Cookie Consent by Free Privacy Policy Generator
Preferenze sui cookie
Giornale di Taranto - La politica ai tempi di Peppino Cannata e quella ai tempi di Matteo Renzi...
Sabato, 27 Settembre 2014 15:04

La politica ai tempi di Peppino Cannata e quella ai tempi di Matteo Renzi... In evidenza

Scritto da 
Vota questo articolo
(0 Voti)

Riceviamo e pubblichiamo un intervento di Mario Pennuzzi

 

Peppino Cannata  sicuramente  è stato una delle personalità politiche più significative della Taranto del Novecento un grande sindaco che dovette affrontare  una delle grandi crisi della macchina comunale - al tempo non si parlava di dissesto- un amministratore capace tra i protagonisti della "vertenza Taranto": ultimo tentativo di progettare in maniera organica il futuro della città.

Sotto la sua amministrazione furono gettate le basi di servizi moderni per la città persino  per l'epoca avveniristici, fu il tempo di grande opere ma insieme, purtroppo  quello delll'avvio di una politica fatta di personalismi e di trasformismi,che segnarono e determinarono la fine di quella esperienza.

Ma su questo le analisi dei percorsi e la sintesi dei processi sarà fatta da chi scrive di storia.

Per quello che mi riguarda molto più semplicemente mi è capitato di pensare a Peppino Cannata in questi giorni in relazione al dibattito politico della città.

Cannata sindaco, infatti parlando della esperienza amministrativa che stava svolgendo -  all'epoca era l'unico sindaco di sinistra in un capoluogo pugliese - era solito dire " La politica è l'arte del possibile"

Affermazione che a me,al tempo, giovane dirigente del PCI e agli altri "ragazzi" della mia generazione appariva di un inaccettabile opportunismo:per noi la politica era soprattutto il regno di una battaglia culturale e morale in cui avanzare ed affermare i sacri principi: la democrazia, l'uguaglianza , il socialismo.

Avevamo torto: così molti di quella generazione si sono persi, alcuni portando sino alle estreme conseguenze la propria rigidità, altri trasformandosi in professionisti del moralismo teorico ed in abili mestieranti capaci di giustificare qualsiasi torsione e scelta opportunistica,:parole oggi dimenticate come inciucio, consociativismo,trasversalismo.

Non c'eravamo accorti che c'era bisogno anche di un "pensiero debole" che non è il pensiero dei dementi come pare credere qualche illustre personaggio nazionale,ma il pensiero, e la pratica di chi sà mettersi in discussione, di chi ha dei principi saldi, ma cerca di comprendere anche quelli altrui, di chi pensa di aver ragione ma non pretende di avere la verità assoluta, di chi si sforza di essere nel giusto senza definirsi "l'uomo della provvidenza".

Ma tutto questo  oggi è passato, stiamo pagando il conto di non aver capito in tempo.

Quello che condiziona la politica odierna non è più "l'arte del possibile", ovvero la ricerca di strumenti che ci consentano di avvicinarsi alla meta prefissata, se dovessimo con uno slogan definire il momento potremmo dire "In politica tutto è possibile.": si cambiano i pareri a seconda delle convenienze, si possono fare patti con tutti e di qualsiasi natura,l'importante è essere in carica e mantenersi a galla.

Ciò vale per il Governo nazionale come rilevava  de Bortoli dalle colonne del Corriere della Sera denunciando il patto dai contenuti non chiari che tiene insieme  il PD di Renzi e la Forza Italia di Berlusconi, questa è la storia della attuale competizione alla Provincia di Taranto,competizione riservata al solo ceto politico che stà dando prova di essere capace di qualsiasi tipo di aggiustamento interno, (anche perchè non essendo una competizione elettorale  aperta a tutti non molti si sono interessati di ciò che sta accadendo),per cui valgono più gli accordi che ciascun esponente fà che le impostazioni politiche ed esponenti dello stesso partito sono schierati su fronti opposti c'è un candidato di centro destra ma è appoggiato anche da significativi esponenti di centro sinistra , c'è un candidato di centro sinistra  ma le liste che lo appoggiano sono messe in discussione da  chi appoggia il candidato di centro destra.

Insomma difficilmente si può capire qual'è il nodo che distingua  questi informi schieramenti.

 Ma questa è  anche la storia del progettato allargamento al nuovo centro destra della maggioranza al comune di Taranto. 

Non so neppure se si possa davvero parlare di un vero allargamento al nuovo centro destra, dal momento che a Taranto è ormai difficile identificare  un consigliere  comunale con una appartenenza politica, in molti vagano da partito in partito, da gruppi consacrati dalle elezioni in gruppi spuri nati da accordi estemporanei frutto  del momento che si possono sempre cambiare  se così conviene un bel salto per una esperienza nata con la velleità di rinnovare la politica alla fine si ha la  sensazione che il Governo vero delle cose al di là delle facce che si prestano al pubblico, quello delle cose che contano,quello che decide delle scelte di sviluppo, dei piani regolatori dei rapporti industriali, del personale , quello,insomma, della seconda linea che non compare  alle elezioni ma che è in grado di decidere sia sempre nelle stesse mani.

Non so se questo abbia davvero il sapore di vecchia massoneria come dice De Bortoli , certo non sà di nuovo e certamente non è con questi metodi e con questi uomini che sarà possibile rinnovare il Paese.