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Giornale di Taranto - "CARA MIA TARANTO VADO VIA". LETTERA DI UN GIOVANE TARANTINO ALLA SUA CITTA'.
Domenica, 04 Settembre 2016 12:37

"CARA MIA TARANTO VADO VIA". LETTERA DI UN GIOVANE TARANTINO ALLA SUA CITTA'. In evidenza

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Cara mia Taranto,  ti scrivo perché ultimamente a causa tua ho perso la strada. Ti scrivo, perché ci sono troppe cose che ci uniscono e altrettante che ci dividono. Ancora una volta sto andando via, ogni volta un nuovo lutto, un nuovo modo straziante di morire viene a farmi compagnia ed io inerme, devo resistere a questo tripudio. Probabilmente se non fossi così genuinamente imperfetta non ti amerei come oggi faccio, incondizionatamente. Ma gli stessi motivi che mi spingono ad amarti, oggi mi costringono anche ad odiarti.  Mi hai accolto nel tuo mare da bambini,  mi hai insegnato la strada da ragazzo e poi non so per quale assurdo motivo hai fatto in modo che io scappassi inesorabilmente da te. Mi hai cacciato via con estrema crudeltà, relegandomi alla minoranza di quelle persone che questo posto lo amano davvero e vorrebbero cambiarlo. E sai perché sono arrabbiato ? Perché ti sei venduta per così poco a quattro sciacalli e farabutti che ogni giorno ti tolgono qualcosa. Una cucina al centro della strada messa li senza un minimo di consapevolezza, i monumenti distrutti della mia bellissima villa peripato e pulluli di circoli ricreativi colmi di sfaccendati e prepotenti togliendo spazio a cultura e storia che invece dovrebbero contraddistinguerci, ma il Taranto è in lega pro e noi beviamo birra raffo e niente più, inconsapevoli del fatto che la raffo non è più fabbricata a Taranto e che per Taranto non fa assolutamente nulla se non gonfiare i propri fatturati. Ma la cosa che oggi mi fa più male è che la gente come me risulta essere quasi un ospite indesiderato pur avendo calpestato queste strade da anni innumerevoli, mentre  quattro quaquaraqua e ubriaconi pensano di essere i padroni. E allora tutti i giorni mi tormento come Catullo con lesbia nel famoso carme odi et amo. Ogni giorno mi colpevolizzo,  o ti colpevolizzo, o colpevolizzo questo sud che profuma di salsedine e pane fresco, di panorami mozzafiato e sapori da urlo, ma che fa fatica a ingranare la marci, a decollare. Mi chiedo quale sia la soluzione, la medicina giusta ma per ora non trovo risposte, solo rinunce, paure , incertezze che anche oggi mi portano a partire lontano da te con le lacrime agli occhi e i denti stretti mentre questo maledetto pullman comincia la sua corsa e mio padre e mia madre si rimpiccioliscono con la distanza sino a scomparire. Oggi fa molto caldo, il pullman è colmo si ragazzi, di grandi menti in fuga da un territorio che ha preso ma non ha restituito, da un sistema sociale ingiusto e classista. Cara mia Taranto vado via, ma conservo dentro il desiderio un giorno di poterti stringere fra le mie braccia e non allontanarmi mai più, ma purtroppo sono le 18.50, il pullman sta per partire e sono costretto a salutarti con estremo dispiacere. Il nostro è ancora una volta un Arrivederci.