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Giornale di Taranto - TARANTO - Nuovi parcheggi al Borgo, bufera sull'assessore Scasciamacchia
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Venerdì, 20 Febbraio 2015 12:01

TARANTO - Nuovi parcheggi al Borgo, bufera sull'assessore Scasciamacchia In evidenza

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La realizzazione di circa 500 nuovi posti auto nel Borgo di Taranto, annunciata dall’assessore comunale alle Attività produttive, Gionatan Scasciamacchia, ha prodotto una vera e propria bufera sulla sua testa. A contestare in maniera vibrata la decisione sono i componentin il circolo "Peppino Impastato" di Rifondazione comunista, i Verdi di Taranto e il presidente dell'associazione "Made in Taranto", Gianluca Lomastro.

Per il circolo "Impastato" si tratta di una decisione "sciagurata sia sul piano economico che su quello ambientale. L’assessore sostiene, assecondando una tesi di Confcommercio, che l’aumento dei posti auto favorirebbe le attività commerciali del Borgo. E’ una sciocchezza: in primo luogo, perché il commercio a Taranto è prostrato dall’impoverimento delle famiglie e dal proliferare dei grandi centri commerciali. In secondo luogo, i parcheggi incentivano il traffico veicolare, accrescendo la congestione delle vie del centro, e scoraggiando così cittadini e turisti ad attraversare il Borgo. Così tutti i negozi delle vie laterali continueranno ad essere esposti al rumore e allo smog delle auto. Non proprio condizioni ideali per l’afflusso di clienti":

E proprio sulla questione ambientale, al circolo "Impastato" si chiedono se sia opportuno che, "in una città devastata dalle emissioni industriali", si faccia di tutto "per incrementare l’inquinamento da traffico veicolare. Siamo davvero al grottesco. Considerata la sua particolare condizione, Taranto dovrebbe essere all’avanguardia nella sperimentazione della cosiddetta mobilità sostenibile".

Ragion per cui, all'assessore Scasciamacchia e alla Giunta il circolo "Impastato" chiede ch"e fine hanno fatto i progetti di consolidamento della rete Amat? Lo spazio antistante la pineta Cimino non doveva diventare la tanto sbandierata “piazzola di interscambio”? Non si dovevano dedicare intere vie cittadine al solo traffico dei mezzi pubblici? I cittadini - aggiungono - hanno il diritto di sapere se il Comune ha deciso di fare marcia indietro su progetti già costati decine di migliaia di euro. Molti studi ormai hanno dimostrato che le stesse politiche che rendono gradevole un posto, lo rendono al contempo profittevole per le attività commerciali. Se si vuole uscire da tutto questo, e costruire un futuro per Taranto, - concludono alla "Impastato" - è ora che tutte le forze vive della città si tendano la mano e inizino a camminare insieme".

Sulla stessa lunghezza d'onda è sintonizzato Gianluca Lomastro. Il presidente dell'associazione Made in Taranto, infatti, sottolinea come "nel resto del mondo, si riprogettano le città in termini di isole pedonali, piste ciclabili, parchi verdi e parcheggi di scambio mentre a Taranto si continua a parlare ancora di parcheggi. Forse - aggiunge Lomastro - non è ben chiaro il fatto che nel borgo umbertino ci sono sempre più auto e meno gente che fa acquisti. Perché lo si trova scomodo, inutile e persino balordo se si pensa al tempo che ci si mette per percorrere il tratto di strada che unisce la periferia al centro. In centro ormai ci si va solo per sbrigare piccole faccende o per raggiungere la propria abitazione. Null'altro. Lo testimonia che, al contrario della zona via Liguria, i negozi sono sempre più vuoti e le strade sempre più silenziose. E' così che si vuole ripartire? E' così che si punta al cambiamento? A Brescia - fa presente Lomastro - si mettono al bando le auto per rivitalizzare il commercio. Parcheggiare meno per parcheggiare tutti, è lo slogan dell'amministrazione bresciana. Addirittura in città come questa l' obiettivo è aumentare le zone a traffico limitato, ridurre l' inquinamento, riqualificare alcune aree del centro storico, valorizzare l' utilizzo delle abitazioni nella città vecchia e, allo stesso tempo, restituire al commercio al dettaglio, asfittico e sempre piu' aggredito dalla grande distribuzione, cittadini non motorizzati e, quindi, potenziali clienti. A Roma il sindaco propone più qualità della vita, riduzione dell’inquinamento, ampliamento, tutela e accessibilità degli spazi verdi, nuove infrastrutture dei trasporti, spostamenti con i mezzi pubblici o con il car sharing, piste ciclabili e allargamento delle aree pedonali. A Trieste si parla di mobilità alternativa, di biciclette. L'amministrazione triestina ha già predisposto la bozza del Piano del traffico che punta a favorire il trasporto pubblico locale, l’estensione della rete delle piste ciclabili, sperimentando la progressiva introduzione del bike sharing e l’estensione delle pedonalizzazioni in centro e nelle periferie, oltre ad una migliore fruizione dei parcheggi di cintura. E noi, invece, - conclude Lomastro - forse sulla scorta di pensieri assai poco lungimiranti, costruiamo parcheggi".