di Luisa Campatelli
Leggiamo che Arpa Puglia ha organizzato un incontro pubblico a Brindisi per parlare della centrale a carbone e presentare i risultati di una serie di studi con particolare riferimento alla valutazione del danno sanitario. Un incontro pubblico è sempre una positiva occasione di confronto, un modo per ascoltare più voci partendo sempre, come è giusto e legittimo che l’Arpa faccia, da una base scientifica e documentata.
Allora, perché non provare a fare altrettanto anche a Taranto? Perché, prof.Assennato, non proviamo a fare qui, nella città dell’Ilva, dell’Eni, della Cementir, del Progetto Tempa Rossa, un dibattito pubblico, partendo dai dati, dai numeri, documentati negli studi, nelle perizie, nelle relazioni?
E’ chiaro che la cosa va organizzata perché le questioni aperte sono tante e sarebbe folle pensare di poterle affrontare tutte in un unico momento. Si potrebbe perciò pianificare una serie di incontri pubblici, ognuno con un tema specifico.
Negli ultimi mesi c’è stato un susseguirsi di brutte notizie che hanno confermato l’inaudita gravità della situazione: il serissimo allarme lanciato dai pediatri che hanno denunciato percentuali di mortalità e patologie infantili in crescita, lo Studio Sentieri che definisce Taranto area fortemente contaminata sollecitando interventi immediati per ridurre le emissioni inquinanti e adeguare l’offerta sanitaria, le segnalazioni del presidente di Peacelink Alessandro Marescotti rispetto alla concentrazione di IPA fuori norma, le complesse perizie tecnico-scientifiche (e non solo) che hanno fatto scattare un’inchiesta chiamata ambiente svenduto in cui tra i reati ipotizzati c’è quello di disastro ambientale. Di fronte a tutto questo, Taranto, città sofferente e molto, molto arrabbiata, chiede che anche qui l’Agenzia regionale per l’Ambiente organizzi incontri pubblici, con relatori d’eccellenza, senza derive emotive, basati sulle analisi, sui numeri, sulle statistiche.
E’ passato troppo tempo dall’ultimo convegno e i recenti ping pong su stampa e social-network hanno contribuito solo ad accendere dubbi e incertezze.