Il sindaco di RomaMarino non può generalizzare, ci sono sindaci virtuosi che non usano il denaro pubblico. E' questo in sinensi, il senso della lettera che il sindaco di Taranto, Ezio Stefàno ha inviato al premier Renzi per prendere formalmente le distanze dalle dichiarazioni fatte dal primo cittadino della capitae in merito al caso dei rimborsi per cene e spese di rappresentanza: Ecco, di seguito, il testo integrale della lettera
Al Sig. Presidente del Consiglio dei Ministri
Dott. Matteo Renzi Palazzo Chigi
R O M A
Comprendo che, l’argomento che Le sottopongo con la presente è sicuramente ben poca cosa rispetto ai grandi temi che La impegnano quotidianamente sia sul fronte nazionale che internazionale, ciò nonostante sento di doverLe commentare una recentissima dichiarazione resa dal Sindaco di Roma, Dott. Ignazio Marino, sulle cosiddette spese di rappresentanza (viaggi e cene), da Egli sostenute.
Il Sindaco Marino, non può a sua giustificazione estendere in modo generico a tutti i Sindaci italiani il suo modus operandi in tema di spese di rappresentanza.
La filosofia e la logica del contenimento della spesa pubblica, così come perseguiti dal suo Governo, non possono non essere attuati da quelle istituzioni centrali e periferiche che gestiscono il denaro pubblico.
Contesto, dunque, queste considerazioni del collega Sindaco Marino, affermando, con non poco orgoglio, che personalmente in quanto Sindaco di Taranto da ben otto anni, non ho mai impiegato un solo euro per queste voci di spesa dal bilancio comunale, piuttosto per destinarle in favore del welfare.
E questo è avvenuto non perché nel 2006 fu dichiarato il dissesto finanziario del Comune di Taranto, ma perché l’attività di Sindaco esige oggi più di ieri, sobrietà e risparmio dei soldi pubblici e, pur rispettoso delle scelte del Sindaco Marino, sono convinto che tanti altri colleghi Sindaci, hanno adottato analoghi comportamenti virtuosi in tema di impiego delle risorse pubbliche.
IL SINDACO
(Dr. Ippazio Stefàno)