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Mercoledì, 30 Luglio 2014 17:37

TARANTO - Gli industriali ionici scendono in "strada" per protestare contro una crisi imprenditoriale, economica ed occupazionale che sembra irreversibile. Venerdì 1 agosto grande manifestazione fin sotto la Prefettura. In evidenza

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Illustrati stamane alla stampa i termini della manifestazione denominata “Industria ULTIMA FERMATA”in programma venerdi mattina 1 agosto. Al Tavolo il Presidente di Confindustria Taranto Vincenzo Cesareo, Michele De Pace, Antonio Marinaro, Angelo Bozzetto, presenti componenti di Giunta e decine di imprenditori.  L’iniziativa partirà dall’area portuale e arriverà in corteo con imprenditori, lavoratori, cittadini, mezzi industriali fin sotto la Prefettura di Taranto. Una iniziativa – è stato ribadito - chiesta dalla base associativa perché non ci sono più spazi, ma che non è uno sciopero, non è una serrata, ma è la Confindustria che scende in piazza perchè così non si può più andare avanti.

Gli imprenditori vogliono manifestare, in una forma assolutamente inedita, lo stato di oramai conclamata emergenza in cui versa tutto il sistema economico e produttivo, gravato da una pesante crisi che investe settori strategici e fondamentali dell'apparato industriale della città e della sua provincia. Oggi - ha detto il Presidente degli industriali ionici - è il Canto del cigno. Non ci stiamo a far morire le nostre aziende - ha detto Vincenzo Cesareo. Il porto dove si stanno investendo oltre 400 milioni rischia di morire se non si dà avvio al progetto Tempa Rossa dell’Eni che farebbe circolare oltre 90 navi in più all' anno. La Cementir ha azzerato gli investimenti, l'unico piano valido, l’unica alternativa e' quello di Confindustria, la Smart area Taranto. La questione Ilva – ha detto ancora - e' sotto gli occhi di tutti. Scopo della manifestazione è quello di testimoniare il nostro disagio, il nostro dolore sulla vicenda Ilva. Sono stati emanati 6 provvedimenti legislativi, ma le nostre imprese sono ferme, con crediti fermi da 6 mesi. Non si riesce a vedere la fine del tunnel. Le nostre aziende chiedono di dare una svolta diversamente i nostri lavoratori andranno a casa. I lavoratori infatti manifesteranno con noi perché non si può più aspettare, saremo costretti a fare le lettere di licenziamento collettivo. Ormai non c'è più spazio. Se a breve non interverranno fatti nuovi andremo avanti su questa strada. Si dice che Ilva paga gli stipendi, ma i nostri dipendenti perché non possono prendere i loro stipendi? Abbiamo bisogno – hanno proseguito tutti i rappresentanti Confindustriali - che la Cultura dell’industria sia messa la centro dell'agenda del Governo. Siamo pronti ad investire, come si vuol fare per la città vecchia, ma è bene che si comprenda una volte per tutte che non si può fare affidamento solo su pesca, turismo e cose simili, perché in questo modo non ci sono prospettive di sviluppo.  Con la manifestazione vogliamo capire se dobbiamo fare industria o puntare sul turismo, ma questo significa diventare poveri.                                   Di fronte ad istituzioni locali che non si esprimono sulle questioni importanti per la crescita imprenditoriale ed occupazionale come ad esempio per il progetto tempa rossa, invochiamo il potere di surroga. Parlo di un governo centrale che deve bypassare le istituzioni locali perché non è possibile affrontare questa situazioni con i normali canoni. Abbiamo espresso più volte ed in più occasioni la nostra dissonanza ed il fallimento della politica locale.  Non riconosciamo ai politici locali la capacità di risolvere le questioni che hanno invece una portata nazionale considerato che parliamo di aziende strategiche. Oggi a distanza di anni e' il fallimento dei politici locali.  Paghiamo la loro assenza, l’assenza di una mancanza di politica. Gli ambientalisti dell’ultima ora stanno utilizzando tutto questo per fare politica e campagna elettorale.  E' sparito dall'orizzonte il nostro futuro. C'è un meccanismo che sta frenando tutto.

 

Giornalista1

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