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Giornale di Taranto - L'INTERVENTO - Questione Frecciarossa, Sportelli: "La mobilità imprescindibile propulsore dello sviluppo"
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Venerdì, 04 Settembre 2015 22:49

L'INTERVENTO - Questione Frecciarossa, Sportelli: "La mobilità imprescindibile propulsore dello sviluppo" In evidenza

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Il dibattito sul treno Frecciarossa che percorre in sei ore e mezza il tragitto Milano-Bari, terminando la sua corsa nel capoluogo di regione ed escludendo le province di Taranto, Brindisi e Lecce, riapre bruscamente l’annosa e irrisolta questione delle dotazioni infrastrutturali sul nostro territorio. E ripropone in maniera urgente, dopo tanta discussione, la necessità di soluzioni definitive sul tema dei trasporti come elemento centrale e propulsore di qualsiasi ipotesi di sviluppo economico. Già nel 2012 la Camera di commercio di Taranto aveva colto questo aspetto istituendo il Tavolo della Mobilità e riunendo intorno ad esso tutti gli stakeholder interessati, anche con la partecipazione delle province di Matera e Cosenza, nella convinzione che la questione trasporti non possa e non debba essere condotta come una guerra di campanile, ma secondo una logica di pianificazione che deve intercettare e soddisfare le vere esigenze dei territori.
Come già ribadito in questi giorni da tanti esponenti del mondo politico ed economico, la vicenda del Frecciarossa bloccato sulla “linea gotica” di Bari, ha fatto da detonatore ad un problema che non è stato mai risolto: i collegamenti da e per le aree geograficamente più marginali della regione. Aree che pur essendo decentrate e collegate male con il resto dell’Italia e con le altre nazioni, hanno conquistato negli anni rilievo in campo turistico, commerciale, industriale. 
Fermo restando il denominatore comune tra le tre province del Sud della Puglia, è evidente che Taranto detiene, purtroppo, un gap infrastrutturale in materia di trasporti più pesante di altre realtà. Per questo se sono giuste e condivisibili le rivendicazioni per allungare il Frecciarossa sulla dorsale adriatica fino a Lecce, lo sono ancora di più per chiedere che i collegamenti ferroviari veloci giungano sino al capoluogo ionico.
RFI, infatti, negli anni ha progressivamente ridotto il numero dei treni a lunga percorrenza da e per Taranto. I pochi collegamenti rimasti sono effettuati con mezzi obsoleti dismessi da altre aree del paese più “fortunate”, con tempi che rendono anti-economico l’utilizzo del treno stesso. E’ un cane che si morde la coda: l’offerta di Trenitalia non è concorrenziale, non va incontro alle esigenze del mercato, il servizio è scadente e, quindi, l’utenza non lo premia. Le ferrovie, però, utilizzano questo argomento per tagliare le tratte sostenendo che i treni viaggiano vuoti. Un ragionamento analogo a quello adottato per mantenere colpevolmente chiuso ai voli passeggeri l’aeroporto di Taranto/Grottaglie, un altro insopportabile affronto per il nostro territorio, una reiterata ingiustizia in aperto contrasto con la volontà espressa dai cittadini e dalle Amministrazioni pubbliche locali. Condizioni inaccettabili, dunque, per il cui superamento è fondamentale un moto comune e condiviso di dissenso. Come è possibile pensare di riconquistare il mercato con vetture vecchie e scassate e con percorrenze interminabili? Oggi l’Italia è tagliata in due: una parte è collegata con bolidi fiammanti, l’altra, sempre che sia collegata, con utilitarie di seconda mano. E’ questa l’agenda per il Sud? Ed è questo il modello che Trenitalia vuole riprodurre su scala regionale interrompendo l’alta velocità a Bari?
Non solo bisogna opporsi a questa logica francamente inverosimile, rivendicando e chiedendo pari opportunità e pari dignità tra le popolazioni, ma è anche necessario pretendere una nuova stagione di confronto a livello nazionale e regionale. 
Palazzo Chigi ha rivolto la propria attenzione a Taranto per la vicenda Ilva e con la legge 20/2015 intende avviare percorsi di sviluppo legati alla valorizzazione dei beni culturali, architettonici e storici. Un’apertura importante che le Istituzioni partecipanti al Tavolo permanente, fra le quali l’Ente camerale, stanno cercando di tradurre in azioni efficaci. Sicuramente, però, trasporti adeguati agevolerebbero quelle dinamiche di riconversione turistico-culturale su cui il Governo per primo starebbe puntando. Il tema della mobilità, quindi, va portato e posto all’attenzione del Tavolo Istituzionale per Taranto non come appendice rivendicativa del territorio ma come imprescindibile complemento delle ipotesi di sviluppo tracciate dal Governo.
Quanto alla Regione Puglia, all’avvio della nuova consiliatura, durante l’incontro con i neoeletti consiglieri regionali della provincia di Taranto, la Camera di commercio di Taranto ha già evidenziato con forza la necessità di superare le diversità politiche per ragionare con un unico fine: la crescita economica e sociale del territorio ionico. Un concreto adeguamento delle infrastrutture di trasporto è tema significativo intorno al quale fare squadra, in quanto coinvolge - sotto vari profili ed esigenze, da quelle commerciali a quelle sanitarie, di studio, di lavoro - imprese e cittadini della provincia di Taranto che, ad oggi, inspiegabilmente sono costretti a subire quella che appare una vera e propria sperequazione nel diritto alla mobilità ed alla fruizione di un sistema di trasporto pubblico accessibile ed utile.