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Mercoledì, 06 Marzo 2019 16:16

Settore Lapideo/ La grave crisi dell’edilizia non risparmia il comparto del Marmo. In evidenza

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Greco di AssoMarmo: “Occorre intervenire subito per non provocare la chiusura di tante attività artigianali”. La risposta al Segretario della Filca Cisl.

 

Il perdurare della crisi del comparto edilizio sicuramente penalizza anche quello lapideo. Nei due distretti lapidei di Trani ed Apricena si assiste infatti ad una diminuzione del60%  della produzione. In qualità di associazione di categoria, AssoMarmo ha intrapreso la strada del confronto e del dialogo con Audizioni in commissione Sanità delSenato e varie richieste, sia presso il Ministero dello Sviluppo Economico che nelle varie Regioni ed Enti locali dove sono presenti i nostri associati. 

Per noi, che rappresentiamo gli artigiani del Lapideorimane una strategia fondamentale  riappropriarci del settore della funeraria affinchè si possa ritornare a lavorare per tenere aperte le nostre attività. Proprio in vista di quell’ obiettivo,AssoMarmo chiese nel 2015 l’ audizione in Commissione Sanità al Senato della Repubblica al fine di discutere del DdL 1611 che voleva riformare il settore cimiteriale e funerario. Altresì resta fondamentale immettere i materialilapidei  nella lista dei materiali per il bonus ristrutturazione. Infatti, anche se i materiali lapidei sono di per sé dei materiali da costruzione, in base alla Legge Tupini del 1949 sono considerati dei ‘beni di lusso e quindi esclusi dal bonus ristrutturazione; di conseguenza l’Agenzia delle Entrate rigetta le domande dove vi siano richieste comprendenti materiali lapidei. 

Tutto questo, se fossero state prese in considerazione le nostre proposte, avrebbe consentito al comparto lapideo di iniziare ad incrementare il proprio fatturato. Alla luce di quanto esposto, per la peculiarità del settore stesso, è spiegabile come sia stato possibile  arrivare alla crisi odierna e infine gridare allo scandalo.

Vorremmo, peraltro, ricordare al Segretario Generale della Filca Cisl, Antonio Delle Noci, il quale ha scritto di recente una nota stampa, che noi subiamo, come artigiani, non solo la concorrenza della Cina che acquista in Italia materiale grezzo e che addirittura ha acquistato intere cave, ma subiamo anche quella degli Arabi; infatti, i bacini di Carrara e di Verona sono per il 50% cinesi o arabi, per non parlare della concorrenza sul settore funebre dei monumentini cinesi, venduti con prezzi irrisori tramite alcuni rivenditori diaccessori bronzei. Guadagni che vanno a rimpinguare le casse delle ditte di onoranze funebri. Per quanto esposto AssoMarmo non parteciperà come associazione di categoria allo sciopero del 15 Marzo perché le nostre aziende ed i nostri ARTIGIANI meritano rispetto e non strumentalizzazioni da parte di un sindacato che dimostra di non conoscere le nostre esigenze e neanche le peculiarità del settore lapideo in genere, infatti i distretti di Apricena e di Trani sono in crisi perché i marmisti artigiani non comprano semi lavorati (lastre) come facevano un tempo e il numero delle aziende artigiane che lavorano il marmo diminuisce ogni anno sempre di più.   

Ultima modifica il Mercoledì, 06 Marzo 2019 16:25
Giornalista1

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