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Giornale di Taranto - TARANTO-GROTTAGLIE/"L'Aeroporto può e deve essere utilizzato per voli passeggeri di linea, per cargo e voli charter"
Mercoledì, 29 Ottobre 2014 05:31

TARANTO-GROTTAGLIE/"L'Aeroporto può e deve essere utilizzato per voli passeggeri di linea, per cargo e voli charter" In evidenza

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del Cav. Alfredo Luigi Conti, Presidente Movimento “Taranto…Voglia di Volare!!!”

 

 

Credo che la speranza sia l’ultima a morire per noi del Movimento “Taranto… Voglia di Volare” e di altri movimenti e associazioni pro aeroporto di Taranto - Grottaglie, e non solo per noi ma per i tantissimi che abbiamo ascoltato nelle piazze e che ritengono  sia giusto, possibile e fattibile che il nostro aeroporto possa essere utilizzato da subito per voli passeggeri di linea e nel futuro, anche per cargo e voli charter.

La mancanza di volontà da parte degli amministratori AdP (Regione Puglia), di dirottare qualche aereo su Grottaglie, di altre compagnie aeree che intendano attivare delle rotte in partenza da Grottaglie ha fatto sì che questi voli fossero incanalati su Bari. La questione dei bus navette per Bari e Brindi pare disagevoli per i passeggeri, tanto che in pochi  li utilizzano. E’ un sopruso bello e buono quello di smistare delle risorse per la sola compagnia irlandese low cost Ryanair (tasse pagate da tutti i pugliesi compresi quelli della provincia di Taranto) per gli aeroporti di Bari e Brindisi. Stiamo parlando di 85 milioni in cinque anni, senza bando pubblico, giustificato dalla risposta del Presidente dell’ENAC Vito Riggio, che prima afferma (13 settembre 2014) "sulla questione degli aiuti a Ryanair si dovrà applicare la nuova normativa europea che impone il bando pubblico". Dopo qualche giorno, corregge, dicendo di aver interpretato la legge e non applicandola, perché nel caso di AdP la normativa non è entrata in vigore. Mi auguro che, un giorno o l’altro, si inizi a verificare la bontà amministrativa di AdP. Credo fortemente che la Regione debba prendere atto dell’inserimento dell’aeroporto di Taranto – Grottaglie nel Piano Nazionale dei Trasporti aeroportuali, per attivare i collegamenti di linea che possono rappresentare un’opportunità di sviluppo per il nostro territorio, troppe volte abbandonato a se stesso, oltre che depredato e saccheggiato. Vendola and Company, hanno dimostrato in questi quasi 10 anni, di prenderci in giro, inventandosi progetti fantastici senza mai considerare che siamo nelle condizioni di poter utilizzare l’aeroporto di Taranto – Grottaglie funzionante, come tutti gli aeroporti pugliesi e nazionali. Ci auguriamo che i prossimi candidati alla carica di Governatore della Regione Puglia, mettano nero su bianco nel crono programma, che l’aeroporto in questione sia utilizzato nella sua completa funzione (voli passeggeri di linea, cargo e charter). Taranto ha dato tanto e ha ricevuto solo veleni. Spesso mi domando e domando a chi di competenza, rischiando di essere ripetitivo, se la città è così strategica e irrinunciabile per l'Italia, com’è possibile che sia all'ultimo posto della classifica nazionale in fatto di reddito e qualità della vita?

E inoltre come fa a contare il maggior numero di disoccupati e precari?

Da chi dipende lo sviluppo di Taranto?

Taranto è una città o un deposito per industrie inquinanti?

E' sempre stato riferito alla popolazione che Taranto non abbiamo imprenditori capaci di generare business e opportunità, che la città non ha tra l'altro una classe dirigente che sappia esprimere una progettualità funzionale alla cultura e ai bisogni di tutto il territorio e non solo a pochi privilegiati.

Il gap locale è autentico ma quanti, in realtà, conoscono il sottobosco dei blocchi autorizzativi che sono esterni alla città e che paiono suggerire una regia che, di fatto, impedisce i passaggi essenziali per lo sviluppo?

E se per la prima volta queste volontà esterne ed estranee sono confessate dalla classe dirigente locale,  a cosa è imputabile il silenzio abituale e quali sono le responsabilità dei partiti che sono i primi a permettere e giustificare una visione che, di fatto, impedisce che Taranto si trovi a competere con le altre città?

Taranto, infatti, per le sue peculiarità geografiche potrebbe diventare competitiva ma, ancora oggi, è priva degli elementi basilari di competitività: in primis le infrastrutture, i trasporti, i servizi, compresi quelli formativi universitari  e sanitari, e più in generale della programmazione urbanistica integrata.  Quella che lega le risorse alle necessità di operatori, imprenditori, commercianti, artigiani, professionisti.

Taranto città necessaria quale pilastro del PIL nazionale ma Taranto città sacrificabile e lasciata priva di qualsiasi compensazione.

Taranto città a esaurimento.

Un primo e più chiaro indicatore che questa precisa volontà, di alimentare artificialmente il ricatto occupazionale (dobbiamo ricordarlo, il problema non è tanto quello della permanenza e della perdita di fatturato dell'ILVA, quanto quello dell’attuale impossibilità di reimpiego delle maestranze), è stato offerto dal blocco dell'aeroporto di Grottaglie.

Anche nel caso dell'aeroporto, infatti, sono state usate strumentalmente argomentazioni che non riguardavano per niente la situazione e la specificità tarantina.

Nel dettaglio, per quanto sia vero che la tenuta in esercizio di un aeroporto deve essere giustificata da un volume minimo di utenti, proprio nel caso dell'aeroporto di Grottaglie questa necessità non è mai stata vincolante poiché quello di Grottaglie è uno dei pochi casi in Italia di avamposto strategico e primario sempre operativo in virtù del sostegno all'industria aerospaziale e, pertanto, totalmente svincolato dai volumi minimali di passeggeri.

Risultato: i soldi per l'operatività di un maxi aeroporto sono spesi lo stesso, ma il transito dei passeggeri è disincentivato e pure impedito.

Ed è la prova provata della volontà politica di lasciare indietro e danneggiare ulteriormente un territorio che è già ultimo in classifica e tale deve restare.  

Pertanto i nodi reali non sono economici o tecnici, ma solo politici.

L'aeroporto è solo una delle cartine di tornasole della volontà di congelamento delle locali attività produttive alternative.

Lo stesso blocco riguarda, infatti, anche molte altre componenti essenziali per lo sviluppo,  e, fattore ancora più critico, questo ostruzionismo impedisce di comporre tutte le risorse e i servizi nell'ambito di un sistema territoriale unico e  integrato.

Di fatto, le autorizzazioni per aprire e completare questo sistema sono di competenza regionale e nazionale.

Ultima modifica il Mercoledì, 29 Ottobre 2014 10:38