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Domenica, 05 Aprile 2015 10:23

PASQUA/ Auguri dell'Arcivescovo di Taranto Mons. Santoro (nella foto con Papa Francesco) alla comunitĂ  diocesana. In evidenza

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Il mio augurio di Pasqua giunge all’intera comunità diocesana, dopo un intenso periodo quaresimale  proprio in questi giorni in cui il tempo forte ha raggiunto il suo apice con la celebrazione della passione morte e risurrezione di Gesù nostro Signore.

Invito ciascuno a guardare a Gesù per continuare ad essere attratti da Lui, sulla croce pende fino alla fine dei secoli, la bellezza che si dona sino alla fine salva il mondo!

 

La provvidenza ci ha fatto vivere momenti storici per la nostra diocesi per il passaggio dei misteri in Città vecchia. So bene che in ogni nostro paese ci sono tesori di devozione ma vorrei che guardassimo costantemente alla chiesa madre di Taranto, a San Cataldo.

La cattedrale, la dimora del vescovo e il centro caritas che affido alla vostra generosità e soprattutto alle vostre preghiere costituiscono l’immagine plastica delle tre parole consegnate da me a voi, Chiesa di Taranto: attrazione, carità e missione. Sono i vertici di un prisma da cui rimbalza l’iridescenza festosa dell’incontro con il Signore che ci attira a sé con l’amore. Il Duomo infatti è una testimonianza di bellezza che attrae; il messaggio evangelico è storia di una fede bella. Ricevere e godere dell’amore nella vita della chiesa. Essere soggetti dell’amore vuol dire portare Cristo ai fratelli, ecco la missione, ecco il nuovo centro Caritas, al quale guardo non come un centro di assistenza, ma di accoglienza, per aumentare quelli spazi di umanità e di amore che solo il Signore può illuminare.

 

Gesù vivo, primizia dei risorti, innesta nel mondo il movimento della risurrezione. I gemiti, le sofferenze, le prove del momento, possono essere illuminati alla luce del testo paolino del capitolo 8 della Lettera ai Romani:

«Sappiamo infatti che tutta insieme la creazione geme e soffre le doglie del parto fino ad oggi. Non solo, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l'adozione a figli, la redenzione del nostro corpo. Nella speranza infatti siamo stati salvati» (cfr Rom 8).

 

Per questo nel giorno di Pasqua chiedo ancora una volta di pregare per tanti fratelli nel mondo che muoiono e sono perseguitati per il semplice fatto di portare il nome di Cristo. Ricordiamo il massacro in Kenya di tanti giovani trucidati perché non conoscevano il Corano.

Ricordate con essi tutti i martiri cristiani dei nostri giorni e tutte le vittime del terrorismo.

 

Il segno più bello della Resurrezione di Gesù è l’unità della gente che gli dice di sì e diventa una cosa sola formando un popolo. Siamo chiamati ad offrire un punto di riferimento sempre più concreto, perché l ‘emozione del momento non passi e la fede si traduca in un cammino concreto di solidarietà e di missione.

 

Che possiamo essere una Chiesa che si fa contagiare dalla presenza di Gesù Risorto e che traduca la sua testimonianza in vicinanza alla gente venendo incontro alle tante fragilità che troviamo nella nostra città.

 

 

Augurandovi una buona risurrezione attendiamo insieme il Signore nel cenacolo, viviamo questo tempo luminoso come una grande invocazione del Paraclito, del Consolatore, perché riporti costantemente al nostro cuore la parola di Gesù Maestro e ci dia il coraggio dell’Annuncio della Missione con “parresia”, con audacia e franchezza, vincendo ogni timidezza e riempiendo le strade con il Risorto che ci dona Pace. Sempre vicini ai più poveri.

 

La luce della Pasqua illumini le nostre case, le famiglie, gli affetti, le sofferenze e vinca ogni oscurità! Il mio augurio, il mio incoraggiamento e la mia benedizione! Buona Pasqua.

 

 

 


Giornalista1

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