Se parliamo di Ambiente, non possiamo non rivolgere lo sguardo anche a Taranto a quel territorio straordinario, al riscatto che merita e che non può più essere rinviato. E quindi parliamo di Ilva, per ribadire con forza che senza risanamento non c’è futuro per Taranto e non c’è futuro per Ilva. Risanamento significa: innovazione tecnologica per portare a compimento l’ambientalizzazione dei processi produttivi. Su questo non si può balbettare. Il risanamento ambientale non è una parte del problema produttivo-finanziario del polo siderurgico tarantino: è la soluzione. L’applicazione puntuale delle prescrizioni ambientali dell’AIA è il presupposto della prosecuzione dell’attività di Ilva e dunque la garanzia per il mantenimento dei posti di lavoro e il ripristino di un rapporto corretto fra fabbrica e città. Il polo tarantino avrà un futuro se saprà rinascere come esperienza pilota di una acciaieria tecnologicamente avanzatissima e che adotta i più moderni standard e le migliori soluzioni di tutela ambientale.
IL PARADOSSO DA RISOLVERE
Insomma, Brindisi, ma anche Taranto, ci dicono che la PUGLIA VIVE UN PARADOSSO AMBIENTALISTA: con il numero più elevato di emissioni di CO2 in Italia (il 20% del dato nazionale) è la prima regione in classifica per potenza installata di energie rinnovabili. La Puglia fornisce il contributo più importante nella direzione del pareggio del bilancio energetico nazionale: a fronte di un consumo di poco inferiore a 20 mila GWh, ne produce circa 37.

E’ arrivato il tempo di rimediare a questo squilibrio che, perpetuandosi da oltre trent’anni, ha procurato inevitabili e oggettivi danni: all’ambiente e alla salute.

 Due beni non negoziabili che in passato sono stato sacrificati in ragione dell’emergenza occupazione e del sottosviluppo meridionale.
Taranto con Ilva, il più grande polo siderurgico d'Europa e Brindisi, il più importante polo energetico d'Italia con le sue tre centrali, sono tra i 57 siti di interesse nazionale per interventi di bonifica sulla scorta dell’effettivo rischio sanitario che le sue condizioni determinano per le popolazioni residenti.
Conosciamo i dati angoscianti riportati nello studio SENTIERI per il capoluogo jonico e le tante ricerche condotte qui dal dr. Latini e dal dr. Gianicolo sui neonati con malattie congenite.
LE NOSTRE PROPOSTE PER RIBALTARE UNA SITUAZIONE NON PIÙ SOSTENIBILE
Per l’area brindisina:
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Programmare la chiusura della centrale Edipower di Brindisi Nord (come da convenzione del 1996) prevista per il 2004, procedere alla bonifica del sito e restituire l’area all’attività portuale.
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Sottoscrivere una nuova convenzione tra Enel, Regione, Comune e Provincia – sotto forma di accordo di programma – e prevedere la graduale trasformazione a metano con previsione, nel periodo necessario alla trasformazione, di un minor utilizzo del carbone nella centrale di Cerano. In coerenza con quanto stabilito dall’art. 1 della legge regionale 31/2008.
Per tutta la Puglia:
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Promuovere come Regione l’iniziativa strategica 2014-2020 lanciata dalla Commissione Europea denominata Mayors Adapt con l’obiettivo di fare fronte ai cambiamenti climatici, promuovendo uno sviluppo urbano sostenibile e riducendo le emissioni dei gas ad effetto serra a livello locale. Uno strumento per la prevenzione e la gestione degli impatti dei cambiamenti climatici: eventi meteorologici esterni (inondazioni), problemi ambientali (erosione coste e falesie), relativi problemi di sanità pubblica. La Puglia dovrà esercitare un ruolo chiave supportando le amministrazioni nella gestione delle azioni di adattamento e impegnando in maniera strategica i fondi strutturali 2014-2020. Prendere per mano i comuni diventare la cabina di regia tra istituzioni comunitarie e territori.