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Giornale di Taranto - TURISMO - D'Arcangelo (Cgil): "Lavoro stagionale e povero. Prima della promozione si pensi ad interventi strutturali e duraturi"
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Mercoledì, 28 Febbraio 2018 13:19

TURISMO - D'Arcangelo (Cgil): "Lavoro stagionale e povero. Prima della promozione si pensi ad interventi strutturali e duraturi" In evidenza

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Il turismo, la riqualificazione urbana, il lavoro proveniente dalle attività di conservazione e tutela del territorio. Crediamo che sia giusto tornare sul tema dei “lavori possibili” proprio mentre da più parti, ( leggiamo degli interventi di Confindustria, ANCE e ConfCommercio), ci si interroga sul nuovo modello di sviluppo per Taranto. Approccio indispensabile,  ma purché si pensi finalmente ad interventi strutturali e duraturi.

La CGIL di Taranto interviene nel dibattito di questi giorni e rilancia.

Non può che fare bene questa visione aperta ai potenziali di crescita di un comparto così strategico come il turismo o la tutela del patrimonio artistico e naturale – dice Giovanni D’Arcangelo della segreteria provinciale della CGIL di Taranto – ma noi pensiamo che sia arrivato il tempo di provare ad andare oltre le parole e i proclami o gli interventi spot che ad esempio accendono in maniera del tutto estemporanea un faro sulla città e il suo hinterland per spegnerlo dopo poco senza aver provato a cambiare davvero le cose.  Abbiamo piuttosto la necessità di interventi anti-congiunturali e definitivi che facciano di Taranto, ad esempio, una “destinazione turistica” vera, possibile, conveniente e di grande appeal.

La CGIL richiama dunque alla necessità di fare sintesi delle proposte in campo scegliendo l’opzione che sia in grado di dare maggiore opportunità di sviluppo.

Il lavoro, l’eco-sosteniblità degli interventi previsti, la loro capacità di incidere sul prodotto interno lordo – dice D’Arcangelo – perché prima che la promozione del territorio vi è la necessità di riconoscere in quel territorio il valore inespresso e su cui purtroppo anche la politica mostra i suoi innegabili vuoti programmatori.

Per noi la parola turismo si coniuga con la parola lavoro – commenta D’Arcangelo – e pertanto sono i dati sull’occupazione del settore che dovrebbero guidare l’analisi. Si investe nel settore e nel segmento di interventi più importante partendo proprio da qui, da quanto il turismo può assorbire in termini di potenziale occupazionale sapendo anche dell’inevitabile ridimensionamento del comparto manifatturiero classico.

Se ci sono investimenti per sostenere il settore vanno resi un asset prioritario e durevole – continua l’esponente della CGIL – a cominciare dalle infrastrutture viarie, quelle per la mobilità sostenibile o il turismo ad emissione zero, passando dalle misure “speciali” per chi decide di investire nell’area di Taranto. Penso all’ipotesi della ZES, ma anche alle risultanze espresse dai cittadini tarantini che abbiamo incontrato nel corso del nostro tour di ascolto verso il nuovo Piano Urbanistico Generale.

Non si comprende ad esempio come la passeggiata a mare su Mar Piccolo ai Tamburi, la Villa Peripato, o il quadrilatero attorno al Museo MArTa, non siano ancora diventati assi strategici dell’offerta turistica della città, insieme alla città vecchia o al museo diffuso che si sviluppa tra i parchi di Saturo, quello della Messapia a Manduria o il patrimonio naturale della Valle d’Itria o delle gravine – dice D’Arcangelo – questo ha un senso se si trasforma in lavoro vero e qualificato, in destinazione turistica organizzata, e non solo in qualche migliaia di euro da spendere in brochure o foto patinate.

Il turismo in altre regioni italiane rappresenta un settore chiave e un motore per l’occupazione, ma secondo la CGIL nella provincia di Taranto, siamo ancora lontani dall’ipotesi di un modello di sviluppo di sistema.

L’Osservatorio del mercato del lavoro turistico identifica chiaramente i limiti di questa occupazione in Puglia – sottolinea D’Arcangelo – Le circa 10mila aziende della filiera turistica in Puglia, producono ancora lavoro stagionale e povero con una media di 159 giornate lavorative per circa 48mila addetti. Un trend certamente in crescita che però ha bisogno di maggiore coraggio per atteggiarsi ad alternativa.

Se il dato regionale non brilla la condizione tarantina è certamente ricca di zone d’ombra.

Taranto continua ad essere cenerentola nei flussi turistici che attraversano la Puglia e vi sono ancora le grandi contraddizioni di lavoratori precari se non addirittura in nero nel mercato delle vacanze, dell’accoglienza, della ristorazione o dei servizi – precisa D’Arcangelo – pertanto se un lavoro di programmazione si dovrà compiere si faccia sul territorio, non solo in riunioni come quella ad esempio convocata  domani a Bari all’Assessorato allo Sviluppo Economico tra alcuni sindaci e alcune associazioni di categoria. Serve il coinvolgimento vasto di tutti gli attori dello sviluppo del settore, a cominciare proprio dalle rappresentanze dei lavoratori.

 

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