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Giovedì, 23 Luglio 2015 15:26

CASO ILVA- Ambiente svenduto: a giudizio anche Vendola e Stefano In evidenza

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“Ambiente svenduto”, la maxi-inchiesta che ha travolto l'Ilva di Taranto e messo all'angolo imprenditori, manager, professionisti e politici, diventa un processo, come auspicavano in molti e temevano in pochi. La decisione che ha generato il dibattimento forse più importante che si sia mai celebrato in Italia contro produzioni industriali inquinanti è stata adottata dal gup dott.ssa Vilma Gilli. Che, preso atto degli esiti di un'udienza preliminare durata tredici mesi, ha emesso il decreto che costringerà ben 47 imputati a doversi difendere dinanzi alla Corte d'Assise a partire dal prossimo 20 ottobre. Il verdetto non ha “risparmiato” nessuno degli inquisiti che aveva scelto il rito ordinario. A risultare destinatari dei rinvii a giudizio sono stati ex esponenti di spicco del colosso siderurgico come Fabio e Nicola Riva; manager come Girolamo Archinà; politici come l'ex presidente della Regione Nichi Vendola, l'ex presidente della Provincia di Taranto Gianni Florido, il sindaco del capoluogo ionico Ippazio Stefano, l'attuale consigliere regionale Donato Pentassuglia, il deputato Nicola Fratoianni; professionisti come il professor Lorenzo Liberti ed il professor Giorgio Assennato. E' davvero lunga la lista di coloro che fra alcuni mesi dovranno affrontare quello che si preannuncia un vero e proprio maxi-processo. Un maxi-processo che sarà caratterizzato da reati che vanno dall'associazione a delinquere al disastro ambientale, dall'omissione dolosa di cautele contro gli infortuni all'avvelenamento di sostanze alimentari, dal favoreggiamento all'omicidio colposo. Tutti reati che non hanno subìto alcun ridimensionamento alla luce di un verdetto che ha praticamente aderito all'assunto accusatorio formulato dal pool di magistrati inquirenti composto dal procuratore Franco Sebastio, dal suo aggiunto Pietro Argentino e dai sostituti dott.ssa Giovanna Cannarile, dott. Mariano Buccoliero, dott. Remo Epifani e dott. Raffaele Graziano.

Le contestazioni erano state messe nero su bianco al termine di indagini che avevano fatto leva soprattutto su perizie, intercettazioni e testimonianze, tutti elementi probatori che alla fine non sembrano aver lasciato margini agli inquisiti. Dal canto loro, nel corso dell'udienza preliminare tutti gli imputati hanno cercato di prendere le distanze dai reati fornendo una personale lettura dei fatti e illustrando giustificazioni tese a ridimensionare accuse e sospetti. Ma, valutati gli elementi a sua disposizione, il gup non ha nutrito perplessità riguardo all'esigenza di far esaminare la montagna di fascicoli da un altro organo giudicante, quello che dovrà occuparsi delle 44 persone fisiche e delle tre società rinviate a giudizio. Così come non ha ravvisato margini per non accogliere le richieste di condanna che erano state proposte dai p.m. nei confronti di due degli inquisiti che avevano optato per il giudizio abbreviato: il funzionario di ARPA Puglia Roberto Primerano (3 anni e 4 mesi la pena inflitta) ed il sacerdote don Marco Gerardo (10 mesi di reclusione con pena sospesa). Sono stati invece assolti da ogni tipo di contestazione l'ex assessore regionale Lorenzo Nicastro (il fatto non sussiste), il sottufficiale dei carabinieri Giovanni Bardaro (non aver commesso il fatto) e l'avv. Donato Perrini (il fatto non sussiste), anch'essi giudicati con rito alternativo.

Nel segnalare che per Emilio Riva è stato decretato il non luogo a procedere per morte dell'imputato, riportiamo di seguito i nomi dei rinviati a giudizio ed in parentesi le accuse da cui dovranno difendersi dinanzi alla Corte d'Assise.

RIVA Nicola (associazione a delinquere, disastro ambientale, omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro, avvelenamento di sostanze alimentari, danneggiamento, deturpamento di cose altrui, getto pericoloso di cose); RIVA Fabio Arturo (associazione a delinquere, disastro ambientale, omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro, avvelenamento di sostanze alimentari, danneggiamento, deturpamento di cose altrui, getto pericoloso di cose, corruzione, falso); CAPOGROSSO Luigi (associazione a delinquere, disastro ambientale, omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro, avvelenamento di sostanze alimentari, danneggiamento, deturpamento di cose altrui, getto pericoloso di cose, falso, concorso in concussione); ANDELMI Marco; CAVALLO Angelo; DIMAGGIO Ivan; DE FELICE Salvatore; D’ALO’ Salvatore; ARCHINA’ Girolamo (associazione a delinquere, corruzione, disastro ambientale, concorso in concussione, avvelenamento di sostanze alimentari, falso); PERLI Francesco (associazione a delinquere, concorso in concussione); FERRANTE Bruno; BUFFO Adolfo; COLUCCI Antonio; GIOVINAZZI Cosimo; DINOI Giuseppe; RAFFAELLI Giovanni; PALMISANO Sergio; DI MASTROMATTEO Vincenzo; LEGNANI Lanfranco; CERIANI Alfredo; REBAIOLI Giovanni; PASTORINO Agostino; BESSONE Enrico; CASARTELLI Giuseppe; CORTI Cesare; FLORIDO, Giovanni (concorso in concussione consumata e tentata); CONSERVA Michele (concorso in concussione consumata e tentata); SPECCHIA Vincenzo (concorso in tentata concussione); LIBERTI Lorenzo (corruzione, concorso in disastro ambientale e avvelenamento di sostanze alimentari, falso); VESTE Angelo (favoreggiamento personale); DE MICHELE Cataldo; VENDOLA Nicola (concorso in concussione); STEFANO Ippazio (abuso in atti d'ufficio); PENTASSUGLIA Donato (favoreggiamento personale); ANTONICELLI Antonello (favoreggiamento personale); MANNA Francesco; FRATOIANNI Nicola (favoreggiamento personale); PELLEGRINO Davide Filippo (favoreggiamento personale); BLONDA Massimo (favoreggiamento personale); ASSENNATO Giorgio (favoreggiamento personale); PELAGGI Luigi; TICALI Dario; ROMEO Caterina Vittoria; PALMISANO Pierfrancesco; ILVA S.p.A.; RIVA FIRE S.p.a. - corrente in Milano al Viale Certosa n. 249; RIVA FORNI ELETTRICI S.p.a.  

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