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Giornale di Taranto - La riflessione/L’informazione ai tempi di internet, Google contro le bufale
Sabato, 25 Aprile 2015 11:11

La riflessione/L’informazione ai tempi di internet, Google contro le bufale In evidenza

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di ROBERTO DE GIORGI

 

 

Non esiste una gradualità della conoscenza che sia etichettatile. E’

notizia di qualche settimana fa: Google si scaglia contro le notizie

false: un algoritmo sarà in grado di riconoscere le bufale e le fonti poco attendibili saranno penalizzate. Questo per penalizzare quei siti che pubblicano notizie eclatanti e false per avere qualche clic.

 

Eccoci ritornati a scuola dove la cultura o la scienza o la storia non può avere una contro-cultura, contro.storia, ecc. Ogni fatto può essere arricchito da punti di vista, ma non stravolto e riportato al suo contrario. Questo non vuol dire appiattirsi su omologazione ma rispettare la verità, o meglio quello che si avvicina al vero. Con il confronto fra sapere critico e consapevolezza dell’apprendimento.

 

Per riprendere la cultura del saper scrivere delle cinque domande (Chi? Cosa? Come? Dove? Quando? Perché? ) alle quali risposte deve attenersi la notizia arricchendo di più possibili dettagli protagonisti e luoghi, ma non cercando se non si conoscono realmente le motivazioni, di dare troppe idee personali perché non siamo organi inquirenti soprattutto se non sappiamo davvero nulla. Specie di fatti esteri, lontanissimi da noi. E’ onesto nei confronti di chi legge.

Soprattutto.

 

 

Ora l’avvento del social forum ha ampliato il campo della confusione.

Quanti sono quelli che postano di continuo senza commento, ovvero senza mai metterci farina del proprio sacco, messaggi di altri, creando una sorta di babele sulla propria pagina, mettendo anche in difficoltà chi è amico e vuol comunicare con noi; può capitare di incontrare un vecchio compagno di scuola ma non sai ora che pensa, può capitare di vedere un amico che condivide su facebook un post di un certo Mustafà che pare giustificare Isis e allora lo monitori cercando di capire se ce c’è una svolta se devi cancellarlo o meno.

Questa è la storia della vacuità dei social forum che serve molto in chi ha tempo da perdere e porta con sé una buona dose di narcisismo.

Ovviamente non vogliamo buttare via tutti i social forum, nulla centra il rapporto parentale e amicale o politico e le rispettive condivisioni, ma leghiamo anche questo al tema della comunicazione oggi di fronte al milione di sollecitazione che abbiamo in rete.

 

Ed è solo un aspetto del nostro ragionamento. Rispetto alla disinformazione lo scrivente preferisce il dubbio, rinuncia alla fede collettiva che risponde alle mode. Come riferisce il sito degli Stati Generali analizzando il blog di Grillo http://www.glistatigenerali.com/politici_questione-islamica_socialmedia/blog-di-grillo-controinformazione-o-disinformazione/ù

 

Gli Stati Generali sono un  apprezzabile progetto per integrare l’essenziale del giornalismo professionale di interesse pubblico e la ricchezza del giornalismo partecipativo, espresso dai saperi diffusi nella società ma spesso poco valorizzati dal sistema dei media esistente o dispersi nella rete

 

In questo articolo che vi invito a leggere c' è una conclusione che faccio mia.

 

"Una sorta di fede collettiva in cui il blog di Grillo è il Bene o il Male, è Allah, Dio oppure Satana mentre tutto quello che sta in mezzo si comprime, si schiaccia, si smaterializza nella guerra dei due mondi. Proprio perché in questa società –questa millenaria società- , tra informazione di regime e controinformazione, tra asserviti e dissidenti, tra boccaloni e complottisti, il dubbio alla fine non ha mai trovato il biglietto, rimanendo sempre fuori al freddo, mentre gli altri –comunque- continuano a divertirsi"

 

Anche qui nulla da insegnare a nessuno. Lo scrivente apprezza molte battaglie del movimento cinque stelle e qui il ragionamento è sulle bufale e come difendersi.

 

Tornando al dubbio, Il dubbio in realtà spinge a fare inchieste perché è proprio vero che spesso più guardi una cosa e meno la capisci o se guardi da troppo vicino vedi un sacco di rughe.

 

Le bufale di internet sono servite dunque. Penso, come esempio, ad una certa Anza, un sito che sparava stronzate soprapponendosi foneticamente alla famosa agenzia giornalistica, poi avrà scocciato i lettori di Fb e si è lanciata sul solito porno casalingo. Ma questo è l'aspetto degenerativo del tema. La parte più, a nostro avviso più preponderante, si trova proprio in quei siti che si occupano di contro cultura e disinformazione.

 

In questo sito c’è quasi una anticipazione delle scelte ed un approfondimento condivisibile rispetto alle cose dette.

 

http://informazioneconsapevole.blogspot.it/2014/09/le-bufale-del-web-e-la-loro-diffusione.html

 

Il discorso è legato a vari esempi di come si tratta  una notizia in alcuni siti, specie se sono legati all’assioma scontato di dire…quello che gli altri non dicono.

 

Questo discorso è stato trattato da Terzani in un suo libro, quando parlava dell’avvento della rete e delle grandi possibilità che la stessa informazione di internet  ha un risvolto sul singolo individuo, quando non è legata ad una adeguata formazione personale, può creare una mezza ignoranza.

 

Vediamo, per esempio la notizia di qualche settimana fa recante

titolo: “L’Iraq  accusa la Gran Bretagna di dare armi a Isis“.

La notizia in Italia è stata data dal sito controinformazione. info subito condiviso da molti su fb (è stato dallo scrivente letto su una bacheca di un amico) e poi ripreso da vari siti che hanno lo stesso cliché di presunta stampa libera, compreso un certo progetto Aurora dove, se navigate a vista, capirete che è un sito specializzato su tutti i segreti e misteri che arrivano fino alla certezza che Gesù è stato sposato alla Maddalena con figli. Ovviamente questo sito “specializzato” per suo conto non può dirsi fonte terza autorevole, perché diciamo che appare  “molto orientata“. Ma la cosa che deve mettere in pace, spero senza interesse alcuno, chi ci crede in questa notizia,  è legato al fatto che questa bufala è stata messa online dal regista americano Alex Jones, uno che è famoso per aver fatto un documentario in cui mette in dubbio la vera motivazione dell’attacco

dell’11 settembre. Se navigate nel suo sito comprenderete che il regista crede nell’attacco del nuovo ordine mondiale, che Usa e Gran Bretagna sono destabilizzatori mondiali, ecc. Sia chiaro che chiunque crede in questa fonte, o che abbia questa stessa linea culturale è libero di esprimere le sue opinioni, ma convincere lo scrivente della veridicità della fonte, no, diciamo per… igiene mentale.

 

Personalmente credo che per quanto riguarda le disarmonie mondiali non c’è fantomatico comunicatore americano che può venire a parlarci di ordine.

Siamo consapevoli che i terroristi usano come merce di scambio il petrolio e che la vera battaglia è togliere dal mondo questa dipendenza altro che trivellare ovunque. Sulle armi nessuno può dirci altro, sappiamo che ogni anno il mercato di morte delle armi che gira sotto tutte le bandiere e che prescinde da ogni altra fede se non in quella del dio denaro, rappresenta un mercato di 780 miliardi di dollari.

In questo mondo è l’economia la vera scala di divisione, il reddito dei primi 225 uomini più ricchi corrisponde a quello di 2,5 miliardi ovvero il 47% dell’umanità.

 

Si comprende cosa significa fare vera informazione? In tal senso poco importa fare il conto su quanti stipendi dei suoi operai corrisponda quello di Marchionne. Per tornare alla storia dell’Iraq non ripresa dai media (questo sarebbe un punto a favore degli affezionati alla

controinformazioine) potrebbe essere una  notizia vera,  ma solo translata nel tempo, quando l’Occidente finanziava gli oppositori al sanguinario Assad che asfissiava quelli che poi ora sono diventati Isis?

 

Di questa idea è un sito che presume di raccogliere le bufale, non sappiamo davvero se è vera questa fonte,  ma il ragionamento almeno è plausibile. Ma alla fine non ci interessa discutere questa notizia, Chi ci legge ha compreso come l’abbiamo trattata come notizia e ognuno si farà le sue opinioni.

Noi restiamo con i nostri ragionamenti che nascono dalla consapevolezza del degrado etico e sociale e ambientale del nostro tempo. Agli inizi del secolo scorso utilizzavamo solo 20 elementi scientifici conosciuti, ore utilizziamo tutti i 92 elementi presenti in natura e ne abbiamo sintetizzati di nuovi che non sappiamo quali danni provocheranno nel futuro all’umanità. Questa è conoscenza critica, informazione non contro, né disinformata e… non è una bufala.