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Giornale di Taranto - La Riflessione/ Referendum sulle Trivelle, l'Arcidiocesi mette in guardia, se vincono i "no" rischio di danni a salute, ambiente, occupazione
Giovedì, 07 Aprile 2016 16:19

La Riflessione/ Referendum sulle Trivelle, l'Arcidiocesi mette in guardia, se vincono i "no" rischio di danni a salute, ambiente, occupazione In evidenza

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E' una riflessione profonda, attenta emolto chiara qella  che l'Aricdiocesi di Taranto pone alla vigilia del Referendum sulle Trivelle. Nessuna intromissione nella sfera politica, si legge, ma la consapevolezza che su tutto, sempre deve prevalere la salvaguardia del Creato, che è ambiente, vita, salute

 

Commissione diocesana per la custodia del Creato

 

Traccia di riflessione sul quesito referendario del prossimo 17 aprile

         Il referendum del prossimo 17 aprile sulla ricerca e coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi in mare (meglio noto come referendum sulle trivelle) è l’occasione per compiere un primo passo verso quella “conversione ecologica integrale” sollecitata da papa Francesco al n. 107 della Laudato sì, affinché il nostro unico e meraviglioso pianeta, oggi gravemente ferito, possa essere risanato. Interrogarsi su questo referendum, destinato ad avere effetti non solo sulla nostra generazione, ma anche su quelle future, significa fare in modo che fede e vita non siano due sfere separate dell’esistenza di ciascuno, ma realtà in dialogo fecondo tra loro. È bene, dunque, conoscere i principali termini della questione per compiere una scelta in scienza e coscienza.

         Il quesito referendario chiede ai cittadini italiani se si vuole cancellare (votando sì) o meno (votando no) la norma che permette alle società petrolifere di estrarre gas e petrolio entro le 12 miglia marine dalle coste italiane senza limiti di tempo. Calcoli elaborati sulla base di dati del Ministero dello Sviluppo economico rilevano che le piattaforme interessate dal referendum coprono meno dell’1% del fabbisogno nazionale di petrolio e il 3% di quello di gas. Con il rilascio delle concessioni, gli idrocarburi diventano di proprietà delle società petrolifere, tenute a versare allo Stato solo una somma pari al 7% del valore della quantità di petrolio estratto e al 10% del valore della quantità di gas estratto. Va precisato che gli idrocarburi ricavati possono essere portati via dalle compagnie petrolifere e venduti altrove.

         Nel caso di vittoria del sì non ci sarebbero nell’immediato effetti negativi sul piano occupazionale, poiché i lavoratori, con lo scadere nel tempo delle concessioni, potrebbero essere gradualmente impegnati in altre attività, magari legate alle energie rinnovabili.

         La discussione in atto è incentrata sui possibili pericoli di questa attività per l’ecosistema, non solo in caso di eventuali incidenti, ma anche nel corso della normale attività estrattiva e questo dato non è trascurabile in un territorio come il nostro già fortemente condizionato in negativo dalle attività produttive presenti.   Il rischio è che oltre al danno ambientale e sulla salute delle popolazioni, possano prodursi effetti negativi sul piano occupazionale per diversi comparti, quali il turismo, la mitilicoltura, la pesca, il patrimonio culturale. C’è poi la questione dei cambiamenti climatici: per raggiungere gli obiettivi fissati alla conferenza di Parigi è necessario passare in tempi brevi dall’uso dei combustibili fossili alle energie rinnovabili come sottolineato da Papa Francesco nel n.165 della Laudato sì.

         Va poi sottolineato che la specificità tecnica della questione non ci esonera dalla partecipazione al referendum, quale basilare strumento di democrazia diretta soprattutto a fronte della costante compressione degli spazi di informazione, di partecipazione e, in ultima analisi, di controllo popolare nelle scelte strategiche per il territorio (cfr., Laudato sì nn.177-181)

         Riuniti intorno al nostro arcivescovo, monsignor Filippo Santoro, raccogliamo e rilanciamo l’appello ad un’approfondita discussione su questo tema, riflettendo sul quesito nei nostri consigli pastorali prima della consultazione referendaria. Lasciamoci guidare da quanto suggeritoci da papa Francesco nel n.188 della sua ultima enciclica: “Ci sono discussioni, su questioni relative all’ambiente, nelle quali è difficile raggiungere un consenso.  Ancora una volta ribadisco che la Chiesa non pretende di definire le questioni scientifiche, né di sostituirsi alla politica, ma invito ad un dibattito onesto e trasparente, perché le necessità particolari o le ideologie non ledano il bene comune”.