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Giornale di Taranto - TARANTO - Crisi industria, Cgil-Cisl-Uil: "Anche le imprese facciano la loro parte"
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Giovedì, 31 Luglio 2014 18:11

TARANTO - Crisi industria, Cgil-Cisl-Uil: "Anche le imprese facciano la loro parte" In evidenza

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"L’allarme lanciato da Confindustria non ci lascia indifferenti, specie negli aspetti che riguardano le ricadute occupazionali;  sottolinea, se mai ce ne fosse bisogno, la fragilità di un sistema produttivo adagiatosi troppo all’ombra della grande committenza, che ora si mostra incapace  di interpretare il nuovo modello di sviluppo".

I segretari territoriali di CGIL, CISL e UIL, Massafra, Fumarola e Turi, si esprimono così sulla manifestazione che l’Associazione degli Industriali tarantina ha deciso di realizzare il 1° agosto.

"Preoccuparsi del lavoro e del futuro delle nostre piccole e medie aziende è meritorio e costituisce la premessa fondamentale per la realizzazione di uno sviluppo in chiave di piena compatibilità ambientale", spiegano ancora i  segretari confederali secondo i quali si tratta "di  rivendicazioni che dal 2008, praticamente ogni giorno, vedono protagonista dentro e fuori le fabbriche il sindacato ionico con una proposta alta e di prospettiva. E'  evidente che l’ambizione di un territorio non può più limitarsi ad una cultura industriale che, proprio in molte aree del Mezzogiorno (Taranto, Brindisi, Gioia Tauro), ha visto prima lo Stato e poi le grandi multinazionali, preoccuparsi di creare industria lì dove troppo debole o assente era l’iniziativa privata".

Secondo Massafra, Fumarola e Turi, infatti, quella ricetta (ex IRI e ex Cassa del Mezzogiorno) "oggi mostra sul campo tutta la sua limitatezza di vedute, nell’ambito delle politiche industriali ancora troppo deboli in tutto il Paese e, in particolare, nel Mezzogiorno d’Italia. Ecco perché la manifestazione organizzata dagli industriali ha valore, secondo la nostra opinione, se non si limita unicamente ad una  rivendicazione di ruolo e commesse nell’ambito del futuro eco-sostenibile e produttivo della grande committenza ma se si prefigge di costituire anche il primo passo verso una chiamata alla corresponsabilità delle imprese del territorio. Anche su questo occorre uscire dai facili populismi – scrivono i tre segretari – e un appalto è necessario giudicarlo non in base al codice di avviamento postale delle imprese ma sulla base del  grado di affidabilità, della certificazione e della garanzia occupazionale delle aziende. Ecco perché auspichiamo che la levata di scudi di Confindustria   possa diventare l’occasione per fare in modo che le imprese locali accettino la sfida per il nuovo modello di sviluppo: investire in innovazione, ricerca, intessendo un rapporto leale con le  maestranze. Questa, a nostro giudizio, la vera ricetta anti-crisi che si completa con l’immediata attuazione degli investimenti pubblici e privati, da realizzare con il necessario intervento  del governo  nazionale".

Per completare il quadro degli interventi utili da mettere in atto, secondo Cgil, Cisl e Uil determinante risulta il ruolo della Pubblica Amministrazione. "Siamo fermamente convinti - dicono - che nessun grande processo di sviluppo possa innescarsi seriamente su un territorio senza una vera e propria spinta propulsiva delle amministrazioni pubbliche e degli uffici competenti. Siamo altrettanto convinti - concludono Massafra, Fumarola e Turi - che politica e istituzioni debbano assumersi la responsabilità delle scelte da realizzare, dopo un confronto con tutte le parti in causa".