Lunedì, 15 Settembre 2025 23:18

L'ATTACCO-2/ Il sindaco di Taranto diffida Magistà: dichiarazioni sulle cozze false e lesive In evidenza

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Una città, Taranto, “insorge” in difesa del simbolo più famoso del suo mare: la cozza nera, che tra l’altro è diventata anche uno dei presidi Slow Food. Nel mirino, è finita una trasmissione andata in onda su Rai Tre, ma soprattutto uno degli ospiti, il giornalista Vincenzo Magistà, da poco ex direttore di Telenorba, il quale ha parlato di cozze alla diossina a Taranto. Interviene il sindaco di Taranto, Piero Bitetti, che con una diffida paventa azioni legali. Rivolgendosi a Magistà, il sindaco dichiara che affermazioni “rese nel corso dell'intervista televisiva andata in onda su Rai Tre in cui ha espressamente dichiarato ‘Le cozze di Taranto allevate nel Mar Piccolo, inquinato dalla diossina’ sono del tutto false, infondate e lesive dell'immagine e della reputazione di questa città, così danneggiando pesantemente la fiducia dei cittadini, operatori economici e potenziali visitatori. Tali dichiarazioni, diffuse a mezzo di un canale pubblico e riportate su tutti social hanno immediatamente avuto un’ampia diffusione mediatica, sì da integrare una grave diffamazione assolutamente ingiustificata che non può essere tollerata. La diffido formalmente a procedere, senza indugio - scrive il sindaco di Taranto a Magistà - alla pubblica rettifica delle affermazioni false da lei rese, nonché ad astenersi in futuro dal diffondere informazioni inesatte o fuorvianti che possono arrecare danno all'immagine di Taranto e dei suoi prodotti tipici apprezzati e conosciuti per la loro bontà. In difetto di un suo tempestivo riscontro e di un'adeguata rettifica entro e non oltre 3 (tre) giorni dal ricevimento della presente, mi vedrò costretto, nell'esclusivo interesse della collettività da me rappresentata, ad adire le vie legali per la tutela dell'immagine e della reputazione della città di Taranto, sia in sede penale, per il reato di diffamazione, sia in sede civile per il risarcimento dei danni subiti, con conseguente aggravio di spese a suo carico”.

Prima del sindaco, ci sono state varie prese di posizione in difesa della cozza di Taranto e del lavoro che si sta facendo per tutelarla e valorizzarla: da Confapi al Pd, da Confcommercio a Uila Pesca, dagli assessori regionali della Puglia alle Politiche agricole, Donato Pentassuglia, e al Turismo, Gianfranco Lopane. Intervenuta pure l’Asl di Taranto, per la quale il Servizio Veterinario del Dipartimento di Prevenzione ha effettuato 1.247 prelievi di mitili per la ricerca di diossine e PCB nelle aree classificate per la molluschicoltura (Primo Seno Mar Piccolo, Secondo Seno Mar Piccolo, Mar Grande) riscontrando complessivamente 126 non conformità ai limiti di legge, esclusivamente nei mitili allevati nel Primo Seno. Sono state quindi disposte, rileva l’Asl, “una serie di ordinanze culminate nella ordinanza del presidente della Regione, con cui si confermava quanto già disposto nelle precedenti ordinanze, cioè il divieto di prelievo e commercializzazione dei mitili presenti nel Primo Seno del Mar Piccolo. Rimane consentito - dice l’Asl - la captazione del seme, l’allevamento del novellame e il suo spostamento, previo campionamento ufficiale ed esiti di conformità, entro il 28 febbraio di ogni anno”. Inoltre, afferma l’Asl, “il Dipartimento di Prevenzione ha promosso un’azione di contrasto alle violazioni della ordinanza regionale e delle disposizioni sanitarie impartite, con numerose iniziative. Tali interventi sono stati svolti con il supporto di Capitaneria di porto, Guardia di Finanza e Carabinieri del Nas. Sono state comminate diverse sanzioni amministrative e distrutte numerose tonnellate di mitili non accompagnati dalla certificazione sanitaria prevista dalla legge”.

    

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