Dopo Trieste, Taranto è il secondo porto in Italia che digitalizza la Zona franca doganale interclusa. “Quello che abbiamo fatto - spiega Sergio Prete, presidente dell’Autorità portuale del Mar Ionio - serve alla gestione digitalizzata della Zona franca doganale. Se prima un’impresa che rientra nella Zona franca, ricorreva al cartaceo, adesso, invece, sarà tutto computerizzato. E quindi dai controlli delle merci, alla vigilanza, all’accesso ai varchi, tutto sarà più snello e veloce. Il sistema è già operativo. Adesso va utilizzato da parte chi renderà operativa la Zona franca.
“Siamo secondi in Italia - prosegue Prete - perché abbiamo collaborato con Trieste e il loro sistema in qualche modo é stato adattato al nostro. Si chiama Zona franca doganale interclusa perché è confinata, circoscritta territorialmente. Mentre in passato c’era una differenza tra interclusa e non, adesso c’è un confinamento, un controllo fisico dell’area che è Zona Franca. Questa deve quindi essere chiusa e l’accesso può avvenire solo tramite dei varchi controllati. C’è una differenza rispetto alla Zona economica speciale perché questa prevede benefici come il credito d’imposta e la semplificazione amministrativa, quella doganale, invece, consente una semplificazione solo per le procedure doganali. La Zona franca interclusa sta nella Zes e oggi coincide poiché è diventato tutto Zes. Prima noi le avevamo fatte coincidere, nel senso che la vecchia perimetrazione Zes corrispondeva in parte alla Zona franca doganale. Adesso, invece, essendo tutta Zona economica speciale, chi sta nella Zona franca sta anche nella Zes”. Con la Zona franca interclusa, spiega l’Authority, le merci extra-europee non sono sottoposte al pagamento di Iva e dazi doganali perché non si considerano importate. Iva e dazi dovranno essere pagati solo se le merci venissero poi introdotte nel territorio doganale italiano o della UE. Nel caso in cui le merci, lavorate o meno, siano poi riesportate in Paesi extra-UE senza mai rientrare nel territorio doganale europeo, il processo di trasformazione e riesportazione non richiede pagamento né di Iva, né di dazi. Intanto, giunge stasera alle 22 al terminal container di Yilport una nave della compagnia tedesca Hapag-Lloyd. Si tratta della Dalian Express. È stata costruita nel 2001, batte bandiera della Liberia ed è una container ship. Lunga 320 metri, larga 42, a bordo imbarca circa 1.200 container pieni di varie compagnie oltre alla stessa Hapag-Lloyd, tra cui Cosco e Cma. I container saranno scaricati e fra due settimane arriverà un’altra nave Hapag-Lloyd a riprenderli. La nave giunge da Malta, dove non c’era possibilità di lasciare i container, e dopo Taranto andrà a Marsiglia per essere sottoposta a lavori. Al molo polisettoriale si comincerà a lavorare alle 7 di domattina. Si presume che le operazioni di scarico finiranno nel pomeriggio di martedì. Hapag-Llyod ha a Genova la sua base per il Sud Europa da dove gestisce le attività relative a Italia, Iberia, Egitto, Turchia e Med Agent (Adriatico, Levante e Mar Nero).