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Giornale di Taranto - CULTURA - Accorpamento Soprintendenza, Liviano e Capriulo: "Il sindaco investa del caso il tavolo Cis"
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Sabato, 20 Febbraio 2016 21:13

CULTURA - Accorpamento Soprintendenza, Liviano e Capriulo: "Il sindaco investa del caso il tavolo Cis" In evidenza

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Gianni Liviano  e Dante Capriulo chiedono al sindaco Stefàno  di farsi interprete al tavolo CIS della necessità che la Soprintendenza resti a Taranto. '"Al di là delle divisioni locali,  la nostra comunità  non può non essere coesa rispetto al governo nazionale  ed è per questa ragione che con fiducia investiamo il sindaco  perché rappresenti lunedì 22 al tavolo CIS la necessità che la soprintendenza resti a Taranto”.
Secondo i due esponenti politici,  se non dovesse essere  possibile puntare al mantenimento della secolare presenza della Soprintendenza archeologica a Taranto, “allora dobbiamo puntare a far sì che Taranto sia la sede unica della Sovrintendenza autonoma per l’Archeologia, le Belle arti ed il Paesaggio.  È bene ribadirlo, Taranto è la capitale della Magna Grecia depositaria del patrimonio archeologico di tutto rispetto”.
Gianni Liviano, consigliere regionale, e Dante Capriulo, consigliere comunale e provinciale, affilano le armi pronti a combattere la battaglia a favore del mantenimento a Taranto della sede della soprintendenza archeologica  insieme al neonato Comitato per la Soprintendenza di cui fanno parte a pieno titolo.
“È necessario - fanno presente Liviano e Capriulo - che il fronte sia il più allargato possibile e compatto se davvero vogliamo raggiungere il nostro obiettivo”.
E per allargare il fronte, Liviano e Capriulo puntano a coinvolgere i parlamentari tarantini e quei consiglieri regionali che, fino a oggi, “non hanno ritenuto di dover intervenire sulla vicenda”
Per Liviano e Capriulo, qualora la decisione del ministro Franceschini fosse attuata, “andrà a penalizzare ulteriormente un territorio ed una comunità locale che invece vogliono puntare con forza al suo rilancio socio-economico e, imprescindibilmente, culturale, dopo essere stati al servizio del Paese con le presenze industriali e militari.  Saremmo di fronte ad un’altra decisione forte, tremenda, perché mortifica la storia della nostra città. Aggiungendosi alla chiusura della filiale della Banca d'Italia, della Corte d'Appello.  Non solo - concludono Liviano e Capriulo - tale decisione è irrispettosa di una intera città ed è irragionevole rispetto agli stessi sforzi che lo stesso governo sta compiendo con l'attivazione del tavolo strategico per Taranto e brucia la gloriosa storia della città, capitale della Magna Grecia”.