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Giornale di Taranto - SVILUPPO - Taranto turismo, Lamanna: "Denunciamo chi parla male della nostra città"
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Sabato, 28 Marzo 2015 12:04

SVILUPPO - Taranto turismo, Lamanna: "Denunciamo chi parla male della nostra città" In evidenza

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“Denunciare per tornare ad amare”, è stato questo il tema della conferenza stampa svoltasi nei giorni scorsi nella sede Aci di Taranto. Un incontro fortemente voluto dall’associazione Taranto Turismo e da Made in Taranto, con il sostegno di Aci Taranto e Codacons Taranto. Un incontro per fissare un sodalizio che tuteli l’immagine di Taranto contro coloro che, pur di fare i propri interessi, la infangano ai quattro venti.

“La cittadinanza costituisce una risorsa e un’attrattiva per i visitatori. Il turista basa una parte della sua esperienza proprio sul contatto umano. E’ impossibile far crescere il turismo laddove non esiste una disponibilità o flessibilità da parte dei residenti – ha affermato Irene Lamanna, presidente ATT -. La volontà di accoglienza deve essere un sentimento diffuso, sia da parte di coloro che lavorano direttamente nel turismo, sia da parte di quelli che non si sentono coinvolti in prima persona, ma che spesso si è visto lo sono oggettivamente. Il nostro territorio è martoriato, da politicanti e non che pur di balzare agli onori delle cronache preferiscono raccontare il negativo (che ovviamente fa più notizia). Dobbiamo fissare bene nelle nostre menti e nei nostri discorsi che il problema non è Taranto, il problema è stata l’industria a Taranto come in tutto il mondo. Ora si sta affondando. E’ vero è necessario mantenere alta la guardia, ma basta con il vanificare il lavoro di ogni impresa gettando inutilmente fango sulla città. Taranto non c’entra nulla, non ha fatto nulla, è una vittima dei politici e dell’industria e di tutti coloro che, non riuscendo ad realizzare un proprio progetto di vita, spendono il loro tempo ad utilizzare il nome della nostra città per ingiuriarla”.

Secondo Gianluca Lomastro, presidente di Made in Taranto, invece, “dovremmo passare il tempo a capire come rilanciare la città, dal punto di vista turistico e commerciale, ma anche da quello dell’inclusione sociale, dati i numerosi soggetti che vivono ai margini della società. Non certo per colpa loro, piuttosto per la nostra incapacità di aver generato opportunità concrete, ma solo annunci, parole, promesse – ha aggiunto Gianluca Lomastro -. E’ il momento di fermarsi e ripartire con azioni, idee e proposte congiunte ed individuando gli elementi che frenano questa possibilità. C’è gente che ha fatto della denigrazione un mestiere. Perché criticare è più facile che fare. Ma ora basta. Parlar male della nostra città ai quattro venti non ci aiuta. I panni sporchi vanno lavati in casa, con forza e determinazione. Come con Taranto Turismo, ogni giorno noi di Made in Taranto™, insieme ad altre associazioni, proponiamo idee, soluzioni, approcci possibili. Dire che stiamo attraversando una fase delicata è dire un eufemismo. I problemi di Taranto sono noti e non c'è bisogno di continuare a piangersi addosso o di lanciare anatemi contro questo o quell'altro politico. E' tempo di tornare ad affrontare di petto le cronicità dei drammi che ci affliggono e ad individuare soluzioni immediate ai problemi più seri come disoccupazione, inquinamento, chiusure di negozi e aziende. Il cambiamento è il prodotto di persone unite nel progettare insieme un futuro migliore per tutti con le risorse presenti sul territorio. Come tutti i progetti, bisogna crederci, farne parte e impegnarsi in prima persona per portarli a termine”.

“Come Aci ci impegniamo da sempre nella tutela del territorio e ora più che mai sosteniamo la battaglia di chi si rimbocca le maniche ogni giorno per promuovere Taranto e il turismo – ha affermato Pino Lessa, direttore Aci Taranto -. Non trovo giusto che ci sia gente che invece si impegni per la distruzione della propria città, facendolo inoltre in maniera plateale. Dovremmo lasciare gli interessi personali, unirci insieme e combattere per il bene comune”.

A questo punto la domanda sorge spontanea: cosa fare? La risposta arriva forte e decisa. “Denunciare chi parla male della città - continua Lamanna -. E’ plausibile condannare l’industria, ma non diffamare il buon nome della città e dei cittadini e di tutto ciò che la natura ci ha voluto donare-. E’ giusto preservare il lavoro di commercianti e imprenditori che ogni giorno si mettono in gioco ed investono le proprie risorse umane ed economiche per dare lustro alla nostra città.  E allora l’invito è quello di stare attenti e vigilare “sull’ingordo” che abbiamo a fianco. E se una propaganda deve esserci, deve avere un aspetto positivo: c’è una nuova attrazione turistica nella nostra città, l’ospitalità. Denunciamo dunque alla Procura della Repubblica chi diffama ingiustamente il nome di Taranto”.

“Denunciare è importante, perché solo attraverso la denuncia si sono scoperte tante cose. Però è necessario parlare anche di riconversione – ha concluso l’avvocato Luca Piccione, Codacons Taranto -. Il turismo ha un ruolo fondamentale per la rinascita di Taranto, anche e soprattutto in un momento di crisi come questo. La crisi può essere vista come un’opportunità e dobbiamo sensibilizzare l’amministrazione a rimboccarsi le maniche e guardare a tutte le opportunità non ancora sfruttate. Inoltre sono d’accordo con l’ATT e Made in Taranto  che non si può, quando si parla di Taranto, identificarla solo come industria ed inquinamento. Bisogna uscire da questo vicolo cieco e per farlo è necessaria una riqualificazione e il turismo è un’arma importante”.

Alla conferenza era presenti inoltre Giovanni Sebastio, vicepresidente Aci Taranto, che ha sottolineato l’importanza del sostegno dell’Aci verso la città per scoprire le sue bellezze e farle scoprire anche ai turisti invogliandoli a venire nel nostro terrirorio.