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Giornale di Taranto - Pensione anticipata, verso la soluzione. di Amedeo Cottino.
Sabato, 26 Settembre 2015 06:56

Pensione anticipata, verso la soluzione. di Amedeo Cottino. In evidenza

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Tutto nasce dalla Riforma Fornero, che ha creato uno scalone, bloccando di fatto l'uscita di centinaia di migliaia di persone che erano a un passo dalla pensione, rallentando al contempo l'ingresso di forze fresche nel mercato del lavoro. Dopo anni di discussioni e soluzioni tampone (come nel caso degli esodati), oggi si prospetta una soluzione per gli over 60. A patto che accettino una riduzione non trascurabile dell'importo.

L'ipotesi in campo
Il piano al quale sta lavorando il Governo, che molto probabilmente sarà inserito nella Legge Stabilità (l'ex-Finanziaria), mira a offrire una via d'uscita a chi è a due-tre anni dal riposo secondo le attuali regole previste per la pensione di vecchiaia (66 anni e 7 mesi per gli uomini; 65 anni e 7 mesi per le donne). Considerato che l'Europa è contraria a un innalzamento della spesa pensionistica, non resta che trovare una soluzione per autofinanziare l'intervento. Così chi va in pensione in anticipo dovrebbe accettare un taglio dello stipendio intorno al 3-4% annuo, fino al 10% per chi va in quietanza tre anni prima del previsto. Quindi, a fronte di una pensione attesa di 1.500 euro, si passerebbe a 1.350 euro; nel caso di 1.200 euro la retribuzione calerebbe a 1.080 euro.

Gli ostacoli
Una misura di questo tipo potrebbe interessare soprattutto a chi ha perso il lavoro, mentre difficilmente i lavoratori troverebbero conveniente un taglio fino a un decimo della propria retribuzione. Tuttavia anche questo schema non ha uno sbocco scontato: innanzitutto perché, almeno nel primo periodo di attuazione, questo intervento avrebbe comunque dei costi per le casse dello Stato. Come finanziarlo? Accettando di fare nuovo deficit, il che vorrebbe dire avviare un braccio di ferro con l'Ue? Un'ipotesi che ha poche possibilità di essere realizzata. 

Ritorno al retributivo?
Da qui il ritorno in auge della proposta messa a punto dal presidente dell'Inps Tito Boeri, che prevede il passaggio al calcolo interamente contributivo dell'assegno. Questo significa pensioni parametrate a quanto effettivamente versato nell'intera carriera lavorativa e non solo negli ultimi anni (come, invece, previsto dal sistema retributivo). In questo caso, a fronte di costi zero per le casse pubbliche, si arriverebbe a riduzioni fino al 30% dei trattamenti. Quanti accetterebbero questa soluzione? Il fallimento del Tfr in busta paga non promette bene...