Cookie Consent by Free Privacy Policy Generator
Preferenze sui cookie
Giornale di Taranto - ILVA/ I Genitori Tarantini contestano l'accordo proposto da Comune e Regione e ribadiscono "L'unica strada è la chiusura!"
Mercoledì, 17 Gennaio 2018 10:08

ILVA/ I Genitori Tarantini contestano l'accordo proposto da Comune e Regione e ribadiscono "L'unica strada è la chiusura!" In evidenza

Scritto da 
Vota questo articolo
(0 Voti)

L'unica strada per salvaguardare la salute dei tarantini è chiudere le fonti inquinanti a cominciare dall'Ilva. I Genitori Tarantini intervengono nel dibattito in corso e nello scontro istituzionale che si sta consumando sul futuro dello stabilimento siderurgico chiarendo ancora una volta la propria posizione e definendo inaccettabile l'accordo proposto da Regione Puglia e Comune di Taranto. Questo il testo integrale della della nota 

 

 

“Premesso che: lo stabilimento siderurgico Ilva di Taranto è stato dichiarato stabilimento di interesse strategico nazionale dal decreto legge n. 207 del 3 dicembre 2012, come convertito in legge n. 231 del 24 dicembre 2012 (articolo 3)”

E’ questo l’incipit del testo presentato dalla Regione Puglia e dal Comune di Taranto quale base per un accordo di programma sul tema “Ilva”. Già questo basta, a noi, Genitori tarantini, per bollare come inaccettabile tutto il resto.

Non esiste, in una democrazia occidentale, che un “interesse strategico” possa prevalere sul diritto alla salute minandolo addirittura fino alla morte.

Sappiamo che governare significa agire per la giustizia sociale, la tutela del bene comune e dei diritti garantiti a tutti i cittadini della Repubblica italiana. Queste cose non le dicono alcuni tarantini fanatici e stupidi, sono scritte nella “Costituzione della Repubblica italiana”, un testo davvero importante, oltre che interessante.

Avremmo voluto che dalla Regione Puglia e dal Comune di Taranto venissero recepite le istanze dei tarantini, le sopravvenute necessità, le nuove posizioni (di segno diametralmente opposto rispetto al passato) riguardo alle produzioni altamente inquinanti.

Si vuole far funzionare un’industria, i cui insopportabili danni verranno pagati ancora per anni da migliaia di tarantini, concedendo anche ai nuovi gestori (come ai commissari straordinari prima di questi) l’immunità penale: una ferita inferta alla Democrazia e alla Giustizia difficilmente sanabile. Eppure, su questo argomento, per noi prioritario, nessun riferimento si riscontra nell’accordo di programma.

Ci sembra, altresì, interessante citare il titolo del testo presentato: “Accordo di programma per la misura delle attività di tutela ambientale e sanitaria di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 29 settembre 2017”.

Tutelare significa proteggere, difendere. All’articolo 17 dell’accordo di programma si legge, però, che: “D’intesa con le altre parti stipulanti l’Accordo, la Presidenza del Consiglio dei Ministri ed il Ministero della Salute, nel termine di 12 mesi dalla stipula del presente Accordo, adottano gli interventi normativi di carattere speciale e straordinario per la previsione di indennizzi e tutele per i soggetti interessati da malattie o da decessi accertati con causale diretta all’inquinamento dello stabilimento ILVA di Taranto.” Questo non significa “tutelare”! Questo è riconoscere, fino a legittimarlo, un risarcimento per un danno sanitario (per quanto già sia estremamente difficile dimostrarne la correlazione) che non dovrebbe essere provocato, non dovrebbe esistere! Da notare, infine, che in questo articolo si dichiara che Consiglio dei Ministri e Ministero della salute adotteranno interventi normativi d’intesa con le altre parti stipulanti l’accordo, tra le quali c’è anche AM InvestCo Italy S.r.l., il futuro gestore: una follia!

 

I Genitori tarantini dichiarano ancora una volta che l’unica via praticabile per fare cessare la tremenda tempesta di morti. malattie e disoccupazione sia la chiusura delle fonti inquinanti, a cominciare dalle più impattanti (quale, appunto, L’Ilva), la bonifica dell'intero territorio compromesso dall’inquinamento industriale (con spese a carico dei colpevoli, privati e pubblici) e la riconversione economica e sociale dell’intera provincia tarantina.