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Giornale di Taranto - TARANTO, PIANO CIMINO: PER LA CONFCOMMERCIO OCCORRE CERTEZZA DEI PERCORSI DA METTERE IN PISTA
Mercoledì, 06 Agosto 2014 07:49

TARANTO, PIANO CIMINO: PER LA CONFCOMMERCIO OCCORRE CERTEZZA DEI PERCORSI DA METTERE IN PISTA In evidenza

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Piano Cimino: è giunta l’ora delle scelte.  I commercianti,  il mondo delle professioni e buona parte delle organizzazioni di categoria, l’associazionismo ambientalista e culturale  e chiunque abbia cervello e cuore per immaginare un futuro diverso per Taranto, chiede con forza che la questione sia trattata con  decisione e trasparenza.

Nei mesi  scorsi,  una parte della  politica, si è espressa  in modo netto ed inequivocabile. E’ necessario ora che a quegli atti seguano azioni concrete. Sarebbe inaccettabile se per un qualsiasi tecnicismo, non valutato per tempo, il Consiglio comunale dovesse trovarsi nelle condizioni di dover dare il via libera al  Piano.Confcommercio è pronta con i suoi legali a scendere in campo, accanto al sindaco di Taranto, Ippazio Stefano, per supportare l’Amministrazione comunale in un eventuale percorso giuridico-amministrativo a sostegno   delle azioni di contrasto  all’approvazione del  piano particolareggiato (sollecitato dalle società del gruppo Auchan) che aprirebbe la strada all’espansione urbanistica e commerciale della zona limitrofa al centro commerciale, come  si ribadirà allo stesso neo assessore all’Urbanistica, Cosima Lorusso, al quale si è  chiesto un incontro.  E’ necessario opporre al Gruppo francese, percorsi che diano certezza del risultato.

La ultradecennale storia del Piano Cimino, ieri Sircom, ricalca le altre questioni importanti che investono il futuro di Taranto. Una città,  ieri come oggi,  caratterizzata dal conflitto tra il ‘voler fare’ e  il ‘voler essere’. Due posizioni che riflettono una  diversa visione dello sviluppo. Se nel passato è prevalso il fronte del ‘fare’, oggi rappresentato da pezzi di politica che senza scrupoli affermano di aver già chiuso l’ ’affair Cimino’, oggi cresce il fronte di quanti – è tra questi vi è Confcommercio- hanno consapevolezza che occorre programmare il futuro  per riportare la città alla città.

 Taranto non ha bisogno di allargare le sue maglie urbane, di conquistare nuove volumetrie, ma piuttosto  di – lo si ripete da tempo-  riprendersi l’esistente: attraverso la riqualificazione degli ambiti urbani storici (Borgo e Città Vecchia);la  rigenerazione urbana (Montegranaro, Tre Carrare, Tamburi); il  recupero delle periferie extraurbane e degli affacci costieri che potrebbero essere  aree pregevoli per le attività del tempo libero   (Lama/San Vito );   la dotazione  di servizi in quartieri ad oggi carenti di tutto(Salinella, Tramontone, parte di Paolo VI).  Nel 2010, su commissione  dello stesso Comune di Taranto, fu effettuata una mappatura del Borgo dalla quale emerse lo stato di totale abbandono di oltre 40 edifici e la perdita  di 16 mila abitanti,  numeri che oggi sono sen’altro cresciuti. Lo stesso assessore regionale all’Urbanistica, Angela Barbanente, non ha mancato in più occasioni di invitare  la città al buon senso e a concentrarsi sulla riqualificazione dell’esistente. Che senso ha d’altra parte affidare la progettazione futura di Taranto ad un architetto di fama, salvo  poi a  voler procedere, saltando la programmazione, su una questione così importante come Cimino? Di tutto ciò la politica deve rendersi conto. Guai  se il Consiglio comunale fosse il luogo dove, per un tecnicismo qualsiasi, dovesse passare il Piano Particolareggiato Cimino, ben difficilmente la città crederebbe che si è fatto tutto il possibile.