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Giovedì, 28 Agosto 2014 20:01

"Grazie signor Andrea per aver reso pubblico il suo dolore, che è il dolore di tutti gli invisibili" In evidenza

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Riceviamo e pubblichiamo un intervento di Giancarlo Girardi

Dobbiamo essere grati al sig. Andrea Iaia per aver avuto il coraggio di rendere collettivo il proprio dolore di genitore. Dal 22 aprile, giorno del suicidio della sua piccola nei pressi del monumento ai marinai, altri suicidi sono lì avvenuti, sembra essere una tragedia senza fine. Quando si muore o si sceglie di morire si appare, comunque, sempre soli. Il suo è un atto di accusa forte, argomentato. Propone uno sguardo sul nostro territorio ed offre una chiave di lettura sulla nostra città, cruda e vera. La sua rabbia deve essere la nostra perché la povertà che ci circonda ruba la speranza ai nostri giovani, ci impone la rassegnazione, ci consegna alla fatalità ed all’impotenza mentre il loro diritto ad un futuro degno viene violato. Divengono anelli, pronti a saltare perché deboli, di una immane catena di montaggio con un enorme esercito di riserva pronto e disponibile. Il suicidio ha la stessa dignità, a mio avviso, delle morti di quei giovani che sul loro posto di lavoro vengono uccisi dalla legge del profitto e quindi di un mercato predatorio di esseri umani e dell’ambiente. Questioni fondamentali, anche queste, presenti nella lettera del sig. Andrea. Oggi i nostri ragazzi appaiono invisibili per la società, lo sono anche a scuola, per la strada, quando cercano di inserirsi nel mondo del lavoro, a volte, purtroppo lo sono anche nelle proprie famiglie. Il sig. Andrea afferma che “uno si toglie la vita perché non ha futuro” e qui nella nostra città, questo piccolo esercito di invisibili sembra scegliere un “punto simbolo della città” quasi per dare visibilità maggiore al proprio gesto. In Italia nel 2011 ci sono stati tremila suicidi, morti per una guerra economica e sociale ufficialmente mai dichiarata. Le responsabilità lui le indica nella politica e in chi la rappresenta oggi. Verissimo. Parla della vera identità di una città da sempre marinara mentre si celebra il bicentenario dell’Arma dedicandogli un monumento nel luogo più caro ai tarantini. Parla del saccheggio del territorio e dell’amara verità della presenza di fabbriche nelle quali solo un pugno di cittadini sono lì direttamente impegnati. Parla della “indifferenza” e del silenzio rumoroso delle Istituzioni. Grazie sig. Andrea per aver reso pubblico il suo dolore affinché la sua piccina non sia morta invano.

 

                                                                                                          Giancarlo Girardi

 

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