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Giornale di Taranto - Ance Taranto/ Finalmente sbloccata la Sp 58, ma non dimentichiamo circonvallazione e Ss 172.
Sabato, 17 Settembre 2016 18:37

Ance Taranto/ Finalmente sbloccata la Sp 58, ma non dimentichiamo circonvallazione e Ss 172. In evidenza

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Il coordinatore della delegazione, Martino Aquaro: Martina ha bisogno di tutte queste opere

 

«Ci sono voluti decenni, ma la Sp 58 è andata finalmente in porto: e questo è ciò che importa». Martino Aquaro, alla guida della delegazione di Martina Franca di Ance Taranto, saluta con favore lo sblocco dei fondi per l’ammodernamento della provinciale tra Martina e Alberobello. Un’opera il cui iter ha da tempo raggiunto la maggiore età e che ora la Provincia di Taranto è riuscita a mettere sulla via giusta.

Su un aspetto, però, la delegazione di Martina vuole tenere il punto: la questione va chiusa in fretta, evitando che ulteriori lungaggini burocratiche gettino altra sabbia nell’ingranaggio. «L’opera – sottolinea il coordinatore Aquaro – serve al territorio. L’imbuto che chiudeva questa strada e impediva il passaggio dei mezzi pesanti, ora è destinato a saltare grazie alla realizzazione di un sottopasso». Un’opera pubblica che «fa bene a Martina», ma per la quale si è stati costretti a subire una scelta dolorosa: la circonvallazione, infatti, è finita nell’elenco dei progetti sospesi.

Per Ance Martina, tuttavia, la partita da giocare è molto più ampia e riguarda una nuova “ingegnerizzazione” del sistema viario territoriale. A fianco alla provinciale 58, altri progetti vanno ripresi, a partire proprio dalla circonvallazione tra via Alberobello e la Statale 172, con gli snodi vitali che riguardano la quarta corsia di Orimini e l’allargamento sino alla Martina-Locorotondo, compresa la soluzione della spinosa vicenda legata al depuratore.  «Ance fa un ragionamento di sistema – spiega Aquaro – in cui Martina ha bisogno di tutte queste opere e delle sinergie che esse consentono. Riprendere il discorso della circonvallazione e degli interventi sulla Ss 172 finiti in chissà quale meandro, significa realizzare un complesso di opere capaci di bypassare completamente il centro urbano, evitare l’imbottigliamento nella zona industriale e offrire respiro e crescita a tutte le attività produttive, dal commercio al turismo. Le comunità, del resto, si sviluppano con le infrastrutture in grado di rendere più facile la vita delle persone e delle aziende. E’ per questo che bisogna aprire i cantieri prima possibile».

Un ragionamento chiaro e diretto come può essere l’andare con una linea da un punto all’altro: «Ma l’Italia – avverte Aquaro – è il Paese degli arabeschi, dove anche ciò che è semplice, a furia di volute, ricorsi e cavilli, può diventare maledettamente complicato»

Ultima modifica il Sabato, 17 Settembre 2016 18:44