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Giornale di Taranto - AMBIENTE SVENDUTO - Tredici cooperative di mitilicoltori ammesse parte civile contro l'Ilva
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Martedì, 16 Dicembre 2014 22:12

AMBIENTE SVENDUTO - Tredici cooperative di mitilicoltori ammesse parte civile contro l'Ilva In evidenza

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Il Giudice dell'Udienza Preliminare Dr.ssa Vilma Gilli nel corso dell'udienza di ieri, martedì, ha sciolto la riserva in relazione alle istanze di costituzione parte civile proposte nei confronti degli imputati coinvolti nel processo scaturito dall'indagine Ambiente svenduto, condotta dalla procura di Taranto in riferimento ai reati ipotizzati a carico della proprietà e dei soggetti coinvolti nella gestione dello stabilimento Ilva di Taranto. Tra tutte, la contestazione di disastro ambientale in relazione alla quale ci sono state centinaia di istanze di ammissione di costituzione parte civile per il ristoro dei danni subiti da altrettanti soggetti affetti da patologie o da eredi di persone decedute per tali cause. Ma non solo.Tutte difese dall'Avv. Mimmo Lardiello del foro di Taranto, ben tredici società cooperative dedite alla mitilicoltura nel primo seno del Mar Piccolo di Taranto hanno visto riconoscersi il diritto ad essere parte civile nel procedimento in relazione a quei reati dai quali é scaturita l'impossibilità da parte loro di poter proseguire nella attività di mitilicoltura a causa della rilevazione, proprio nel primo seno del Mar Piccolo, di PCB e diossina simili eccedenti le dosi consentite, circostanza dalla quale é scaturita la nota ordinanza di blocco di movimentazione e vendita dell'Asl del Luglio del 2011. "Si tratta - commenta l'avv. Lardiello - di una decisione di importanza storica che finalmente apre la strada dell'accertamento della verità in relazione ai fatti che hanno distrutto il patrimonio inestimabile della mitilicoltura nel primo seno del Mar Piccolo di Taranto. Una decisione, quella del gup Gilli che oggi vede dunque finalmente riconosciuto il diritto degli operatori del settore della mitilicoltura ad essere in prima linea in qualità di parti processuali, nella convinzione che il rinvio a giudizio prima e l'accertamento nel merito dopo finalmente riusciranno a chiarire - conclude Lardiello - le responsabilità e assicurerà loro il giusto ristoro per gli inestimabili danni subiti".