territorio e delle imprese

 Occorre creare una forte lobby attorno agli interessi del territorio, concetto già portato avanti da tempo da Confindustria, ma per far questo dobbiamo allo stesso tempo collaborare con le istituzioni e pretendere che loro ci affianchino nei percorsi più complessi: riaffermare cioè la logica secondo la quale chi arriva da fuori e investe sul nostro territorio deve poter garantire precise ricadute economiche sull’area jonica.

Il sistema Taranto è fatto di piccole e grandi imprese molte delle quali capaci  di competere anche sui mercati internazionali ma anche di altre che invece necessitano, per dimensione, tradizione e tipologia di produzione, di un contesto istituzionalmente forte e coeso, di valorizzazione e di tutela del sistema imprenditoriale, che in altre realtà, anche di gran lunga meno industrialmente attrezzate della nostra, esiste e crea automatismi virtuosi.

Oggi, più che mai, occorre riaffermare il sacrosanto diritto delle nostre aziende di lavorare per interventi che concernono i processi di risanamento del territorio, ambientalizzazione e bonifiche; quindi, anche in virtù del Contratto istituzionale di Sviluppo, far ripartire i cantieri e accelerare quelli già itinere.

Gli investimenti vanno sostenuti, accelerati, attuati e ottimizzati in nome di una crescita che deve riprendere il suo cammino interrotto.

Oggi abbiamo opportunità di investimento che però sono rimaste inattuate: il copione che si ripete di una città con la crescita frenata eppure con grandi potenzialità di attrazione, determinante per la logistica e per la presenza di un importante scalo portuale, centrale per il suo polo industriale e per il reddito che produce, strategica per le diverse identità che convivono al suo interno, realtà sempre più determinanti. Se a livello nazionale questa esigenza si avverte prepotentemente (da un veloce calcolo, sbloccando tutti i cantieri censiti dal Cipe si creerebbero 400mila posti di lavoro), a livello territoriale la situazione si prospetta ancora più urgente perché sono già da tempo state poste le basi (il già richiamato tavolo Cis) per dare corso agli investimenti.

Abbiamo al nostro interno un vantaggio non indifferente, ovvero un significativo nucleo di imprese eccellenti (e recentemente di ulteriori ingressi di grandi gruppi multinazionali) che operano nel nostro sud ma non si discostano dai comportamenti che le imprese eccellenti hanno nelle aree più forti del Paese: qualità, innovazione, internazionalizzazione, distribuzione, valorizzazione del marchio sono i fattori che le caratterizzano e consentono loro di raccogliere anche nel Mezzogiorno le sfide della globalizzazione.

E’ a queste che guardiamo per mutuare un modello che riteniamo spendibile e quindi esportabile.

Pensare globale, agire locale. La visione d’assieme

L’arrivo di Arcelor Mittal e la sua concezione internazionale dei mercati e del contesto in cui opera induce ancor più di prima ad adottare una visione globale delle nostre risorse produttive e imprenditoriali. Taranto non dovrà più pensare alle proprie dinamiche territoriali come ad una realtà a sé stante bensì quale realtà strategica inserita nella macro-area del Mezzogiorno. Ovviamente tutto ciò comporta anche doversi preparare ad una più forte competizione con icompetitors nazionali e internazionali.

Allo stesso tempo, come ci suggerisce il leit motiv pensare globale agire locale, non possiamo che guardare alla nostra terra con una visione d’assieme, valorizzando tutti i “territori” della provincia di Taranto proseguendo, in questa ottica, con il lavoro già avviato con le delegazioni territoriali.

La partecipazione e la condivisione. Verso una nuova governance

Vorrei concludere questa breve disamina sui principali asset di quello che sarà il mio mandato da Presidente con un impegno che assumerò rispetto alla condivisione degli obiettivi che andremo tutti insieme a perseguire da qui ai prossimi anni.

Come molti di voi sapranno, il nuovo Statuto di Confindustria non prevede  più l’istituto della delega, attraverso il quale abbiamo avuto finora l’opportunità di assegnare compiti specifici a imprenditori orientati a impegnarsi in un particolare settore.  Con la prossima governance, tuttavia, si potrà ovviare a questo aspetto con appositi inviti – a carattere temporaneo e non più permanente – nelle varie compagini di interesse, ovvero il Consiglio Generale ed il Consiglio di Presidenza. Si tratterà, in sostanza, di partecipazioni alle riunioni dei Consigli suddetti che saranno stabilite di volta in volta a seconda delle tematiche che si andranno a discutere. 

In tal modo, ritengo che potrà risultare più fluida e anche più semplice la regolazione del flusso di informazioni che dalla nostra base vengono rivolte alla Presidenza ed agli organi statutari (e viceversa) in una sorta di continuo scambio di competenze (e di conseguenza di reciproca collaborazione) che vedrà di volta in volta alternarsi imprenditori di diversi settori e con esperienze diversificate. 

Analoga attenzione sarà rivolta, in questo senso, alle donne presenti in associazione, al momento organizzate spontaneamente in un coordinamento “al femminile” a cui darò una forma strutturata ed istituzionalizzata, con un preciso e specifico regolamento internoil Comitato delle imprenditrici.

Sono proprio le aree metropolitane del Sud, (da un’indagine Censis) a registrare una maggiore crescita delle aziende femminili rispetto alla media del sistema imprenditoriale, che riviene da una maggiore capacità di trasformare fattori di svantaggio in elementi di competitività e di anticipare i fattori di novità del mercatoebbene, noi vogliamo incentivare questo trend guardando a questa preziosa componente da “spendere” all’interno della nostra squadra.

 Grande attenzione verrà inoltre rivolta a:

• Proseguire le “battaglie” già avviate in diversi settori, con particolare riferimento ad Ance, su massimo ribasso e anomalie del mercato; 
• cogliere gli spazi lasciati aperti dal processo delle liberalizzazioni e le opportunità delle zone economiche speciali
• modernizzare il sistema produttivo attraverso il rapporto con l’università per il tramite di Finindustria (spin off- partecipazione industriale); 
• valorizzare e incentivare la componente giovanile, i talenti, sostenere lo spirito di intrapresa delle nuove generazioni;
• accompagnare e potenziare nel loro percorso di crescita le industrie che oggi presentano maggiore dinamismo:  fashion, turismo, culturae agroalimentare.

Ringrazio infine voi tutti, ed in particolare quei soci che, in sede di consultazione, hanno voluto mettere a disposizione le loro idee ed i loro punti di vista costituendo in tal modo un inestimabile valore aggiunto per oggi e per i giorni a venire: questo passaggio costituisce per me ulteriore motivo di convinzione rispetto alla necessità, che sarà sempre prioritaria e imprescindibile, di dare ascolto alle istanze che arriveranno dalla base associativa.

La squadra

Ora punto i riflettori di questa giornata sulla mia squadra, i cui componenti sono già conosciuti ai più ma che sono lieto di presentarvi ufficialmente in questo primo, ufficiale momento di condivisione che segna a tutti gli effetti l’avvio della mia Presidenza. 

Vicepresidente con delega alle infrastrutture e territorio: 

Paolo Campagna

Vicepresidente con delega alla finanza e innovazione: 

Piero Chirulli

Vicepresidente con delega alla internazionalizzazione ed education: 

Salvatore Toma 

Vicepresidente con delega alla Organizzazione: 

Michele Viglianisi

Vicepresidente vicario: 

Antonio Lenoci.     

 

Ultima modifica il Sabato, 20 Luglio 2019 06:53
Giornalista1

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