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Mercoledì, 20 Luglio 2016 08:24

POLITICA/ IL PD TARANTINO SI CONFRONTA DOPO LE RECENTI CONSULTAZIONI AMMINISTRATIVE. In evidenza

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Lunedì 18 Luglio si è tenuta l'Assemblea Cittadina del P.D. che ha affrontatao il tema : 

"Le prospettive per Taranto - L'iniziativa del PD Jonico" .

Un importante appuntamento del PD cittadino di incontro, confronto e discussione.

Nel corso dell'Assemblea, convocata e presieduta dal Presidente Architetto Sergio Scarcia, sono stati affrontati vari punti inerenti le problematiche che attraversano la nostra città, per quanto attiene la politica sociale e politica nonchè amministrativa e del Partito Democratico Jonico, senza assolutamente dimenticare alcuni temi a carattere nazionale quali il prossimo Referendum.

L'incontro, a cui hanno partecipato i massimi rappresentanti del PD nelle Istituzioni Onorevoli,Consiglieri Regionali e Assessori e Consiglieri Comunali, rappresentanti della segreteria regionale, è stato introdotto dal Segretario Cittadino del PD Tommy Lucarella di cui riportiamo di seguito la relazione.

 

 

 

I risultati delle amministrative hanno aperto, anche a Taranto e provincia, una grande discussione sulla stampa, fuori e dentro al Pd. Nel voler dire sempre la verità, senza infingimenti, i risultati locali sono in linea con taluni risultati nazionali.

Tuttavia l’eco dei successi dei Cinque Stelle è molto forte, non solo sui media. Perché se perdi a Roma dove è accaduto ciò che sappiamo, te lo aspetti. Se perdi anche dove hai governato bene, c’è qualcosa che non va, sei lontano dal comun sentire, dalla società.

Il fatto è che comunque i Cinque Stelle hanno meglio di noi e continuano a interpretare la richiesta di cambiamento che proveniva dalla società. E hanno vinto, in modo netto dove abbiamo sbagliato talune politiche seguite.

Da noi in particolare, abbiamo pagato dove siamo andati divisi. Dove tra noi e noi siamo stati egoisti e non abbiamo voluto dialogare. Forse è giusto dire dove non vi è stata ricerca di mediazione prima della presentazione delle candidature a sindaco, dai soggetti contro. Mi auguro che la lezione sia servita. Di certo non ripeteremo a Taranto gli stessi errori di qualche settimana fa. L’esperienza insegna.

Al Comune di Taranto pretenderemo che ognuno dovrà sedersi al tavolo del centro sinistra senza arroganza, senza avances, senza pregiudizi.

Vedete io ritengo che nel CSXlo sport di parlare male, a prescindere dalle discussioni, del PD deve finire. Non ha ragione di esistere se si sta e si governa insieme. Si può far notare determinate anomalie, senza farsi belli all’esterno, con il garbo politico dovuto.

Per molti attori politici del CSX, che poi utilizzano il PD come un Bus, ovvero se ne servono per i loro interessi, quali essere eletti o grazie al PD diventano Assessori o Presidenti di Commissione, la storia finisce qui. Porteremo rispetto a chi ci porta rispetto, a chi rispetta la forza politica più importante, che ha i numeri nel CSX. A chi parla e guarda agli interessi della comunità e non ai propri.

Vedete io penso che la storia politica ultima insegna che la gente non ci segue più, non segue più la politica, non va per schemi obsoleti. Non è addomesticabile o comprabile. Vuole fatti e azioni, non sogni ed illusioni. Vuole un cambio di rotta rispetto al passato. Vuole che si riconoscano errori del passato per costruire da questi una idea di futuro che oggi non c’è. Non si deve drammatizzare, ma non si deve assolutamente minimizzare il messaggio della gente.

Penso sia utile che il Pd capisca come e dove possiamo fare meglio, aprendosi al territorio, scendendo in strada, perché diceva un Padre della politica (Berlinguer) che la politica si fa strada per strada, casa per casa, e noi è da tanto che non lo facciamo. È da tanto chenon usciamo allo scoperto per mera paura del confronto, perché è più facile stare tra noi che stare in pubblico. Questa storia non ha più senso.

Io noto che la discussione seria di questa sera che faremo e che abbiamo fatto ognuno nei rispettivi circoli o nelle segreterie talvolta è rimpiazzata dalla classica polemica sulle poltrone, sul commissariamento, su chi sarà il futuro candidato sindaco.

In primis penso che tutto ciò non interessi alla gente e ci stiamo perdendo dietro questa sterile ed obsoleta maniera di far politica dimenticandoci di chi è fuori il Palazzo.

Possiamo e dobbiamo parlare di crescita e di diseguaglianze, di diritti civili e terzo settore, di stabilità istituzionale e lavoro, di urbanistica e commercio, di welfare e industria, di una nuova visione della città, di ciò che intendiamo offrire a chi ancora crede in noi per non perderlo ed a chi vorrebbe investire nei nostri programmi.

Il PD deve caratterizzarsi per le cose che propone, non per le proprie divisioni interne.

In questi anni noi abbiamo perso il contatto con la realtà e andare nei territori per spiegare, ascoltare e imparare.

È questa impostazione che va cambiata, perché, ad esempio, nelle periferie, dove c’è più sofferenza, siamo vissuti come marziani o, peggio, come nemici.

Noi dobbiamo ritornare per strada e recuperare il contatto con il territorio, con alcune fasce sociali.

Per tale non si può pensare di partire in primis dalla proposta del nome del candidato Sindaco, senza sapere da chi è formata la coalizione con cui si dovrà condividere un percorso, senza definire un programma di massima.

Poi sia chiaro, di fronte a più offerte di nomi o di candidature noi seguiremo il percorso delle Primarie, perché la gente deve scegliere, deve conoscere in anteprima chi dovrà rappresentarla.Non ci piacciono i nomi calati dall’alto e/o scelti da pochi, però ricordiamoci oggi più di domani che non possiamo ricordarci della gente solo alle primarie e chiamarli al voto per la scelta di tizio/caio.

Non releghiamo gli elettori solo alla scelta delle candidature ad ogni livello con le primarie. È arrivato il momento di individuare strumenti e luoghi, utilizzando la rete non per prendere effimere decisioni, ma per dare voce a contributi, istanze e riflessioni.

Così come dico a noi del PD che non possono esistere alleprimarie più candidaturedel PD, e chissà nessuna degli altri partiti o movimenti o della società cosiddetta “civile”.

Nel PD e del PD il candidato che presenteremo dovrà essere unico, non tanti. Se vi saranno più offerte dovranno essere valutate nelle giuste sedi e non scelte nelle segrete stanze o dai vertici.

Io, Noi qui auspichiamo, che si parta intanto da un CSX unito, perché determinati errori delle ultime amministrative ci insegnano che non serve a nessuno andare disuniti.

A Taranto ad esempio se non cambiamo da subito modo di far politica, se non facciamo capire che talune politiche amministrative non ci soddisfano, la gente ci punirà, perché non siamo stati in grado di far capire che siamo dalla loro parte.

Penso che dobbiamo cominciare a dare segnali e fare azioni di discontinuità amministrativa, imponendo il nostro saper fare, il nostro dire, il nostro agire, anche a costo di perdere qualcosa.

Quanto meno avremo riconquistato il rapporto con la base del PD e con i cittadini.

 

IL REFERENDUM

 

Il referendum ci sarà. Spero che non si trasformi in un plebiscito sulla persona del Capo del governo perché ciò ferirebbe l’idea stessa di Costituzione come “casa comune” degli italiani. Bisognerebbe evitarlo. Io penso che le forze più responsabili (pure pensandola diversamente sulla concreta proposta di riforma) dovrebbero sentire il dovere di mettere in campo un pensiero più alto e più comprensivo su ciò che sovrasta le nostre dispute. È verissimo che sono necessari un grande rinnovamento e una svolta radicale del corso politico italiano dopo la fine della Prima Repubblica.

Qui sta la verità di Matteo Renzi. La ragione della forza con cui egli è entrato nella vita politica italiana e ha conquistato il governo. Egli ha sollevato l’esigenza di un grande cambiamento non più rinviabile e della necessità di rimettere in moto il Paese.

Se non vogliamo tornare indietro o continuare a vivere in una Nazione del 1900. Certo che alcune correzioni possono e devono essere fatte, ma intanto iniziamo a dire SI al cambiamento. Ed il PD a Taranto deve essere forza trainante e non passiva per il SI.

 

SANITA’ – CHIUSURA MOSCATI

 

Certo che non possiamo nascondere la nostra amarezza e non condivisione di talune decisioni riguardanti il “depotenziamento” di alcuni servizi dell’Ospedale Moscati in quel di Paolo Sesto, quali il Pronto Soccorso, il Reparto Cardiologia, la Rianimazione.

Non ci sono secondo noi ragioni per arrivare a tale decisione che priva una intera comunità del servizio sanitario, non solo di Paolo Sesto, ma che attraversa i territori di Statte, Montemesola, e zone limitrofe, in attesa della costruzione del nuovo Ospedale, e conseguenza del Piano di Riordino Ospedaliero Regionale.

Mentre si parla tanto di emergenza sanitaria, di dati sensibili negativi in tema di malattie e patologie di una certa gravità, pensare che si vada nella direzione opposta chiudendo taluni servizi ci sembra a dir poco paradossale.

Noi riteniamo, associandoci ad altre giuste rivendicazioni fatte da altri, che in determinati tavoli bisogna rivendicare e denunciare determinate carenze, per far sì che chi è preposto si ponga ad horas il problema di ricerca di nuove risorse per arginare determinate sofferenze e precarietà.

Non esiteremo a denunciare tali anomalie a chi di competenza, perché solo la denuncia collettiva fatta da più fronti può “forse” far riflettere i preposti alla salute pubblica.

Per un territorio con un livello di mortalità per neoplasie così alto, riteniamo che si debba fare molto di più.

Le strutture esistenti hanno bisogno di essere potenziate sia in termini di risorse umane che tecnologiche e non svuotate in favore di altre di certo non pubbliche.

Non si tratta di certo di rivendicazioni campanilistiche, ma di esigenza reale di un territorio già martoriato di per se.

Non vogliamo essere in controtendenza con le politiche di riduzioni costi superflui, ma riteniamo che la sanità oltre a non avere colori politici, non può essere ridotta a calcoli ragionieristici del 2-2=0.

Io chiedo al Dr. Rossi, prima di pensare alla chiusura del Pronto soccorso del Moscati per portare tutti i servizi al SS.Annunziata, se mai ha avuto la sventura di passare una giornata al pronto soccorso del Santissima Annunziata di Taranto, per rendersi conto di quanto sia logorante l’attesa di chi attende una visita o un esame in grado di fornire, quanto prima, delle rassicurazioni sulle proprie condizioni di salute. Il tutto nonostante la professionalità e la grande abnegazione del personale medico e sanitario, fiaccato dalla carenza di organico e da tagli che non danno tregua, dalla mancanza di posti letto.

Io ci sono passato. Ore di attesa con tutto ciò che ne deriva in termini di stress psicologico. Io chiedo ad Emiliano di essere e continuare a essere dalla parte dei cittadini.

Noi non siamo in sintonia con tale decisione e ci appelliamo per questo ci rimettiamo a chi siede in Regione. Sono certo che Mazzarano e Pentassuglia, sapranno ascoltarci e chiedo loro di incontrarci, magari anche con Rossi, nelle prossime ore per valutare gli aspetti relativi.

A breve vi sarà preannuncio un incontro, una altra assemblea con i nostri Consiglieri Regionali e con il Dr. Rossi per valutare aspetti e migliorie, così come assicurato dal Capogruppo Mazzarano e dal Consigliere Pentassuglia.

ILVA

 

A riguardo è stato detto tutto e il contrario di tutto. 10 Decreti dicono che tanto c’era da fare e tanto c’è ancora da fare. Penso però che non possiamo far passare che altri sono i detentori della verità su ambiente e salute e noi coloro che non se ne fregano nulla. Ma di cosa parliamo. Qui chi cmq ci ha messo la faccia con proposte è il PD.

Però chiedo che si faccia presto e che si dia un segnale di visibilità di opere come ad esempio la copertura dei parchi minerari.

 

 

 

I CIRCOLI – STATO DEL PARTITO

 

La nostra forza sono migliaia di sedi che possono rappresentare punti di riferimento se solo si aprissero all’ascolto della società e delle singole comunità. Molto spesso, invece, l’apertura al confronto, interno ed esterno, viene resa impossibile. L’unica prospettiva è contaminarsi, con le idee, con le persone, allargare la partecipazione, costruire laboratori dal basso che sperimentino nuove forme di organizzazione. Non possiamo far morire queste cellule lasciando a piccole cerchie di persone le decisioni e l’idea di rappresentanza della nostra grande comunità democratica.

I circoli non possono ridursi a infinite conte o cooptazioni (quasi sempre al ribasso), ma devono rappresentare fucine di cambiamento e programmare per i territori, trasformando le idee in buone pratiche amministrative. Il Pd e i circoli non sono un fine, ma uno strumento che parte dalla realtà e guarda al futuro.

 

Il problema è sotto gli occhi di tutti ormai da anni: i circoli del Partito democratico sono sempre di meno, sempre meno frequentati, sempre più autoreferenziali. Il problema non nasce con le ultime amministrative e nemmeno sotto la segreteria di Renzi, ma si iscrive in un trend di generale disaffezione dalla politica e, in particolare, dai partiti più tradizionali.

Il Pd, però, era nato per spezzare questo andamento, per rinnovare le modalità di partecipazione dei cittadini e trovare con loro le soluzioni più adeguate alla fase di cambiamento che viviamo. Un compito arduo onestamente non riuscito.

Nelle ultime amministrative, lo scarso appeal elettorale riscontrato tra i giovani e nelle periferie, la sconfitta in alcune realtà, la difficoltà di radicamentosono dati di analisi sufficientemente condivisi da tutti, ma ai quali non seguono da parte di nessuno risposte organizzative da riportare nella struttura del partito. Non tanto negli organismi dirigenti, quanto piuttosto nella presenza diffusa sul territorio. In questo e per questo ritengo, senza offesa che a Taranto, i nostri rappresentanti non vogliono bene al PD, non vogliono bene ai Circoli, perché non versano alcun contributo al PD, così come sancito nel Regolamento e Statuto del PD, facendoli soffrire e portandoli alla chiusura.

Eppure talvolta si utilizzano i Circoli per “fini elettorali”. Investendo nei circoli si può invece aiutare il Pd a fare il PD. Condivido con chi dice che forse in città sono tanti e che non è giusto tenere in vita Circoli senza sede, non unendoli con altri che la hanno. Ho tentato di farlo capire. Mi accorgo di non essere stato capito ne aiutato in questo senso

Alcuni di Noi non hanno compreso che dobbiamo rivolgerci a quella platea più grande che costituisce la vera base del partito: i nostri elettori, i cittadini. Il partito che si mette in sintonia con i problemi della gente, che fa proposte, che dice la sua e fa battaglie insieme alla gente.

Ecco il cambiamento: il partito deve tornare ad occuparsi della città, dei problemi della gente, in contatto costante con i cittadini per ascoltarli e coinvolgerli con proposte da portare alle istituzioni.

Vedete negli ultimi tempi una parte del PD è stato riconosciuto dalla gente in città perché si è interessato di sanità, dell’Ospedale Moscati per intenderci, anche mettendosi contro determinati deliberati regionali. Lì noi abbiamo detto NO verso la decisione di chiudere taluni reparti ospedalieri in quel sito. Una decisione che non ha tenuto conto della gente. Non una richiesta campanilistica, ma una necessità di un territorio e comunità larga.

Ecco se vogliamo che il Pd torni ad esistere, deve essere visto, riconosciuto e stimato dalla gente.

Eppure lì non abbiamo visto il partito, ma ahimè, la gente.

Noi dobbiamo ritornare tra la gente, mescolarci e interpretare i loro bisogni, le esigenze.

Serve un Pd che lavora con la società, non solo “aperto alla società”.

Bene rimettere al centro i circoli, le strutture di base. Ma se i circoli sono quello che sono oggi è come pestare l’acqua nel mortaio mentre attorno c’è il mare. Il Pd deve immergersi nel mare dei problemi della società.

Oltre ai non molti iscritti, abbiamo parecchie migliaia di elettori che, quando li abbiamo chiamati per le primarie, sono venuti ai nostri seggi ed ai nostri gazebo. Fra l’altro queste sono state le uniche occasioni in cui abbiamo incontrato e coinvolto anche tutti gli iscritti.

Disponiamo di migliaia di indirizzi email. Possiamo ogni tanto chiedere la loro opinione su un problema o su una proposta che vorremmo fare. E poi magari riscriviamo per dire che esito ha avuto la consultazione.

In una sua canzone Ivano Fossati dice “Che c’è un tempo per sognare ed uno per seminare”.

Io penso che al di là dei sogni noi dobbiamo iniziare a seminare, perché da tanto non lo facciamo.

Poi la politica deve far sognare la gente così come ha fatto il giovane Sindaco di Gallipoli del PD Stefano Minerva inventandosi le deleghe Assessorili al Sorriso, alla Bellezza, alla Creatività e al Futuro, affermando che «Serve un nuovo linguaggio, governare non è soltanto fare solo 2 più 2, parlare di politica è «aggiornare il suo dizionario e la sua semantica» per poter ricominciare a «raccontare un sogno»

 

LE INIZIATIVE

Nei prossimi giorni il PD farà ed incalzerà il territorio proponendo incontri tematici.

-      Il 27 Luglio CecyleKyenge a Taranto.

-      Entro fine mese un incontro tematico, un confronto sui problemi della Sanità con i Consiglieri Mazzarano e Pentassuglia.

-      Fine Luglio Matteo Renzi a Taranto.

-      Tra Agosto e Settembre iniziativa con Debora Serracchiani

-      Il 26 Settembre iniziativa con la Senatrice Monica Cirinnà

 

CONCLUSIONI

In recenti note sulla stampa locale taluni provocano una discussione adducendo argomentazioni circa la utilità o meno quanto necessità di avere un Commissario nella Federazione del Pd di Taranto.

         Ognuno ha le Sue opinioni, io penso che Taranto, con le sue problematiche non può permettersi ciò, ed il PD in particolare anche.

Noi non meritiamo se riteniamo che questo PD debba crescere a Taranto essere commissariati per l’ennesima volta.

Di certo errori sono stati commessi, ma un commissariamento non serve alla città, al PD. Per tale mi auguro che il Segretario Regionale dia corso e gambe ad una nuova fase politica per il nostro Partito.

A noi tutti di certo non giova avere un partito con la sindrome da Peter Pan.

Nella situazione in cui versa Taranto è importante oggi più di ieri dare una guida al più grosso partito del centro sinistra nella provincia di Taranto, che sappia parlare sia agli iscritti, dare indirizzi e condividere percorsi a chi siede nelle istituzioni e nel contempo cercare di riavvicinare la gente alla politica vera, reale e partecipativa.

                                                                           Tommy Lucarella

                                                                  ( Segretario Cittadino PD Taranto )

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