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Giornale di Taranto - Decreto Ilva, le modifiche approvate dal Senato
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Giovedì, 19 Febbraio 2015 17:08

Decreto Ilva, le modifiche approvate dal Senato In evidenza

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Sono numerose le modifiche adottate in sede di conversione in legge al decreto Ilva (n°1/2015). Il testo è stato approvato dall'Assemblea del Senato con 151 voti favorevoli e 114 contrari e passa ora all'esame della Camera dei deputati. Nella seduta pomeridiana di ieri si è conclusa la discussione generale, ha avuto luogo la replica del Vice Ministro De Vincenti e il Ministro per i rapporti con il Parlamento ha posto la questione di fiducia sull'approvazione di un emendamento sostitutivo dell'intero testo, che ha recepito le modifiche approvate dalle Commissioni riunite ambiente e industria.

Le novità introdotte in Commissione prevedono, all'articolo 1, che tra i crediti anteriori all'ammissione delle imprese strategiche alla procedura di amministrazione straordinaria siano prededucibili soltanto quelli riguardanti prestazioni di risanamento ambientale. All'articolo 2 si prevede che il Ministro dell'ambiente presenti semestralmente una relazione al Parlamento sullo stato di attuazione del piano di cui al decreto del Presidente del Consiglio 14 marzo 2014, che si intende attuato se sia stato realizzato, antro il 31 luglio 2015, l'80 per cento delle prescrizioni in scadenza. La Regione Puglia è autorizzata a potenziare il settore di oncologia pediatrica nella provincia di Taranto. Sono sospesi i termini dei versamenti di tributi erariali per le imprese di autotrasporto e per le piccole imprese che vantino crediti nei confronti di Ilva. Per consentire la rimodulazione del piano di ammortamento di mutui e finanziamenti per le PMI che vantano crediti verso imprese di carattere strategico in amministrazione straordinaria, il Governo concorda con le banche le misure necessarie a sospendere il pagamento della quota capitale delle rate per gli anni dal 2015 al 2017. Per il sostegno alle imprese fornitrici è previsto anche il ricorso al Fondo di garanzia. All'articolo 3 si autorizza il commissario a richiedere il trasferimento delle somme sequestrate per soddisfare i crediti prededucibili, nonché a contrarre finanziamenti pari a 400 milioni di euro, assistiti dalla garanzia dello Stato, per realizzare gli investimenti di risanamento ambientale. Alla messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi sono destinati 10 milioni di euro. All'articolo 4 è previsto il ricorso ad anticipazioni del Fondo di rotazione per pagare gli oneri derivanti dalle sentenze di condanna della Corte di giustizia europea. All'articolo 6 si prevede che il commissario straordinario predisponga un programma di misure a medio e lungo termine per la bonifica dell'area di Taranto. Il commissario straordinario può anche definire procedure volte a favorire l'impiego di lavoratori provenienti dai bacini di crisi.

Dopo che sul maxiemendamento governativo il Presidente della Commissione bilancio ha espresso parere di nulla osta, si è svolta la discussione sulla fiducia, alla quale hanno partecipato i sen. Ciampolillo, Paola Nugnes, Barbara Lezzi, Manuela Serra (M5S); Uras, Loredana De Petris (SEL); Consiglio (LN); Paola Pelino, Gibiino (FI-PdL); Di Biagio (NCD-UDC); Mucchetti (PD).

Le opposizioni hanno criticato il ricorso alla trentacinquesima fiducia su un provvedimento che non prevede misure strutturali, lascia irrisolti i problemi principali dell'Ilva, nega il principio della responsabilità per i danni ambientali e non segna un'inversione di tendenza rispetto ai problemi di inquinamento dell'area. M5S, SEL e Gruppo Misto hanno criticato in particolare le norme che escludono la responsabilità penale e civile del commissario rispetto all'attuazione delle prescrizioni dell'AIA. Il varo del settimo decreto Ilva dimostra che il ricorso a misure d'emergenza ha avuto esiti fallimentari. FI-PdL, LN e GAL hanno evidenziato invece gli errori strategici commessi dai Governi Monti, Letta e Renzi, che hanno prolungato l'amministrazione statale, provocando l'accumulo di debiti enormi. Gli interventi assistenziali non salvaguardano il tessuto produttivo del Paese, occorre invece una politica industriale a livello nazionale. Il decreto non garantisce tempi e risorse certe per risanamento ambientale e ammodernamento produttivo, e non prevede stanziamenti adeguati per fronteggiare i debiti accumulati dalle imprese dell'indotto. La maggioranza ha ricordato che il provvedimento mira ad assicurare la continuità produttiva e occupazione del polo siderurgico e la prosecuzione del risanamento ambientale dell'area di Taranto

Nelle dichiarazioni di voto finali hanno annunciato voto contrario i sen. D'Anna (GAL), Arrigoni (LN), Stefano (SEL), Martelli (M5S), Zizza (FI-PdL). Hanno annunciato voto favorevole i sen. Buemi (Aut-PSI), Marinello (NCD-UDC), Vaccari (PD).

In apertura di seduta i senatori di M5S hanno riproposto il tema del rispetto della procedura relativa alle questioni sospensive, chiedendo alla Presidenza di chiarire in quale momento è possibile avanzare una proposta di non passaggio agli articoli. La Presidente di turno Fedeli ha risposto che la richiesta può essere avanzata prima della votazione degli articoli, ma le domande di intervento del Governo hanno la precedenza. La sen. De Petris (SEL) ha rilevato che nella seduta di ieri i senatori di M5S avevano chiesto la parola prima del Ministro per i rapporti con il Parlamento.